Norme Tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Art. 84 Fattibilità geologica

1 - La definizione della fattibilità geologica risponde alle direttive del D.C.R. nº94/85 ed alle misure di salvaguardia per la difesa dai fenomeni alluvionali contenute al titolo VII del Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana (D.C.R. 12/2000), compatibilmente alla mancanza delle norme prescrittive del P.T.C. in materia di prevenzione dei fenomeni alluvionali (titolo VI, capo I, art.65 del P.I.T.), nonché alle direttive e salvaguardie dell'Autorità di Bacino dell'Arno.

Art. 85 Fattibilità geologica degli interventi proposti dal Regolamento Urbanistico

1 - La fattibilità geologica relativa ai progetti sugli edifici e gli spazi aperti è specificata e rappresentata graficamente tramite le "schede di fattibilità geologica" e la carta della fattibilità geologica, in scala 1:2.000, che costituiscono parte integrante del Piano. Ciascuna scheda di fattibilità geologica è costituita da un testo che descrive le caratteristiche di pericolosità del luogo che hanno determinato l'attribuzione della classe di fattibilità e da eventuali prescrizioni per la realizzazione dei progetti proposti.
La fattibilità geologica relativa alla nuova viabilità è individuata, invece, nella specifica cartografia in scala 1:5.000.

Art. 86 Classi di fattibilità geologica degli interventi per l'intero territorio

1 - Per tutti gli interventi ammessi nel Sistema Insediativo, nel Sistema Ambientale e nel Sistema della Mobilità si individua la classe di fattibilità geologica mettendo in relazione i diversi tipi di intervento con le caratteristiche di pericolosità geologica e idrogeologica del territorio evidenziate con la sigla che ne specifica la relativa classe di pericolosità.

Fattibilità geologica
Tipi di intervento Pericolosità geologica
  2 3si 3 3a 3d 3s 3e 3m 3l 3di 4fr 4i
Manutenzione ordinaria 111111111111
Manutenzione straordinaria 233333333344
Restauro e risanamento conservativo 233333333344
Ristrutturazione edilizia 233333333344
Ristrutturazione urbanistica 233333333344
Conservazione integrale 222222222222
Conservazione ambientale 233333333344
Conservazione guidata 233333333344
Adeguamento strutturale 233333333344
Adeguamento funzionale 233333333344
Trasformazione funzionale 233333333344
Fattibilità idrogeologica
Tipi di intervento Pericolosità idrogeologica
  2 3 4
Manutenzione ordinaria 111
Manutenzione straordinaria 234
Restauro e risanamento conservativo 234
Ristrutturazione edilizia 234
Ristrutturazione urbanistica 234
Conservazione integrale 222
Conservazione ambientale 234
Conservazione guidata 234
Adeguamento strutturale 234
Adeguamento funzionale 234
Trasformazione funzionale 234

2 - Classe 1 fattibilità senza particolari limitazioni
Si attribuisce agli interventi di manutenzione ordinaria in quanto indipendentemente dalle caratteristiche di pericolosità dei luoghi, questa tipologia di intervento non produce alcun tipo di impatto.

3 - Classe 2 fattibilità con normali vincoli da precisare a livello di progetto
Si attribuisce a tutti gli interventi ammissibili che ricadono all'interno di aree, sia di pianura che di collina, nelle quali non si rilevano particolari fenomeni di origine fisica e/o antropica che possono dar luogo a particolari problematiche. Per la realizzazione dei progetti che ricadono in questa classe saranno sufficienti le normali indagini geognostiche previste dal D.M.11/3/88.

4 - Classe 3 fattibilità condizionata
Si attribuisce a tutti gli interventi che ricadono all'interno di aree caratterizzate da una pericolosità geologica e/o idrogeologica tale da dover valutare attentamente il rischio che ne può derivare mediante specifiche indagini geotecniche e/o idrauliche che possano rilevare la necessità di adottare particolari sistemazioni del suolo e/o di regimazione delle acque preliminarmente alla realizzazione dell'intervento. I fenomeni di dissesto che determinano questa classe di fattibilità sono determinati da condizioni specifiche di degrado fisico-morfologico o possono essere innescati e aggravati dal cattivo funzionamento dei manufatti che interagiscono con le dinamiche e gli assetti idrogeomorfologici. Tuttavia il loro grado di pericolosità non è tale da richiedere progetti radicali di bonifica; sarà sufficiente adottare adeguate soluzioni progettuali che possono annullare gli effetti negativi degli specifici elementi della pericolosità individuati.
Nelle zone a pericolosità 3si sarà da valutare lo spessore dei depositi alluvionali di fondovalle che giacciono al di sopra del substrato roccioso, per la possibilità del verificarsi dell'effetto di amplificazione delle onde sismiche (D.M.13.01.1996), in relazione alla corretta definizione del coefficiente di fondazione da adottare nella progettazione delle opere edilizie.
Nelle zone indicate genericamente a pericolosità geologica 3 dovranno essere svolte indagini specifiche sulla stabilità del versante in relazione all'assetto strutturale delle formazioni litologiche costituenti il substrato ed alle eventuali variazioni del profilo morfologico del versante previste dal progetto. In tutte le altre zone caratterizzate mediante la sigla specifica, oltre alle indagini suddette, si dovranno tenere in adeguata considerazione i fenomeni rilevati:

  1. a) - nelle zone a pericolosità 3a, nelle quali si evidenzia la presenza di rocce argillitiche a struttura caotica, di per sé poco stabili indipendentemente dal valore della pendenza dei versanti, sarà da valutare l'adozione di eventuali opere di stabilizzazione degli stessi;
  2. b) - nelle zone a pericolosità 3d, nelle quali si individua la presenza di un accumulo detritico che giace su pendenze superiori al 25% dovrà essere valutato:
    • - lo spessore del detrito ed il suo grado di stabilità generale in relazione all'uso del suolo e all'organizzazione del drenaggio superficiale delle acque;
    • - la variazione della stabilità generale indotta dal nuovo progetto in relazione alle variazioni dell'uso del suolo e del sistema di drenaggio superficiale;
  3. c) - nelle zone a pericolosità 3s, soggette al fenomeno del soliflusso, dovrà essere valutata:
    • - l'intensità e l'estensione del fenomeno in relazione all'uso del suolo e alla sistemazione del drenaggio superficiale esistente;
    • - l'eventuale aggravio del fenomeno indotto dalle trasformazioni dell'uso del suolo e dalle nuove sistemazioni idrauliche previste;
  4. d) - nelle zone a pericolosità 3e, soggette a erosione superficiale diffusa, dovranno essere adottati specifici interventi di regimazione delle acque di scorrimento al fine di evitare ulteriore estensione dei fenomeni erosivi in relazione anche alla copertura vegetale del terreno;
  5. e) - nelle zone a pericolosità 3m, che individuano aree di cresta, di scarpata e/o di rottura di pendio, saranno da valutare le problematiche relative agli eventuali effetti negativi prodotti dal possibile effetto di amplificazione delle onde sismiche dovuto alle peculiari caratteristiche geomorfologiche;
  6. f) - nelle zone a pericolosità 3l, che individuano aree di intensa fratturazione del substrato litologico, sovrapposizione di litologie caratterizzate da un diverso comportamento meccanico, avvallamenti con letto roccioso e copertura di terreni sciolti, andranno valutate le problematiche relative agli eventuali effetti negativi prodotti dal possibile effetto di amplificazione delle onde sismiche;
  7. g) - nelle zone a pericolosità 3di, nelle quali la giacitura degli strati risulta essere a franapoggio meno inclinata del pendio, saranno da valutare gli effetti di instabilità che possono essere facilmente indotti da azioni di taglio e/o di sbancamento del versante;
  8. h) - nelle zone di fondovalle la classe di pericolosità idrogeologica 3 indica una posizione morfologica sfavorevole rispetto alla possibilità di eventuali ristagni e allagamenti dovuti alla difficoltà di drenaggio delle acque superficiali. All'interno di queste aree andrà valutata la necessità di adottare opportuni sistemi di captazione e recapito delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale.

5 - Classe 4 fattibilità limitata
Si attribuisce a tutti gli interventi che ricadono nelle zone inserite in classe 4 di pericolosità geologica e idrogeologica. In queste aree già a livello di strumento urbanistico sono da prevedersi specifiche indagini per la predisposizione di un esauriente progetto degli interventi di sistemazione e di bonifica:

  1. a) - nelle zone a pericolosità 4fr nelle quali sono in atto delle dinamiche di dissesto quali le frane o gli orli di scarpata attivi dai quali si verificano dei distacchi di roccia, qualsiasi tipo di intervento, ad eccezione delle demolizioni e della manutenzione ordinaria, è subordinato alla realizzazione delle opere di sistemazione e di messa in sicurezza del versante ed alla verifica degli esiti positivi ottenuti;
  2. b) - nelle zone a pericolosità 4i, nelle quali sono in atto dissesti idrogeologici dovuti alla forte azione erosiva delle acque incanalate al piede del versante, si dovranno adottare adeguate sistemazioni idraulico-forestali in alveo (briglie, soglie, difese di sponda) per la corretta regimazione delle acque;
  3. c) - nelle zone di fondovalle caratterizzate dalla classe 4 di pericolosità idrogeologica la realizzazione degli interventi è subordinata all'individuazione ed alla messa in opera delle necessarie sistemazioni idrauliche per la riduzione del rischio di esondazione.