Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Art. 42.1 Fattibilità geologica

1 Fattibilità senza particolari limitazioni (classe 1): si attribuisce agli interventi di manutenzione ordinaria in quanto indipendentemente dalle caratteristiche di pericolosità dei luoghi questa tipologia di intervento, evidentemente da attuare su manufatti esistenti, non produce alcun tipo di impatto se non quello di migliorare la funzionalità degli stessi.

2 Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto (classe 2): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi dal R.U., ad esclusione della "Manutenzione ordinaria" che ricadono sia all'interno di aree di pianura e di collina nelle quali non si rilevano particolari fenomeni di origine fisica e/o antropica (aree a pericolosità 2) sia in classe 3 di pericolosità per gli interventi di restauro e di risanamento conservativo in quanto la tipologia degli stessi non crea un impatto rilevante sulle dinamiche idrogeomorfologiche eventualmente presenti. Per la realizzazione di tutti gli interventi così classificati sarà sufficiente predisporre le normali indagini geognostiche previste dal D.M. 11/3/88.

3 Fattibilità condizionata (classe 3): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi che ricadono all'interno di aree caratterizzate da una pericolosità geologica tale da dover valutare attentamente il rischio che ne può derivare. I fenomeni di dissesto che determinano questa classe di fattibilità sono determinati, infatti, da condizioni specifiche di degrado fisico-morfologico che potrebbero essere anche innescati e/o aggravati dagli stessi interventi. Per la realizzazione di quest'ultimi gli studi geologico-tecnici dovranno essere condotti in modo da individuare le corrette modalità di attuazione del progetto per non interagire negativamente con lo specifico contesto idrogeomorfologico. Fatte salve le indicazioni del D.M. 11/3/88 si dovrà mettere in evidenza la necessità di adottare eventuali sistemazioni del suolo e/o di regimazione delle acque al fine di non aggravare le specifiche condizioni di pericolosità già indicate nelle carte di pericolosità del Piano Strutturale con le aree caratteristiche:

  • - 3 - aree dove la pendenza dei versanti supera comunque il 35%.
  • - 3a - rocce argillitiche a struttura caotica che, al di là del valore della pendenza del versante sul quale affiorano, risultano comunque poco stabili.
    Individua quelle situazioni in cui i terreni argillitici, con naturale propensione al dissesto, sono situati su versanti a pendenza tale da richiedere un'attenta verifica delle condizioni di stabilità per poter procedere, in sicurezza, a trasformazioni dell'uso del suolo che possono portare anche a significative modificazioni del regime di scorrimento e di infiltrazione delle acque superficiali;
  • - 3d - depositi di versante che giacciono su pendenze maggiori del 25%. Indica gli accumuli detritici di versante il cui incerto spessore e grado di compattezza è da valutare ai fini della verifica del mantenimento della stabilità dei versanti sia in relazione a eventuali interventi edilizi sia riguardo a variazioni dell'uso del suolo;
  • - 3df - zone nelle quali affiorano i depositi di versante che giacciono su pendenze superiori al 15%. In queste zone sono compresi anche gli accumuli detritici di versante a granulometria fine il cui incerto spessore e grado di compattezza è da valutare ai fini della verifica e del mantenimento della stabilità dei pendii, sia in relazione a eventuali interventi edilizi sia riguardo alle sistemazioni del suolo;
  • - 3e - aree soggette ad intensi fenomeni erosivi dovuti all'azione delle acque correnti che non essendo intercettate e rallentate, nel loro corso, da una sufficiente copertura vegetale producono un dilavamento eccessivo della copertura pedologica;
  • - 3s - aree soggette a fenomeni di soliflusso, cioè aree in cui si individuano dei fenomeni gravitativi che interessano la copertura pedologica più superficiale. Il determinarsi di questo fenomeno può essere causato anche da pratiche colturali condotte senza adeguate sistemazioni del suolo relativamente alla regimazione delle acque superficiali e di infiltrazione;
  • - 3m - aree di cresta, di scarpata o di rottura di pendio che per caratteristiche geomorfologiche proprie possono subire degli effetti di amplificazione dello scuotimento dovuto a un sisma. In questo caso la dimensione dell'area all'interno della quale si può verificare questo fenomeno, che è stata disegnata come una buffer-zone di 20 metri, è puramente indicativa e sta a significare la necessità di tenere in considerazione questo particolare fenomeno qualora si debba operare nelle vicinanze di questi elementi morfologici;
  • - 3l - aree dove avviene la sovrapposizione tettonica tra litologie caratterizzate da un diverso comportamento meccanico rispetto alle sollecitazioni sismiche.
    Tali differenze possono generare degli effetti locali di amplificazione delle onde sismiche per un aerale da definire (nella carta della pericolosità tale area è indicato come una fascia di 100 metri che comprende la linea tettonica corrispondente);
  • - 3si - aree di fondovalle con una copertura di materiale alluvionale al di sopra del substrato roccioso. In queste condizioni, ed a seconda dello spessore del "materasso alluvionale", si possono verificare effetti di amplificazione delle onde sismiche. In questi casi si dovrà valutare lo spessore del materiale detritico depositato sopra al substrato roccioso.

4 - Fattibilità limitata (classe 4): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi (ad esclusione della manutenzione ordinaria) che ricadono all'interno di aree a pericolosità elevata. Nel territorio di Vaiano le aree a pericolosità elevata sono ristrette alle seguenti situazioni particolari:

  1. - 4i - indica una forte azione erosiva delle acque incanalate (incisione fluviale) fino a produrre un dissesto idrogeologico sui versanti che si ripercuote anche a valle sotto forma di elevato trasporto solido. Le aree delimitate corrispondono alle superfici entro le quali è opportuno intervenire con adeguate sistemazioni idraulico-forestali. Le aree delimitate in cartografia sono puramente indicative e corrispondono ad una fascia di 10 metri per lato rispetto all'asse del corso d'acqua. Nessun tipo di intervento ammesso dal RU può essere previsto all'interno di queste zone dove si potrà intervenire solo con adeguate sistemazioni idraulico-forestali volte alla stabilizzazione dell'alveo;
  2. - 4fr - rappresentano le aree soggette a un dissesto gravitativo in atto. Fino alla realizzazione di specifiche opere di consolidamento e di messa in sicurezza del versante, subordinate alla verifica dell'efficacia da parete degli organi competenti, si potrà intervenire solo con interventi di sistemazione del versante e di ripristino della copertura vegetale;
  3. - 4sc - rappresentano le aree soggette a dinamiche di dissesto gravitativo quali gli orli di scarpata dai quali si possono verificare dei distacchi di roccia. Qualsiasi tipo di intervento potrà essere realizzato solo dopo aver stabilizzato il dissesto e messo in sicurezza la zona di influenza. Per la realizzazione di eventuali interventi in questi particolari contesti di pericolosità, i relativi studi geologico-tecnici di supporto dovranno individuare le opere di bonifica e di messa in sicurezza (comunque da realizzare preventivamente e/o contestualmente) necessarie a ricondurre la fattibilità degli stessi almeno alla classe 3.

1 Fattibilità senza particolari limitazioni (classe 1): si attribuisce agli interventi di manutenzione ordinaria in quanto indipendentemente dalle caratteristiche di pericolosità dei luoghi questa tipologia di intervento, evidentemente da attuare su manufatti esistenti, non produce alcun tipo di impatto se non quello di migliorare la funzionalità degli stessi.

2 Fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto (classe 2): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi dal R.U., ad esclusione della "Manutenzione ordinaria" che ricadono sia all'interno di aree di pianura e di collina nelle quali non si rilevano particolari fenomeni di origine fisica e/o antropica (aree a pericolosità 2) sia in classe 3 di pericolosità per gli interventi di restauro e di risanamento conservativo in quanto la tipologia degli stessi non crea un impatto rilevante sulle dinamiche idrogeomorfologiche eventualmente presenti. Per la realizzazione di tutti gli interventi così classificati sarà sufficiente predisporre le normali indagini geognostiche previste dal D.M. 11/3/88.

3 Fattibilità condizionata (classe 3): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi che ricadono all'interno di aree caratterizzate da una pericolosità geologica tale da dover valutare attentamente il rischio che ne può derivare. I fenomeni di dissesto che determinano questa classe di fattibilità sono determinati, infatti, da condizioni specifiche di degrado fisico-morfologico che potrebbero essere anche innescati e/o aggravati dagli stessi interventi. Per la realizzazione di quest'ultimi gli studi geologico-tecnici dovranno essere condotti in modo da individuare le corrette modalità di attuazione del progetto per non interagire negativamente con lo specifico contesto idrogeomorfologico. Fatte salve le indicazioni del D.M. 11/3/88 si dovrà mettere in evidenza la necessità di adottare eventuali sistemazioni del suolo e/o di regimazione delle acque al fine di non aggravare le specifiche condizioni di pericolosità già indicate nelle carte di pericolosità del Piano Strutturale con le aree caratteristiche:

  • - 3 - aree dove la pendenza dei versanti supera comunque il 35%.
  • - 3a - rocce argillitiche a struttura caotica che, al di là del valore della pendenza del versante sul quale affiorano, risultano comunque poco stabili.
    Individua quelle situazioni in cui i terreni argillitici, con naturale propensione al dissesto, sono situati su versanti a pendenza tale da richiedere un'attenta verifica delle condizioni di stabilità per poter procedere, in sicurezza, a trasformazioni dell'uso del suolo che possono portare anche a significative modificazioni del regime di scorrimento e di infiltrazione delle acque superficiali;
  • - 3d - depositi di versante che giacciono su pendenze maggiori del 25%. Indica gli accumuli detritici di versante il cui incerto spessore e grado di compattezza è da valutare ai fini della verifica del mantenimento della stabilità dei versanti sia in relazione a eventuali interventi edilizi sia riguardo a variazioni dell'uso del suolo;
  • - 3df - zone nelle quali affiorano i depositi di versante che giacciono su pendenze superiori al 15%. In queste zone sono compresi anche gli accumuli detritici di versante a granulometria fine il cui incerto spessore e grado di compattezza è da valutare ai fini della verifica e del mantenimento della stabilità dei pendii, sia in relazione a eventuali interventi edilizi sia riguardo alle sistemazioni del suolo;
  • - 3e - aree soggette ad intensi fenomeni erosivi dovuti all'azione delle acque correnti che non essendo intercettate e rallentate, nel loro corso, da una sufficiente copertura vegetale producono un dilavamento eccessivo della copertura pedologica;
  • - 3s - aree soggette a fenomeni di soliflusso, cioè aree in cui si individuano dei fenomeni gravitativi che interessano la copertura pedologica più superficiale. Il determinarsi di questo fenomeno può essere causato anche da pratiche colturali condotte senza adeguate sistemazioni del suolo relativamente alla regimazione delle acque superficiali e di infiltrazione;
  • - 3m - aree di cresta, di scarpata o di rottura di pendio che per caratteristiche geomorfologiche proprie possono subire degli effetti di amplificazione dello scuotimento dovuto a un sisma. In questo caso la dimensione dell'area all'interno della quale si può verificare questo fenomeno, che è stata disegnata come una buffer-zone di 20 metri, è puramente indicativa e sta a significare la necessità di tenere in considerazione questo particolare fenomeno qualora si debba operare nelle vicinanze di questi elementi morfologici;
  • - 3l - aree dove avviene la sovrapposizione tettonica tra litologie caratterizzate da un diverso comportamento meccanico rispetto alle sollecitazioni sismiche.
    Tali differenze possono generare degli effetti locali di amplificazione delle onde sismiche per un aerale da definire (nella carta della pericolosità tale area è indicato come una fascia di 100 metri che comprende la linea tettonica corrispondente);
  • - 3si - aree di fondovalle con una copertura di materiale alluvionale al di sopra del substrato roccioso. In queste condizioni, ed a seconda dello spessore del "materasso alluvionale", si possono verificare effetti di amplificazione delle onde sismiche. In questi casi si dovrà valutare lo spessore del materiale detritico depositato sopra al substrato roccioso.

4 - Fattibilità limitata (classe 4): si attribuisce a tutti gli interventi ammessi (ad esclusione della manutenzione ordinaria) che ricadono all'interno di aree a pericolosità elevata. Nel territorio di Vaiano le aree a pericolosità elevata sono ristrette alle seguenti situazioni particolari:

  1. - 4i - indica una forte azione erosiva delle acque incanalate (incisione fluviale) fino a produrre un dissesto idrogeologico sui versanti che si ripercuote anche a valle sotto forma di elevato trasporto solido. Le aree delimitate corrispondono alle superfici entro le quali è opportuno intervenire con adeguate sistemazioni idraulico-forestali. Le aree delimitate in cartografia sono puramente indicative e corrispondono ad una fascia di 10 metri per lato rispetto all'asse del corso d'acqua. Nessun tipo di intervento ammesso dal RU può essere previsto all'interno di queste zone dove si potrà intervenire solo con adeguate sistemazioni idraulico-forestali volte alla stabilizzazione dell'alveo;
  2. - 4fr - rappresentano le aree soggette a un dissesto gravitativo in atto. Fino alla realizzazione di specifiche opere di consolidamento e di messa in sicurezza del versante, subordinate alla verifica dell'efficacia da parete degli organi competenti, si potrà intervenire solo con interventi di sistemazione del versante e di ripristino della copertura vegetale;
  3. - 4sc - rappresentano le aree soggette a dinamiche di dissesto gravitativo quali gli orli di scarpata dai quali si possono verificare dei distacchi di roccia. Qualsiasi tipo di intervento potrà essere realizzato solo dopo aver stabilizzato il dissesto e messo in sicurezza la zona di influenza. Per la realizzazione di eventuali interventi in questi particolari contesti di pericolosità, i relativi studi geologico-tecnici di supporto dovranno individuare le opere di bonifica e di messa in sicurezza (comunque da realizzare preventivamente e/o contestualmente) necessarie a ricondurre la fattibilità degli stessi almeno alla classe 3.