Norme Tecniche di Attuazione del Piano Operativo

Art. 1 Efficacia, ambito di applicazione e contenuti del Piano Operativo

1. Il Piano Operativo (PO) è atto di governo del territorio ai sensi dell’art. 95 della L.R. 65/2014 e disciplina l’attività urbanistica ed edilizia per l’intero territorio comunale in coerenza e conformità alla disciplina del Piano Strutturale (PS), del Piano Paesaggistico Regionale (PIT/PPR) e del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTC), perseguendo gli obiettivi indicati nell’atto di avvio del procedimento approvato con delibera G.C. n. 547 del 12 ottobre 2021 e successivamente integrato con delibera G.C. n. 349 del 10.06.2022.

2. Le previsioni del PO e la relativa disciplina di attuazione costituiscono esito operativo dei contenuti statutari e strategici del PS dando efficacia applicativa alle disposizioni in esso contenute.

3. Le previsioni del Piano Operativo sono supportate:

• dal quadro conoscitivo del Piano Strutturale con particolare riferimento al monitoraggio dei dati della domanda e dell’offerta di edilizia residenziale sociale e all’individuazione delle azioni conseguenti, di cui al dossier QCD.04 “Abitare Livorno, un piano integrato per la qualità della città”, nonché alle analisi condotte sul sistema delle aree produttive, di cui al dossier QCD.02, che costituiscono riferimento essenziale per la definizione del quadro strategico quinquennale del PO;

• dalla ricognizione delle disposizioni del Piano Strutturale concernenti la tutela e la disciplina del patrimonio territoriale, comprendenti il recepimento delle direttive del PIT/PPR per la tutela dei beni paesaggistici;

• dal quadro conoscitivo del patrimonio edilizio esistenti e dalle ricognizioni e analisi delle aree urbane degradate;

• dalla valutazione di fattibilità geologica, idraulica e sismica degli interventi e dall’individuazione delle misure di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico.

4. Il PO, secondo quanto disposto dall’art. 95 della LR 65/2014 e sulla base dell’articolazione definita al Titolo III delle presenti Norme, si compone di due parti:

  • a) la Disciplina per la gestione degli insediamenti esistenti che individua e definisce:

• la disciplina del territorio urbanizzato (di cui al Titolo VI, Capo I, II delle presenti Norme);

• la disciplina del territorio rurale (di cui al Titolo VII, ad esclusione del Capo IX, delle presenti Norme);

• la disciplina delle attrezzature, dotazioni e servizi di interesse generale esistenti, ovvero delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria comprese le aree per gli standard urbanistici, ricadenti indifferentemente nel territorio urbanizzato ed in quello rurale (di cui al Titolo V delle presenti Norme), che è supportata e integrata dalle disposizioni per la qualità dello spazio pubblico di cui al Titolo V, Capo I e all’Allegato D parte integrante delle presenti Norme).

  • b) la Disciplina delle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio,

che individua e definisce:

• la disciplina delle Aree di Trasformazione e di complemento degli assetti insediativi nel territorio urbanizzato (di cui al Titolo VI Capo III delle presenti Norme e quanto puntualmente disciplinato nelle singole schede di cui allo specifico elaborato “Schede normative e di orientamento progettuale” parte integrante delle presenti Norme);

• la disciplina degli interventi di trasformazione nel territorio rurale (di cui al Titolo VIII Capo IX delle presenti Norme e quanto puntualmente disciplinato nelle singole “Schede normative e di orientamento progettuale” parte integrante delle presenti Norme);

• la disciplina delle attrezzature, dotazioni e servizi di interesse generale di progetto, ovvero delle aree destinate a nuove opere di urbanizzazione primaria e secondaria, o all’implementazione di quelle esistenti, comprese le aree per gli standard urbanistici, ricadenti indifferentemente nel territorio urbanizzato ed in quello rurale (di cui al Titolo V delle presenti Norme) che è supportata e integrata dalle disposizioni per la qualità dello spazio pubblico di cui al Titolo V, Capo I e all’Allegato D parte integrante delle presenti Norme).

5. Il Piano Operativo contiene altresì:

• la Disciplina dei beni paesaggistici, che recepisce gli obiettivi di qualità definiti dal PIT/PPR e le prescrizioni d’uso ad essi riferite, contenuta in Appendice alle presenti Norme;

• le disposizioni di coordinamento con la pianificazione comunale di settore, di cui al Capo II del Titolo I delle presenti Norme;

• la disciplina della distribuzione e localizzazione delle funzioni di cui al Titolo I, Capo III delle presenti Norme;

• le disposizioni di tutela e valorizzazione riferite alle “componenti identitarie del patrimonio territoriale" individuate dal Piano Strutturale, di cui al Titolo II delle presenti Norme;

• la disciplina riferita all’integrit&agrve fisica del territorio, di cui al Titolo IV delle presenti Norme, mediante la quale le previsioni relative alla gestione degli insediamenti esistenti e alle trasformazioni degli assetti insediativi, infrastrutturali ed edilizi del territorio sono poste in relazione con le disposizioni in materia geologica, idraulica e sismica nonché alle condizioni per l’suo sostenibile delle risorse ambientali;

6. La “Disciplina di gestione degli insediamenti esistenti” è valida a tempo indeterminato. La “Disciplina delle Aree di Trasformazione e di complemento degli assetti insediativi” e i vincoli preordinati alla espropriazione, apposti dal Piano Operativo sulle aree e/o immobili individuati nell’elaborato QPD.01, sono soggette a decadenza secondo quanto disposto all’articolo 95 della LR 65/2014 e secondo quanto indicato nelle rispettive schede normative e di indirizzo progettuale, di cui agli elaborati QPN.01.A/B/C, che sono parte integrante delle presenti Norme.

7. Alla decadenza delle previsioni di cui comma 3 lettera b) si applicano le disposizioni di cui al successivo Titolo VIII, art. 170 (Aree non pianificate).

Art. 2 Elaborati costitutivi

1. Il Piano Operativo si compone dei seguenti elaborati:

Relazioni generali

• Relazione generale

• Relazione di coerenza interna ed esterna

• Relazione di conformita al pit-ppr

Quadro conoscitivo

Patrimonio edilizio e insediamenti esistenti

• Elaborati grafici

• QC.01 – TESSUTI DELLA CITTÀ STORICA E CONTEMPORANEA - Tavole da QC.01.1 a QC.01.12

• QC.02 – EDIFICI STORICI ED EMERGENZE DI VALORE STORICO-TESTIMONIALE – Tavole da QC.02.1 a QC.02.12

Schedature

• QC.S1 – EDIFICI STORICI DEL TERRITORIO RURALE – n° 3 volumi

• QC.S2 – VILLE STORICHE URBANE E SUB-URBANE – n° 5 volumi

• QC.S3 – PATRIMONIO STORICO TESTIMONIALE – n° 4 volumi

Dossier

• QCD.A1 – DOSSIER RICOGNIZIONE AREE DEGRADATE – n° 2 volumi

• qcd.a2.1 – ricognizione sistema costiero: stabilimenti balneari e approdi

• qcd.a2.2 – ricognizione sistema costiero: blu livorno

La città pubblica

Dossier

• qcd.b1 – dossier quartieri

• qcd.b2 – dossier mappatura dell'accessibilità urbana (peba)

• qcd.b2.a – tavola mappatura dell'accessibilita urbana

Vincoli e tutele

Elaborati grafici

• QC.03 – BENI E AREE TUTELATE PER LEGGE AI SENSI DELLA PARTE II DEL Dlgs 42/2004

• QC.04 – BENI E AREE TUTELATE PER LEGGE AI SENSI DELLAPARTE III DEL Dlgs 42/2004

• qc.05 – vincoli ambientali e igienico – sanitari

Quadro progettuale

Norme tecniche di attuazione

• qpn.01 – norme tecniche di attuazione

• qpn.01.1 – n.t.a. – appendice – disciplina beni paesaggistici

• qpn.01.a – n.t.a. – allegato a – aree di trasformazione - schede normative e di indirizzo progettuale

• qpn.01.b – n.t.a. – allegato b – aree di completamento – schede normative e di indirizzo progettuale

• qpn.01.c – n.t.a. – allegato c – lotti di completamento – schede normative

• qpn.01.d – n.t.a. – allegato d – linee guida per la qualità dello spazio pubblico/ carta strategica della sostenibilità urbana

• qpn.01.e – n.t.a. – allegato e – abaco moduli abitativi dell'emergenza abitativa

Dossier

• qpd.01 – beni sottoposti a vincolo espropriativo

Elaborati grafici

• QP.01 – DISCIPLINA DEI SUOLI E DEGLI INSEDIAMENTI – Tavole da QP.01.1 a QP.01.54 ,

• qp.02 – sistema rurale e infrastruttura verde

• qp.03 – le strategie di piano/ la città in trasformazione

• qp.03.a – ambiti urbani di dettaglio - focus nord

• qp.03.b – ambiti urbani di dettaglio - focus centro/sud

• qp.03.c – masterplan ambiti urbani

Indagini geologiche, idrogeologiche, sismiche e idrauliche

• igs.01 - relazione di fattibilità idraulica geologica e sismica

• igs.01.a – appendice 1: album iconografico

• igs.01.b – appendice 2: fattibilità delle nuove previsioni urbanistiche

2. La correzione di errori materiali nonché l’aggiornamento degli elaborati del Quadro conoscitivo (QC) e del Quadro geologico-tecnico (QG), purchè non comportanti effetti sulla disciplina e sulle previsioni del Piano Operativo, non costituiscono variante al PO e in tal caso si procede con delibera del Consiglio Comunale ai sensi della normativa regionale vigente.

Art. 3 Gerarchia degli elaborati e della disciplina

1. Nel caso di contrasto tra le presenti norme e gli elaborati cartografici del PO prevalgono le prime.

2. Nel caso di contrasto tra i diversi elaborati grafici e cartografici del PO prevalgono quelli di maggior dettaglio (esempio la scala 1:2.000 prevale su quella a 1:10.000).

3. Nel caso di contrasto tra le presenti norme e le disposizioni normative specifiche, contenute negli allegati alle presenti Norme di cui agli elaborati QPN.01.A, QPN.01.B, QPN.01.C, prevalgono queste ultime.

Art. 4 Strumenti e modalità di attuazione del Piano Operativo

1. Le previsioni del PO, così come puntualmente disciplinato dalle presenti norme, si attuano mediante:

• Interventi diretti soggetti a titoli abilitativi edilizi, come definiti dalle vigenti norme statali e regionali, talora con rilascio e/o efficacia subordinata alla sottoscrizione di apposita convenzione o atto unilaterale d’obbligo;

• Progetti unitari convenzionati, come definiti all’art.121 della L.R. 65/2014;

• Piani attuativi di iniziativa pubblica e/o privata, come definiti dalle vigenti norme statali e regionali;

• Programmi aziendali pluriennali di miglioramento agricolo ambientale, con valore o meno di Piano attuativo, come definiti e disciplinati dalle vigenti norme regionali e all’art. 142 delle presenti norme;

• Progetti di opera pubblica, anche mediante ricorso alle diverse forme del PPP, così come disciplinato dall’ordinamento vigente.

2. E’ facoltà dell’Amministrazione comunale dare attuazione ai singoli interventi di trasformazione e/o riqualificazione di iniziativa pubblica previa definizione di specifici masterplan, ovvero di strumenti di indirizzo strategico e programmatico, non aventi natura conformativa della disciplina dei suoli, ma di orientamento e coordinamento complessivo degli interventi/azioni di trasformazione e/o di valorizzazione degli specifici ambiti urbani e territoriali interessati. Il masterplan costituisce pertanto quadro di riferimento per la programmazione temporale degli interventi e delle azioni progettuali, assolvendo ad una funzione di snodo tra il quadro previsionale del Piano Operativo e la progettazione dei singoli interventi di iniziativa pubblica. I masterplan, di norma dovranno comprendere:

• quadro conoscitivo di riferimento

• quadro progettuale delle azioni di trasformazione, riqualificazione e/o valorizzazione, sia di natura fisico-spaziale sia di natura immateriale;

• verifica di coerenza rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale/urbanistica ed altri strumenti di programmazione e/o regolamentari aventi incidenza rispetto alle tematiche trattate;

• programmazione degli interventi e/o delle macro-fasi attuative

• individuazione dei soggetti coinvolti, interni ed esterni all’Ente, nel processo attuativo

• individuazione strumenti attuativi e relative fonti di finanziamento.

Il Piano Operativo individua, negli elaborati cartografici “Disciplina dei suoli e degli insediamenti”, gli ambiti urbani e territoriali da assoggettare in via prioritaria alla redazione di masterplan. Tale perimetrazione assume valore indicativo e non prescrittivo; è, inoltre, fatta salva la facoltà dell’amministrazione comunale di estendere l’utilizzo di tali strumenti a ulteriori ambiti urbani laddove ritenuto utile per una migliore programmazione e coordinamento degli interventi pubblici.

Nelle more della definizione e approvazione dei masterplan, operano comunque le specifiche diposizioni contenute nelle presenti Norme con riferimento ai diversi ambiti urbani e territoriali individuati.

3. Gli interventi di Trasformazione e di complemento degli assetti insediativi edilizi previsti dal PO sono identificati, in ragione della loro natura ed entità, secondo la seguente ripartizione, e individuati con apposito segno grafico negli elaborati cartografici “Disciplina dei suoli e degli insediamenti”, così come disciplinato al Capo III del Titolo VI e al Capo VIII del Titolo VII:

• Aree di trasformazione strategiche ATS (art.119)

• Aree di trasformazione di nuovo insediamento AT, ricomprese nel territorio urbanizzato (art 119) e nel territorio rurale (art. 168);

• Aree di riqualificazione ATR, ricomprese nel territorio urbanizzato (art.119) e nel territorio rurale (art. 168);

• Aree di completamento AC ricomprese nel territorio urbanizzato (art. 120)

• Lotti di completamento LC ricomprese nel territorio urbanizzato (art. 121).

4. I principali interventi di trasformazione o di riqualificazione degli assetti insediativi sono soggetti a piano attuativo e/o progetto unitario convenzionato, o progetto di opera pubblica; le previsioni di minore rilevanza o complessità sono attuabili mediante intervento urbanistico-edilizio diretto, talora subordinato alla preventiva sottoscrizione di convenzione o atto unilaterale d’obbligo, così come puntualmente indicato nelle presenti norme e nelle specifiche schede normative.

5. Sugli edifici e nelle aree diverse da quelle di cui al precedente comma 2, salvo diverse diposizioni dettate dalle presenti norme per specifiche fattispecie, si opera mediante intervento edilizio diretto.

6. Per interventi volti a incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio esistente e a promuovere ed agevolare la rigenerazione delle aree urbane connotate da presenza di degrado urbanistico e socio-economico è facoltà dell’Amm.ne Comunale di procedere all’approvazione di specifici Piani di Intervento per la Rigenerazione Urbana, nel rispetto delle vigenti norme regionali in materia di governo del territorio. Tali Piani di Intervento - riferiti prioritariamente alle aree urbane connotate da condizioni di degrado di cui al Dossier QCD.A1 parte integrante del quadro conoscitivo del Piano che potrà essere oggetto di ulteriore implementazione con specifico atto - sono volti a riqualificare il contesto urbano attraverso un insieme sistematico di opere comprendenti interventi di:

• riorganizzazione del patrimonio edilizio esistente;

• riqualificazione delle aree degradate;

• riorganizzazione funzionale delle aree dismesse;

• recupero e riqualificazione degli edifici di grandi dimensioni o complessi edilizi dismessi;

• riqualificazione delle connessioni con il contesto urbano.

L’approvazione del Piano di Intervento, unitamente al relativo schema di convenzione, costituisce integrazione dei contenuti del presente Piano Operativo e degli eventuali atti comunali di governo del territorio che disciplinano l’area urbana oggetto di intervento.

7. Per interventi di riqualificazione e/o di recupero che si caratterizzino per una pluralità di funzioni, di tipologie di intervento e di operatori, con il coinvolgimento di risorse pubbliche e private, è altresì facoltà dell’Amm./ne Comunale di dare attuazione a talune previsioni del Piano Operativo mediante l’approvazione di Programmi Complessi di Riqualificazione Insediativa, ai sensi delle vigenti norme regionali in materia di governo del territorio. Ogni Programma Complesso di Riqualificazione Insediativa comprende prioritariamente una o più delle Aree di Trasformazione di Riqualificazione (ATR), così come definite all’art.119 delle presenti norme, ovvero una o più delle aree urbane connotate da condizioni di degrado, così come individuate nell’elaborato QCD.A1 “Dossier Ricognizione Aree degradate” che è parte integrante del quadro conoscitivo del presente PO, potendo altresì interessare ulteriori aree ed ambiti urbani funzionali agli obiettivi di riqualificazione e rigenerazione del Programma.

L’adozione e successiva approvazione di Programmi Complessi di Riqualificazione Insediativa, nel rispetto di quanto sopra specificato e in attuazione delle previsioni contenute nel Piano Operativo, non costituisce variante urbanistica.

Art. 5 Disciplina della perequazione e compensazione

1. Ai fini dell’applicazione di quanto disposto dalle presenti Norme si danno le seguenti definizioni.

2. Perequazione

Si intende per perequazione l’attribuzione di diritto edificatorio uniforme a tutte le proprietà dei suoli in analogo stato di fatto e di diritto, per la realizzazione di una trasformazione urbanistica prevista dal Piano Operativo in una o più aree anche non contigue, unitariamente comprese in comparto urbanistico.

3. Compensazione

Si intende per compensazione l’attribuzione di diritti edificatori in sostituzione delle indennità di esproprio o altro indennizzo derivante dall’apposizione di vincoli urbanistici.

4. Comparto urbanistico

Si intende per comparto urbanistico l’unità minima per la realizzazione degli interventi di trasformazione urbana consistenti in ristrutturazioni urbanistiche, nuove edificazioni, sostituzioni, delocalizzazioni e rilocalizzazioni, in conformità alle previsioni del presente Piano Operativo, per l’applicazione della perequazione, della compensazione e delle premialità. Il comparto si attua mediante piano attuativo o progetto unitario convenzionato ad opera dei soggetti interessati, così come disciplinato dalle presenti Norme con riferimento alle Aree di trasformazione degli assetti insediativi di cui al Capo III del Titolo VI e al Capo VIII del Titolo VII.

5. Il presente Piano Operativo utilizza la perequazione e la compensazione urbanistica, di cui agli artt. 100 e 101 della L.R. 65/2014, al fine di realizzare insediamenti ben contestualizzati, tramite i quali accrescere le dotazioni urbane, le prestazioni sociali ecosistemiche e ambientali del territorio.

Per quanto sopra, in applicazione dei principi della perequazione e della compensazione, è posta a carico degli interventi di nuova edificazione o ristrutturazione urbanistica la cessione e/o la realizzazione di standard/dotazioni territoriali quali le attrezzature collettive o scolastiche, la viabilità, le aree di verde, oltre gli standard di cui al D.M. 1444/1968, per realizzare l’assetto urbano confacente al raggiungimento degli obiettivi di qualità funzionale fissati dal presente Piano Operativo e dal Piano Strutturale. La realizzazione di tali opere pubbliche e/o la cessione gratuita delle aree rientrano nell’ambito dell’ordinaria corresponsione del contributo per oneri di urbanizzazione aventi natura di corrispettivo di diritto pubblico.

6. Ai fini di quanto sopra stabilito, il presente Piano Operativo individua comparti urbanistici, assoggettati a piano attuativo o progetto unitario convenzionato, regolati tramite apposite “schede normative e di indirizzo progettuale” così come disciplinato al Capo III del Titolo VI e al Capo VIII del Titolo VII , ove il nuovo assetto urbanistico non ha riferimento ai confini proprietari, e le potenzialità di trasformazione e i relativi obblighi sono attribuiti indipendentemente dalla prevista collocazione degli edifici, delle loro aree di pertinenza e delle aree da riservare per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria.

In misura proporzionale dei diritti edificatori sono ripartiti in ogni comparto:

  • a) le superfici edificabili (SE) di ogni funzione;
  • b) le opere di urbanizzazione e gli interventi pubblici o di interesse pubblico prescritti;
  • c) la cessione gratuita di aree a destinazione pubblica quali sedi stradali, verde pubblico, parcheggi pubblici, attrezzature pubbliche o di interesse pubblico;
  • d) le premialità relative all’edilizia residenziale con finalità sociali, sulla base delle specifiche modalità attuative disciplinate all’art.74 delle presenti Norme.
  • e) gli eventuali ulteriori benefici pubblici che il Piano Operativo prescriva come condizione obbligatoria per la trasformazione degli assetti insediativi.

L’Amministrazione comunale rimane estranea ad ogni questione relativa alla perequazione dei benefici e degli oneri.

7. Il piano attuativo può essere presentato dai proprietari di almeno la maggioranza assoluta dell’imponibile catastale delle superfici interessate.

I proponenti dovranno dimostrare (con idonea documentazione) di aver promosso l’adesione anche degli altri proprietari e motivare l’impossibilità del raggiungimento dell’attuazione unitaria.

Ultima modifica 31.07.2023 - 09:05