Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Art. 43- Riserve di naturalità (V1)

1. Costituiscono Riserva di naturalità (V1) le aree collinari e montane caratterizzate da continuità vegetazionale ed idrogeomorfologica; ricche di masse arboree, cespuglieti, prati-pascoli e coltivi interclusi nelle aree boscate, definiscono un ecosistema complesso caratterizzato da elevata naturalità ed assumono un ruolo di riequilibrio eco-biologico e climatico per l'intero territorio.

2. La caratterizzazione funzionale del sottosistema è garantita dalla presenza degli usi principali Attività agricole e funzioni connesse e complementari in misura tendenzialmente esclusiva. Sono ammesse le attività turistico-ricettive.

3. Le aree ricadenti nel sottosistema V1 sono considerate parti del territorio rurale a funzione agricola dove prevale comunque di gran lunga l'aspetto naturalistico che dovrà essere salvaguardato e conservato: esse corrispondono infatti ad aree di significativo interesse ambientale e sono incluse, in larga parte, nel Sito di Importanza Regionale "Pascoli montani e cespuglieti del Pratomagno", ambito sottoposto a disciplina speciale.
Tali aree appartengono al territorio rurale di cui al Titolo IV Capo III della L.R. 1/2005 quali aree a prevalente funzione agricola.
Comprendono aree individuate dal P.T.C.P. come aree di transizione, variante b (arbusteti).

4. Nella definizione degli assetti agricoli e forestali il Piano Strutturale e gli atti di governo del territorio fanno riferimento alla L.R. n. 39/2000 e del Regolamento forestale n. 48/R/2003 per quanto attiene:

  • - al mantenimento, la conservazione ed il miglioramento delle aree boscate;
  • - alla riconversione di aree arbustate in aree boscate;
  • - alla riconversione da aree a seminativi in forte pendenza in aree boscate o a prato pascolo;
  • - alla ricolonizzazione vegetazionale delle aree denudate;
  • - al recupero di aree aperte dove questo può favorire lo sviluppo della fauna tutelata.

5. Prescrizioni per gli atti di governo del territorio:

  1. a) La disciplina dovrà essere finalizzata prioritariamente alla salvaguardia dei boschi integri ed al recupero dei boschi e degli arbusteti degradati mediante interventi di rinaturalizzazione e riforestazione guidata, alla regimazione dei corsi d'acqua soggetti a dissesto idrogeologico (favorendo l'incremento dei tempi di corrivazione tramite la ritenzione temporanea delle acque di precipitazione, adottando opportune sistemazioni idraulico-forestali per le aree soggette a forte erosione), alla tutela delle praterie di crinale, ammettendo la conversione a bosco solo nelle aree di versante e con eccezione delle aree dove le specie arbustive rivestano valore naturalistico, ed al recupero delle aree agricole abbandonate.
  2. b) Non sono da prevedere nuove abitazioni rurali né nuovi annessi rurali.
  3. c) Potrà essere consentita la realizzazione di strutture ed infrastrutture destinate a funzione antincendio, protezione civile, elisoccorso e per il raggiungimento degli obiettivi del piano di assestamento forestale e per le attività pastorali, se proposti da soggetti pubblici.

6. Indirizzi:
Individuare itinerari e punti attrezzati per il tempo libero ed attività escursionistiche di tipo naturalistico, compatibilmente con la tutela dei luoghi.
Valorizzare il sito archeologico di Poggio alla Regina.
Favorire le attività agrosilvopastorali compatibili ed in particolare l'economia del bosco, in coerenza con le misure di conservazione del SIR Pascoli Montani e cespuglieti del Pratomagno.

Ultimo aggiornamento
29/05/2023, 11:34