Norme Tecniche di attuazione del Piano Strutturale

Titolo VIII- Obiettivi generali ed obiettivi specifici

Art. 58- Generalità

1. Gli obiettivi (generali e specifici) e le azioni del Piano Strutturale dovranno essere attuati nel rispetto delle disposizioni dello Statuto dei luoghi, i contenuti del quale sono parte integrante del progetto di piano e sono definiti in coerenza con i criteri guida e con le scelte esplicitate attraverso gli obiettivi.

2. I criteri guida assunti dal Piano sono:

  • - presidio attivo del territorio, quale risorsa e patrimonio comune ed insindacabile: ciò impegna la collettività intera a perseguirne la tutela direttamente ed indirettamente, promuovendo attività specifiche ed adottando comportamenti appropriati nello svolgimento delle normali attività e nella realizzazione degli interventi;
  • - essere in rete: è necessaria la condivisione e l'apertura verso l'esterno, su più scale di relazioni, senza rinunciare a valorizzare la/e propria/e identità ma superando i particolarismi;
  • - innovazione, con ruolo complementare a quello della conservazione delle risorse, per garantire uno sviluppo sostenibile.

3. Essi sono articolati secondo quattro aree tematiche, strettamente interrelate fra loro, rispetto alle quali sono individuati gli obiettivi e le conseguenti azioni, descritti nei successivi articoli. Ad essi fanno capo le disposizioni dei Titoli IX e X.

Art. 59- Ambiente ed energia

1. La spesa energetica ha un peso sempre maggiore sia per l'Amministrazione che per i cittadini e gli imprenditori. Alcuni primi interventi per l'autoproduzione di energia sono stati fatti con l'installazione di impianti solari ed anche nel settore edilizio, sulla spinta dell'introduzione di nuove normative, si sta diffondendo l'impiego di tecnologie, tecniche costruttive e materiali più efficienti dal punto di vista energetico (in parte anche con migliori prestazioni ecologiche e per la salute ed il benessere).
Con le disposizioni normative introdotte nel Regolamento Edilizio, l'Amministrazione ha intrapreso un chiaro percorso nella direzione della riduzione dei consumi energetici e delle emissioni climalteranti e del miglioramento dell'efficienza energetica, che dovrà essere inquadrato in una generale prospettiva di sostenibilità ed ecocompatibilità.

2. Obiettivo principale: risparmio energetico e tutela ambientale
Ottenere un risparmio energetico sensibilmente ridotto, sia dal punto di vista economico, rendendo il Comune il più possibile autonomo energeticamente, sia dal punto di vista ecologico, privilegiando le tecnologie più pulite e più efficienti.

3. Obiettivi specifici:

  • - incentivare l'utilizzo di tecnologie con alti requisiti di risparmio energetico e di basso impatto ambientale valorizzando il contesto e l'identità locale
  • - favorire la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche verificando la possibilità di ricavare materiale energeticamente sfruttabile dal territorio
  • - promuovere una maggiore efficienza nell'utilizzo delle fonti energetiche, con particolare attenzione per l'illuminazione pubblica e le utenze pubbliche in generale
  • - consolidare e promuovere le attività agricole collegate al territorio, anche quale strategia per il presidio del territorio, al quale, ove opportunamente regolamentate, contribuiscono le stesse piccole produzioni agricole e l'agricoltura amatoriale
  • - preservare aree ed elementi di rilevanza naturalistica ed ambientale
  • - valorizzare le risorse storico-documentali e culturali del territorio.

Art. 60- Aree urbanizzate ed insediamenti diffusi

1. L'analisi dello stato di attuazione degli strumenti urbanistici vigenti mostra che ci sono ancora molte aree non realizzate; inoltre gli esiti di quanto attuato non appaiono complessivamente convincenti, sia per quanto riguarda aree pubbliche e spazi di pertinenza privata, sia per l'alta densità consentita dalle norme, sia per la scarsa attenzione all'inserimento nel contesto ed alle relazioni con la morfologia e gli elementi che connotano i luoghi.
D'altra parte il territorio comunale possiede un rilevante patrimonio edilizio esistente, nei centri e nel territorio extraurbano, non sempre adeguato agli standard ed alle esigenze attuali ed in parte sottoutilizzato, soprattutto nel caso dei nuclei rurali; in alcuni casi, abbastanza limitati, si riscontrano situazioni di parziale degrado e/o presenza di insediamenti/attività poco compatibili con l'intorno.

2. Obiettivo principale: razionalizzazione dello sviluppo edilizio e valorizzazione del patrimonio esistente
Ottimizzare lo sviluppo urbano, ridimensionando le trasformazioni ad una misura più confacente al contesto, e valorizzare il patrimonio esistente, commisurando gli interventi e gli usi alle caratteristiche dei manufatti, ove necessario anche con operazioni di rinnovo e di riqualificazione.

3. Obiettivi specifici:

  • - sviluppare i differenti contesti secondo capacità e sostenibilità; privilegiare il consolidamento dei centri principali
  • - recuperare il patrimonio edilizio esistente compatibilmente con le caratteristiche dei manufatti e con i luoghi
  • - integrare l'edilizia sociale negli interventi di trasformazione e riqualificazione
  • - razionalizzare e riqualificare le aree produttive
  • - prevedere adeguate modalità di insediamento per le attività terziarie
  • - valorizzare l'ospitalità come attività che si inserisce in un insieme curato e tutelato per le sue caratteristiche di pregio e di interesse - naturalistico, storico, culturale, paesaggistico - ma allo stesso tempo praticabile ed accogliente, invitante sia per i residenti stabilmente sia per i fruitori temporanei.

Art. 61- Spazi di relazione

1. L'uso intenso dell'auto e la poca attenzione agli spazi di relazione (le piazze, i giardini...) che ha connotato la maggior parte dell'urbanizzazione recente e contemporanea ha portato nei centri abitati principali alla scarsità di luoghi di aggregazione e soprattutto di spazi aperti di uso collettivo; quasi sempre ci si continua a riferire agli spazi presenti nei tessuti più antichi, che mantengono forte il loro carattere identitario. Lo spazio pubblico e collettivo della città recente è impoverito, è inutilizzabile, frammentato e difficilmente gestibile.

2. Obiettivo generale: incremento e riqualificazione degli spazi di relazione
Potenziare il sistema degli spazi pubblici nelle frazioni, creando una rete distribuita di spazi aperti realmente fruibili, ben collegata con le attrezzature di interesse collettivo.

3. Obiettivi specifici:

  • - rafforzare i luoghi centrali
  • - migliorare qualitativamente e quantitativamente gli spazi e le attrezzature di uso collettivo.

Art. 62- Mobilità

1. La struttura insediativa diffusa e l'organizzazione delle attività - lavorative, scolastiche, del tempo libero - implicano un uso esteso del territorio che comporta molti spostamenti interni ed esterni, incentivati anche dall'alto tasso di motorizzazione, che determina un sempre maggior numero di veicoli circolanti su una rete inadeguata. Alcuni tracciati si trovano a sostenere carichi di traffico impropri per le caratteristiche della sezione stradale e del percorso, soprattutto in alcuni punti molto critici, ed alcuni collegamenti sono insufficienti, in particolare tra il capoluogo e le frazioni. Inoltre le condizioni dei tracciati non risultano all'altezza del valore paesaggistico e panoramico che possiedono, con un'ulteriore spinta all'utilizzo dell'auto, unico mezzo per il quale gran parte della rete viaria è in grado di garantire un sufficiente livello di sicurezza. Non esistono percorsi ciclabili o ciclopedonali e gli stessi spazi pedonali, marciapiedi e percorsi, non sempre sono adeguati e spesso anzi mancano del tutto, e le dotazioni di parcheggi e di spazi di sosta per i veicoli spesso non sono sufficienti.

2. Obiettivo generale: miglioramento e differenziazione della mobilità
Individuare un assetto complessivo e creare i presupposti perché la viabilità funzioni in modo più efficiente, secondo una gerarchia corrispondente al ruolo di ciascun tracciato, e, allo stesso tempo, per rafforzare forme di mobilità complementari e/o alternative, che implichino un minore impatto di termini di costi, per la collettività e per i singoli, tenendo conto del contesto paesaggistico e del valore storico-culturale degli itinerari.

3. Obiettivi specifici:

  • - rendere funzionale la rete di collegamento principale
  • - incentivare e tutelare le forme di mobilità alternative
  • - valorizzare gli itinerari di interesse paesistico e tutelare gli elementi caratterizzanti i tracciati fondativi.

Titolo IX- Dimensionamento e direttive per il Regolamento Urbanistico

Art. 63- Dimensionamento del Piano

1. Le dimensioni massime sostenibili dal Piano Strutturale sono espresse in relazione alle U.T.O.E. ed articolate per funzioni secondo quanto previsto dalla L.R. 1/2005 e dai Regolamenti di attuazione. Il riepilogo del dimensionamento per l'intero territorio comunale è riportato nella tabella seguente.

Fermo restando il dimensionamento generale del Piano Strutturale, il Regolamento Urbanistico potrà disporre il trasferimento delle quantità totali in progetto in percentuale non superiore al 10% della dimensione massima ammissibile nella U.T.O.E. di destinazione del trasferimento; ciò non potrà comunque determinare la variazione delle previsioni - riferite al cambio d'uso nel territorio rurale o ad espansione, completamento e ristrutturazione urbanistica nelle aree urbane ed in quelle limitrofe - qualora esse siano prescritte dal Piano Strutturale in quantità pari a zero.

comune intero
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 6.407 397 1.670 0 1.670 2.068 8.475
residenza (mq. SUL) 14.700 61.800 0 61.800 76.500
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 48.500 0 48.500 48.500
attività ricettive (posti letto) 32 80 0 0 80 112

2. Il dimensionamento per la funzione residenziale comprende - per le aree urbane e limitrofe - eventuali destinazioni integrative e connesse ad essa, quali esercizi commerciali di vicinato, uffici privati e studi professionali ed artigianato di servizio o artistico compatibile con la residenza, con riferimento al sistema della residenza e dei luoghi centrali; per il territorio rurale il dimensionamento per la funzione residenziale, attraverso interventi di recupero con cambio d'uso, comprende eventuali destinazioni compatibili, quali attività di somministrazione di alimenti e bevande, uffici privati e studi professionali ed artigianato di servizio o artistico.

Il dimensionamento per le attività economiche - industria e artigianato, direzionale, commercio, commercio all'ingrosso - è riferito al sistema della produzione, dei luoghi centrali e della residenza.
Il dimensionamento per le attività turistico-ricettive non comprende l'agriturismo e le strutture extra-alberghiere con le caratteristiche della civile abitazione. Il parametro dei posti letto si intende comprensivo dei servizi integrativi aggiuntivi e dei servizi interni necessari alla gestione.

3. Il Piano Strutturale non prevede l'insediamento di grandi strutture di vendita.

4. Non sono considerati nel dimensionamento gli eventuali incrementi del carico urbanistico derivanti da interventi di ristrutturazione edilizia, sostituzione, addizione volumetrica e frazionamento e, per le aree urbane, cambio d'uso.

5. Il Regolamento Urbanistico, nella definizione del proprio quadro previsionale strategico quinquennale, dovrà indicare i dimensionamenti prelevati dal Piano Strutturale ed il saldo residuo. Le quantità contenute nel Regolamento Urbanistico che perdono efficacia ai sensi delle disposizioni dei comma 5 e 6 dell'art. 55 della L.R. 1/2005 rientrano nel dimensionamento da utilizzare nella definizione dei successivi quadri previsionali strategici quinquennali.

6. La stima dei nuovi abitanti teorici si basa sull'indice residenziale (Ir) di 37 mq. di SUL per ogni abitante, come definito all'art. 6 comma 4; tale parametro risulta ampiamente sottodimensionato in quanto l'attuale parametro reale è pari a circa 47 mq.

7. Il dimensionamento per le aree a standard è definito a livello complessivo, attraverso parametri di riferimento per l'intero territorio comunale. Fermo restando l'obbligo di verifica del raggiungimento delle quantità richieste a livello complessivo, il rispetto di tali parametri dovrà essere verificato anche all'interno delle singole U.T.O.E. con le seguenti precisazioni, in considerazione delle peculiari caratteristiche insediative nei differenti contesti:

  • - per quanto riguarda le dotazioni di verde nelle U.T.O.E. 2, 3, 4, 5;
  • - per quanto riguarda le dotazioni di parcheggi in tutte le U.T.O.E.;
  • - per quanto riguarda le dotazioni di attrezzature di interesse collettivo nelle U.T.O.E. 2, 3, 4;
  • - per quanto riguarda le dotazioni di servizi per l'istruzione nelle U.T.O.E. 2, 3 (Vaggio e Matassino fanno in parte riferimento alle attrezzature poste nei Comuni di Figline Valdarno e Reggello).
dimensionamento delle aree a standard dotazione attuale dotazione di progetto
(mq./ab.) verde 12,4 13
parcheggi 4,4 4,5
attrezzature di interesse collettivo 2,8 3
servizi per l'istruzione 3,4 4,5
totale 23 25

Art. 64- Interventi di recupero e di riconversione

1. Con il termine recupero si intendono gli interventi sul patrimonio edilizio esistente volti a "restituire funzionalità ai manufatti con effettiva consistenza edilizia, escludendo operazioni di demolizione e ricostruzione di volumi, manufatti accessori e strutture dismesse", comportanti dunque il cambio d'uso o l'aumento delle unità funzionali esistenti.

2. Non possono essere oggetto di recupero a fini residenziali manufatti non assimilabili ad edifici (tettoie, manufatti parzialmente chiusi, serre, porcilaie...), manufatti inconsistenti e/o realizzati con materiali impropri e fatiscenti. È altresì da escludere dalla categoria del recupero la ricostruzione di ruderi di edifici dei quali non siano leggibili almeno i 2/3 delle strutture in elevazione.

3. Non sono qualificate come interventi di recupero le operazioni che trasformano costruzioni esistenti in altre costruzioni mantenendo soltanto equivalenti superfici o volumi, o eventualmente una quota ridotta di essi, cioè considerando esclusivamente l'aspetto quantitativo del patrimonio edilizio: tali trasformazioni, che prevedono per il patrimonio edilizio esistente la demolizione e ricostruzione attraverso un completo riassetto insediativo sono indicate con il termine riconversione.

4. Il Regolamento Urbanistico definirà la consistenza minima dei manufatti da recuperare o da riconvertire.

5. Il Regolamento Urbanistico dovrà inoltre definire la dimensione minima ammissibile delle aree di pertinenza degli edifici per i quali sia previsto il mutamento della destinazione d'uso in base al P.A.P.M.A.A. e le relative opere di miglioramento ambientale.

6. La Superficie Utile Lorda minima per alloggio negli interventi di recupero non potrà essere inferiore a 80 mq. nel territorio rurale ed a 70 mq. nelle aree urbane. Il Regolamento Urbanistico potrà ammettere eventuali deroghe esclusivamente nel caso di realizzazione di più alloggi e/o di frazionamento e purché la deroga sia concessa relativamente ad una sola unità immobiliare.

Art. 65- Nuovo consumo di suolo

1. Interventi che prevedono nuovo consumo di suolo potranno essere realizzati esclusivamente come completamento ed espansione delle aree urbane corrispondenti al sottosistema residenziale R1, al sistema dei luoghi centrali L ed al sistema della produzione P e, limitatamente ad una quota non superiore al 3% delle nuove previsioni riferite alla U.T.O.E. di appartenenza, come completamento delle aree urbane corrispondenti al sottosistema residenziale R2.

2. Le aree da destinare all'edificazione per tali interventi sono reperibili esclusivamente nei sottosistemi V5 e V6; nel caso del sottosistema V3, oltre ad eventuali previsioni di infrastrutture ed attrezzature pubbliche oppure di spazi aperti pubblici e di uso pubblico legati alle trasformazioni, sono ammessi solo interventi di completamento, a ridefinizione del margine edificato, che non compromettano la tutela del corridoio ecologico individuato e la sua continuità e funzionalità.

Art. 66- Criteri per le attività turistico-ricettive

1. L'attività turistico-ricettiva sarà orientata ad un target di piccoli numeri in termini di ricettività ma con elevati standard di prestazioni e di servizi e strettamente correlata alle caratteristiche del territorio - in primo luogo la naturalità e la ruralità - ed alle produzioni locali.

2. L'insediamento di nuove attrezzature ricettive, ammesse esclusivamente nel territorio rurale attraverso interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, dovrà concorrere alla tutela ambientale e paesaggistica.
Il rilascio di titoli abilitativi e/o autorizzazioni relativi ad interventi nel settore turistico-ricettivo che prevedano un incremento significativo di posti letto dovrà pertanto essere subordinato alla stipula di una convenzione con l'Amministrazione Comunale, con la quale il richiedente si impegna ad effettuare una serie di operazioni finalizzate al mantenimento dei principali caratteri morfologici e paesaggistici del contesto ed in generale alla valorizzazione e tutela delle risorse ambientali esistenti.

Capo I- U.T.O.E.

Art. 67- U.T.O.E. 1 - Montagna

1. L'U.T.O.E. 1 è priva di centri urbani veri e propri, ma individua comunque un ambito chiaramente distinguibile ed autonomo, dove le forme insediative sono fortemente integrate alla morfologia dei luoghi, con una elaborata trama di percorsi, aggregazioni di edifici e sistemazioni delle pertinenze e delle aree coltivate che conserva un assetto di antico impianto e di grande valore paesistico; l'unico nucleo che possiede o meglio ha posseduto un carattere di centro è quello di Casabiondo, mentre sono presenti molti piccoli aggregati, oltre a singoli poderi, che si fanno sempre più rari e puntuali salendo verso la montagna. Molti complessi sono utilizzati per attività ricettive o per residenza saltuaria.
Comprende una superficie di 835 ha., pari al 45% del territorio comunale; la superficie corrispondente all'area insediata (sistema della residenza), esclusa la mobilità, è pari a circa 13.500 mq.

2. Obiettivi ed indirizzi:
Obiettivo principale è la conservazione attiva delle risorse ambientali e paesistiche esistenti, incentivando il mantenimento del presidio del territorio e modi di fruizione compatibili con la salvaguardia.
È prioritario il recupero del patrimonio edilizio esistente, esteso agli spazi aperti di pertinenza ed agli elementi strutturanti quali in particolare viabilità minore e terrazzamenti; dovranno pertanto essere evitati interventi che alterino i caratteri insediativi, tipologici ed architettonici originari e propri del contesto rurale.

3. Prescrizioni:
Il dimensionamento degli insediamenti dovrà rispettare i seguenti valori massimi:

Non è previsto alcun nuovo impegno di suolo, rispetto all'area insediata esistente. Non sono ammessi interventi di riconversione. Annessi rurali o altri manufatti di carattere produttivo, sempreché legittimi, non più utilizzati allo scopo per il quale furono realizzati, potranno essere adibiti esclusivamente a funzioni complementari e/o integrative a quella agricola attraverso interventi di recupero o eventuale sostituzione edilizia (qualora privi di valore architettonico, storico e/o documentale), in questo caso con riduzione della superficie coperta, contestuali ad operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica.

U.T.O.E. 1 Montagna
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 228 135 0 0 0 135 363
residenza (mq. SUL) 5.000 0 0 0 5.000
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 0 0 0 0
attività ricettive (posti letto) 0 50 0 0 50 50

4. Criteri e condizioni per la sostenibilità e la compatibilità ambientale:
Gli interventi previsti non comportano alcun significativo fattore di impatto ambientale ma, al contrario, si contraddistinguono per valorizzare il contesto.
Il modesto incremento di abitanti permanenti e/o temporanei non determina un sensibile carico urbanistico.
Dovranno comunque essere previsti sistemi di smaltimento e di depurazione dei reflui autonomi, previa preventiva valutazione dell'impatto dello scarico depurato sulla qualità del corpo idrico ricettore ed a condizione che si escluda l'insorgenza di problemi igienico-sanitari, connessi al sistema di smaltimento, e una possibile interferenza con le risorse idriche sotterranee. Dovrà inoltre essere effettuata una verifica delle condizioni per la previsione di eventuali interventi di rinnovo della rete di approvvigionamento dell'acquedotto.
Per quanto riguarda l'accessibilità, dovranno essere adottati gli accorgimenti necessari a garantire la tutela del reticolo viario esistente e la compatibilità ambientale e paesaggistica, nel rispetto dei contenuti dello Statuto dei luoghi ed in particolare delle disposizioni del Titolo VI.

Art. 68- U.T.O.E. 2 - Pian di Scò

1. L'U.T.O.E. 2, oltre al centro urbano del capoluogo, comprende l'altopiano e le appendici che si protendono sulle Balze, con gli insediamenti sparsi di Codilungo, Montecarelli, Campiglia..., e il fondovalle del Resco a monte di Vaggio con il nucleo di Simonti; è l'area dove l'insediamento è più diffuso. L'intenso uso di quest'ambito, abitato e vissuto con continuità, da una parte, e la minore percezione della presenza di emergenze storico-architettoniche o naturalistiche sembra avere portato a più evidenti fenomeni di trasformazione e di alterazione e, nonostante la presenza di elementi di pregio e di valore, in generale il livello qualitativo degli insediamenti, delle sistemazioni esterne, dei singoli manufatti, appare più basso.
Nel capoluogo sono localizzate la maggior parte delle attrezzature e dei servizi pubblici e collettivi, oltre che delle attività commerciali; sono presenti inoltre diverse attività produttive, per lo più nelle zone a margine di via Carducci e al Palagio.
Comprende una superficie di 343 ha., pari al 19% del territorio comunale; la superficie corrispondente all'area insediata (sistemi della residenza, dei luoghi centrali e della produzione), esclusa la mobilità, è pari a circa 612.500 mq.

2. Obiettivi ed indirizzi:
Obiettivi principali sono il consolidamento del ruolo centrale e delle funzioni urbane ad esso pertinenti per l'area del capoluogo e la riqualificazione degli spazi pubblici e collettivi, con maggiore integrazione dei differenti tessuti insediativi e ridefinizione dei margini, il miglioramento dell'accessibilità, anche con specifici interventi per risolvere le criticità puntuali legate alla viabilità ed alla sosta, il sostegno alla mobilità dolce, anche attraverso l'individuazione di percorsi ciclopedonali, e la valorizzazione del territorio aperto circostante.
È prioritario individuare assetti urbani che mantengano un rapporto equilibrato con il contesto, soprattutto rispetto alle peculiari caratteristiche geomorfologiche dell'area circostante ed in particolare in corrispondenza dell'orlo dei pianalti.
Tra le aree produttive e quelle destinate alla residenza ed ai luoghi centrali dovrà essere mantenuta adeguata distanza, ove possibile prevedendo fasce verdi di compensazione e filtro, evitando che gli insediamenti con differente prevalenza di attività e funzioni siano posti in continuità.

3. Prescrizioni:
Il dimensionamento degli insediamenti dovrà rispettare i seguenti valori massimi:

Sono da privilegiare gli interventi di riqualificazione di aree sottoutilizzate e/o degradate interne all'area urbanizzata.
Il nuovo impegno di suolo indotto da interventi di espansione e completamento (esclusa la nuova edificazione di lotti interclusi) non potrà determinare un incremento dell'area insediata esistente superiore al 25% dell'attuale.
Non sono ammessi interventi di riconversione nel territorio rurale. Annessi rurali o altri manufatti di carattere produttivo, sempreché legittimi, non più utilizzati allo scopo per il quale furono realizzati, potranno essere adibiti esclusivamente a funzioni complementari e/o integrative a quella agricola attraverso interventi di recupero o eventuale sostituzione edilizia (qualora privi di valore architettonico, storico e/o documentale), in questo caso con riduzione della superficie coperta, contestuali ad operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica; in alternativa potranno essere attuate operazioni di trasferimento, attraverso meccanismi di perequazione richiamati al successivo art. 77, che consentano una appropriata ri-localizzazione nelle aree insediate o in quelle ad esse limitrofe, con destinazioni d'uso residenziali, industriali/artigianali, commerciali e/o di servizio.

U.T.O.E. 2 Pian di Scò
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 2.598 108 741 0 741 849 3.447
residenza (mq. SUL) 4.000 27.400 0 27.400 31.400
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 30.000 0 30.000 30.000
attività ricettive (posti letto) 32 0 0 0 0 32

4. Criteri e condizioni per la sostenibilità e la compatibilità ambientale:
Dovrà essere effettuata una verifica delle condizioni per la previsione di eventuali interventi di rinnovo della rete di approvvigionamento dell'acquedotto.
Nelle aree più esterne, non collegate alla rete fognaria, dovranno essere previsti sistemi di smaltimento e di depurazione dei reflui autonomi, previa preventiva valutazione dell'impatto dello scarico depurato sulla qualità del corpo idrico ricettore ed a condizione che si escluda l'insorgenza di problemi igienico-sanitari, connessi al sistema di smaltimento, e una possibile interferenza con le risorse idriche sotterranee.
La realizzazione di nuovi tracciati viari ed in particolare della viabilità di collegamento con Faella è subordinata alle verifiche di dettaglio di fattibilità geomorfologica e di sostenibilità paesaggistica, da mettere a punto in sede di approfondimento progettuale preliminare. Ove possibile il progetto dovrà prevedere l'adeguamento di tracciati esistenti.
Ai fini della difesa dal rischio, gli interventi dovranno in particolare tenere conto delle condizioni di pericolosità geomorfologica correlate alle scarpate in erosione attiva.

Art. 69- U.T.O.E. 3 - Faella

1. Abbastanza simili alla precedente, per quanto comunque con un minore grado di dispersione, sono le condizioni insediative nell'U.T.O.E. 3, anche se in un contesto differente per caratteristiche morfologiche e paesaggistiche, formato dal fondovalle relativamente ampio del Faella e dalle vallecole minori ad esso afferenti, da colline basse e dall'imponente fondale delle Balze; oltre al centro piuttosto compatto di Faella, si riconoscono una serie di insediamenti originariamente minori ma che in tempi piuttosto recenti sono cresciuti dando forma a piccoli aggregati, in particolare nell'area ad est (Il Pino, Casariccio, Sportico).

Nel centro abitato principale sono localizzati attrezzature e servizi ed attività commerciali; le zone produttive sono localizzate fuori dall'abitato, lungo la viabilità principale, mentre all'interno del tessuto urbano della frazione sono presenti alcuni insediamenti produttivi, in parte non più in attività.
Comprende una superficie di 410 ha., pari al 22% del territorio comunale; la superficie corrispondente all'area insediata (sistemi della residenza, dei luoghi centrali e della produzione), esclusa la mobilità, è pari a circa 385.000 mq.

2. Obiettivi ed indirizzi:
Obiettivi principali sono il consolidamento del ruolo centrale e delle funzioni urbane ad esso pertinenti per l'area di Faella e la riqualificazione degli spazi pubblici e collettivi, con maggiore integrazione dei differenti tessuti insediativi e ridefinizione dei margini, il miglioramento dell'accessibilità, anche con specifici interventi per risolvere le criticità puntuali legate alla viabilità ed alla sosta, il sostegno alla mobilità dolce, anche attraverso l'individuazione di percorsi ciclopedonali, il rafforzamento delle relazioni con gli spazi verdi fluviali e la valorizzazione del territorio aperto circostante, comprese le Balze.
È prioritario individuare assetti urbani che mantengano un rapporto equilibrato con il contesto, sia rispetto alla trama del reticolo idrografico, mantenendo i varchi inedificati, sia rispetto alle peculiari caratteristiche geomorfologiche dell'area circostante.
Tra le aree produttive e quelle destinate alla residenza ed ai luoghi centrali dovrà essere mantenuta adeguata distanza, ove possibile prevedendo fasce verdi di compensazione e filtro, evitando che gli insediamenti con differente prevalenza di attività e funzioni siano posti in continuità.

3. Prescrizioni:
Il dimensionamento degli insediamenti dovrà rispettare i seguenti valori massimi:

Sono da privilegiare gli interventi di riqualificazione di aree sottoutilizzate e/o degradate interne all'area urbanizzata.
Il nuovo impegno di suolo indotto da interventi di espansione e completamento (esclusa la nuova edificazione di lotti interclusi) non potrà determinare un incremento dell'area insediata esistente superiore al 35% dell'attuale.
Non sono ammessi interventi di riconversione nel territorio rurale. Annessi rurali o altri manufatti di carattere produttivo, sempreché legittimi, non più utilizzati allo scopo per il quale furono realizzati, potranno essere adibiti esclusivamente a funzioni complementari e/o integrative a quella agricola attraverso interventi di recupero o eventuale sostituzione edilizia (qualora privi di valore architettonico, storico e/o documentale), in questo caso con riduzione della superficie coperta, contestuali ad operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica; in alternativa potranno essere attuate operazioni di trasferimento, attraverso meccanismi di perequazione richiamati al successivo art. 77, che consentano una appropriata ri-localizzazione nelle aree insediate o in quelle ad esse limitrofe, con destinazioni d'uso residenziali, industriali/artigianali, commerciali e/o di servizio.

U.T.O.E. 3 Faella
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 2.289 95 584 0 584 678 2.967
residenza (mq. SUL) 3.500 21.600 0 21.600 25.100
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 16.000 0 16.000 16.000
attività ricettive (posti letto) 0 30 0 0 30 30

4. Criteri e condizioni per la sostenibilità e la compatibilità ambientale:
In considerazione della problematica relativa al fabbisogno idrico, la realizzazione di nuovi insediamenti dovrà essere condizionata alla realizzazione delle opere di potenziamento delle infrastrutture attuali. Dovrà inoltre essere effettuata una verifica delle condizioni per la previsione di eventuali interventi di rinnovo della rete di approvvigionamento dell'acquedotto.
Nelle aree più esterne, non collegate alla rete fognaria, dovranno essere previsti sistemi di smaltimento e di depurazione dei reflui autonomi, previa preventiva valutazione dell'impatto dello scarico depurato sulla qualità del corpo idrico ricettore ed a condizione che si escluda l'insorgenza di problemi igienico-sanitari, connessi al sistema di smaltimento, e una possibile interferenza con le risorse idriche sotterranee.
La realizzazione della viabilità di collegamento con il capoluogo è subordinata alle verifiche di dettaglio di fattibilità geomorfologica e di sostenibilità paesaggistica, da mettere a punto in sede di approfondimento progettuale preliminare. Ove possibile il progetto dovrà prevedere l'adeguamento di tracciati esistenti.
Ai fini della difesa dal rischio, gli interventi dovranno in particolare tenere conto delle condizioni di pericolosità geomorfologica dovute ai fenomeni gravitativi nei versanti a monte dell'abitato e delle condizioni di pericolosità idraulica.

Art. 70- U.T.O.E. 4 - Vaggio

1. La U.T.O.E. che fa riferimento a Vaggio occupa il fondovalle lungo il Resco tra Matassino e il capoluogo e la prima fascia collinare immediatamente retrostante. L'insediamento è composto da un centro molto compatto e chiaramente delimitato, in particolare a nord-est e a sud-ovest, dove sono localizzati i nuclei di antica formazione di Commezzano e di Case Failla, oltre naturalmente al lato nord dove l'abitato costeggia il corso d'acqua. In generale si osserva una dispersione insediativa nettamente meno pronunciata rispetto alle altre U.T.O.E.
Nel centro abitato sono localizzate alcune attività produttive e commerciali; non sono presenti attrezzature e servizi, eccetto gli spazi verdi e di parcheggio.
Comprende una superficie di 143 ha., pari al 8% del territorio comunale; la superficie corrispondente all'area insediata (sistemi della residenza e dei luoghi centrali), esclusa la mobilità, è pari a circa 126.500 mq.

2. Obiettivi ed indirizzi:
Obiettivi principali sono il potenziamento del ruolo centrale di Vaggio, riqualificando ed arricchendo gli spazi pubblici e collettivi, il miglioramento dell'accessibilità, il sostegno alla mobilità dolce, anche attraverso l'individuazione di percorsi ciclopedonali (ad esempio lungo via del Vecchietto), anche in sinergia con interventi promossi dalle Amministrazioni contermini, il rafforzamento delle relazioni con gli spazi verdi fluviali e la valorizzazione del territorio aperto circostante.

3. Prescrizioni:
Il dimensionamento degli insediamenti dovrà rispettare i seguenti valori massimi:

Sono da privilegiare gli interventi di riqualificazione di aree sottoutilizzate e/o degradate interne all'area urbanizzata.
Il nuovo impegno di suolo indotto da interventi di espansione e completamento (esclusa la nuova edificazione di lotti interclusi) non potrà determinare un incremento dell'area insediata esistente superiore al 35% dell'attuale.
Non sono ammessi interventi di riconversione nel territorio rurale. Annessi rurali o altri manufatti di carattere produttivo, sempreché legittimi, non più utilizzati allo scopo per il quale furono realizzati, potranno essere adibiti esclusivamente a funzioni complementari e/o integrative a quella agricola attraverso interventi di recupero o eventuale sostituzione edilizia (qualora privi di valore architettonico, storico e/o documentale), in questo caso con riduzione della superficie coperta, contestuali ad operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica; in alternativa potranno essere attuate operazioni di trasferimento, attraverso meccanismi di perequazione richiamati al successivo art. 77, che consentano una appropriata ri-localizzazione nelle aree insediate o in quelle ad esse limitrofe, con destinazioni d'uso residenziali, industriali/artigianali, commerciali e/o di servizio.

U.T.O.E. 4 Vaggio
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 797 27 131 83 214 241 1.038
residenza (mq. SUL) 1.000 4.845 3.055 7.900 8.900
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 0 1.000 1.000 1.000
attività ricettive (posti letto) 0 0 0 0 0 0

4. Criteri e condizioni per la sostenibilità e la compatibilità ambientale:
In considerazione della problematica relativa al fabbisogno idrico, la realizzazione di nuovi insediamenti dovrà essere condizionata alla realizzazione delle opere di potenziamento delle infrastrutture attuali. Dovrà inoltre essere effettuata una verifica delle condizioni per la previsione di eventuali interventi di rinnovo della rete di approvvigionamento dell'acquedotto.
Nelle aree più esterne, non collegate alla rete fognaria, dovranno essere previsti sistemi di smaltimento e di depurazione dei reflui autonomi, previa preventiva valutazione dell'impatto dello scarico depurato sulla qualità del corpo idrico ricettore ed a condizione che si escluda l'insorgenza di problemi igienico-sanitari, connessi al sistema di smaltimento, e una possibile interferenza con le risorse idriche sotterranee.
La realizzazione della viabilità di collegamento esterna all'abitato è subordinata alle verifiche di dettaglio di fattibilità idraulica, geomorfologica e di sostenibilità paesaggistica, da mettere a punto in sede di approfondimento progettuale preliminare. Ove possibile il progetto dovrà prevedere l'adeguamento di tracciati esistenti.
Ai fini della difesa dal rischio, gli interventi dovranno in particolare tenere conto delle condizioni di pericolosità idraulica.

Art. 71- U.T.O.E. 5 - Matassino, Ontaneto, Montalpero

1. L'U.T.O.E. 5 comprende il margine del fondovalle dell'Arno e le colline retrostanti, dove, a partire da una serie di nuclei lungo la strada Urbinese si è sviluppato un insediamento lineare cresciuto in maniera poco organizzata, anche a causa della suddivisione amministrativa che ha determinato scelte non coordinate. Un peso rilevante è quello della fornace, con l'area di cava adiacente, tutt'ora in attività; gli altri insediamenti produttivi, almeno per quanto concerne il territorio comunale di Pian di Scò, sono aree prevalentemente artigianali miste al commercio, in parte dismesse. La dotazione di attrezzature e servizi è modesta, facendo riferimento a quanto presente invece nelle aree urbane immediatamente adiacenti di Figline Valdarno e di Reggello.
Comprende una superficie di 114 ha., pari al 6% del territorio comunale; la superficie corrispondente all'area insediata (sistemi della residenza, dei luoghi centrali e della produzione), esclusa la mobilità, è pari a circa 242.000 mq.

2. Obiettivi ed indirizzi:
Obiettivi principali sono il rafforzamento e la riqualificazione degli spazi pubblici e collettivi, in particolare per quanto riguarda la viabilità interna all'abitato, il sostegno alla mobilità dolce, anche attraverso l'individuazione di percorsi ciclopedonali (ad esempio lungo via del Vecchietto e con un collegamento alla riva destra del Resco), in sinergia con interventi promossi dalle Amministrazioni contermini, il recupero di aree degradate o sottoutilizzate, la valorizzazione del territorio aperto circostante, compresa l'area della cava una volta terminata l'attività di escavazione.
È prioritario individuare assetti urbani che mantengano un rapporto equilibrato con il contesto, mantenendo i varchi inedificati, rispetto alle peculiari caratteristiche geomorfologiche dell'area circostante.

3. Prescrizioni:
Il dimensionamento degli insediamenti dovrà rispettare i seguenti valori massimi:

Le quantità previste per direzionale e commercio potranno essere attuate esclusivamente attraverso interventi di ristrutturazione urbanistica.
Non è previsto alcun nuovo impegno di suolo, rispetto all'area insediata esistente.
Non sono ammessi interventi di riconversione nel territorio rurale. Annessi rurali o altri manufatti di carattere produttivo, sempreché legittimi, non più utilizzati allo scopo per il quale furono realizzati, potranno essere adibiti esclusivamente a funzioni complementari e/o integrative a quella agricola attraverso interventi di recupero o eventuale sostituzione edilizia (qualora privi di valore architettonico, storico e/o documentale), in questo caso con riduzione della superficie coperta, contestuali ad operazioni di riqualificazione ambientale e paesaggistica; in alternativa potranno essere attuate operazioni di trasferimento, attraverso meccanismi di perequazione richiamati al successivo art. 77, che consentano una appropriata ri-localizzazione nelle aree insediate, con destinazioni d'uso residenziali, industriali/artigianali, commerciali e/o di servizio.

U.T.O.E. 5 Matassino, Ontaneto, Montalpero
dimensionamento degli insediamenti quantità attuali quantità in progetto totale
cambio d'uso (territorio rurale) espansione, completamento, ristrutturazione urbanistica (aree urbane e limitrofe) totale in progetto
recupero nuove previsioni residuo confermato nuove previsioni in aggiunta totale nuove previsioni
abitanti (31/12/2010) 495 32 132 0 132 165 660
residenza (mq. SUL) 1.200 4.900 0 4.900 6.100
industria e artigianato, direzionale, commercio (mq. SUL) 0 0 1.500 1.500 1.500
attività ricettive (posti letto) 0 0 0 0 0 0

4. Criteri e condizioni per la sostenibilità e la compatibilità ambientale:
Dovrà essere effettuata una verifica delle condizioni per la previsione di eventuali interventi di rinnovo della rete di approvvigionamento dell'acquedotto.
Nelle aree più esterne, non collegate alla rete fognaria, dovranno essere previsti sistemi di smaltimento e di depurazione dei reflui autonomi, previa preventiva valutazione dell'impatto dello scarico depurato sulla qualità del corpo idrico ricettore ed a condizione che si escluda l'insorgenza di problemi igienico-sanitari, connessi al sistema di smaltimento, e una possibile interferenza con le risorse idriche sotterranee.
Ai fini della difesa dal rischio, gli interventi dovranno in particolare tenere conto delle condizioni di pericolosità geomorfologica dovute ai fenomeni gravitativi nei versanti a monte degli abitati e delle condizioni di pericolosità idraulica.

Titolo X- Attuazione

Art. 72- Gestione del Piano

1. L'Amministrazione Comunale ha la responsabilità generale delle politiche sul territorio e coordina e controlla la definizione degli interventi previsti dal Piano Strutturale, garantendo la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione dei cittadini alle scelte di governo del territorio.

2. Dovranno pertanto essere attivate adeguate forme di monitoraggio del territorio attraverso la sistemazione e l'integrazione continua dei dati conoscitivi, all'interno del Sistema Informativo Territoriale comunale, ed in particolare con l'aggiornamento periodico e costante nel tempo delle conoscenze sullo stato dell'ambiente.
Dovrà inoltre essere predisposta la verifica periodica dello stato di attuazione del Regolamento Urbanistico e della rispondenza alle finalità ed agli obiettivi del Piano Strutturale.

Art. 73- Edilizia sostenibile

1. Gli atti di governo del territorio e gli altri strumenti per la regolamentazione delle attività che intervengono sul territorio dovranno predisporre apposita normativa per progettare gli interventi in funzione dei fattori climatici e dei parametri meteorologici (esposizione ai venti dominanti, irraggiamento solare, condizioni microclimatiche) ed in relazione al tessuto urbano limitrofo, al fine di ottimizzare le allocazioni e le soluzioni progettuali in un'ottica di sostenibilità ambientale (massimizzazione del risparmio energetico e di risorse naturali in generale, minimizzazione dell'esposizione ad emissioni inquinanti, ecc.).

2. Le trasformazioni che comportino un incremento significativo dei consumi energetici dovranno essere subordinate alla verifica dell'adozione di idonee misure di razionalizzazione e contenimento dei consumi.

3. Nei principali interventi di trasformazione dovrà essere prevista la realizzazione di impianti vegetazionali per il miglioramento della qualità dell'aria e del microclima e per la compensazione dell'incremento delle emissioni di anidride carbonica.

Art. 74- Indirizzi per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili

1. Fermo restando quanto stabilito dalla normativa sovraordinata nazionale e regionale, l'installazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili dovrà essere disciplinata nel rispetto dei criteri riportai ai seguenti comma.

2. Gli impianti solari (fotovoltaici e termici) sugli edifici, al fine di ridurre l'effetto di inquinamento visivo e minimizzare l'impatto, dovranno essere integrati nella copertura; la realizzazione degli impianti negli edifici esistenti dovrà essere accompagnata dalla riqualificazione dell'intera copertura, con eliminazione degli elementi incongrui.

3. Per gli impianti solari a terra deve essere previsto il minimo impatto sul territorio, adottando opere di mitigazione e di integrazione nel contesto attraverso la predisposizione di fasce arboree e/o arbustive, tenendo conto delle visuali panoramiche, della visibilità da strade e da ogni altro spazio pubblico e della vicinanza a nuclei di interesse architettonico e storico-documentario; dovrà inoltre essere assicurato il rispetto della distanza di maggior cautela dalle abitazioni esistenti.
Gli impianti non dovranno modificare la morfologia dei luoghi, la naturale pendenza dei terreni e l'assetto idrogeologico dei suoli, garantendo il ripristino dell'uso originario.

4. Per gli impianti eolici dovrà essere effettuata una attenta e puntuale ricognizione degli elementi caratterizzanti il contesto, verificandone l'inserimento con la simulazione dell'esito dell'intervento ed assicurando il rispetto della distanza di maggior cautela dalle abitazioni esistenti, e dovrà essere effettuata una previsione dell'alterazione del clima acustico anche al fine di adottare eventuali misure di mitigazione.

5. Gli impianti a biomassa dovranno essere alimentati da filiera corta, privilegiando la parte biodegradabile dei prodotti e residui provenienti dall'agricoltura e dalla silvicoltura.
Nell'ottica di valorizzare le risorse del bosco, il Regolamento Urbanistico disciplinerà la realizzazione di eventuali spazi tecnici per le caldaie a cippato o a legna quale dotazione a supporto dell'uso abitativo nell'ambito del territorio rurale.

6. Nel caso di aree agricole, verificati prioritariamente gli aspetti paesaggistici e tecnici, dovrà essere privilegiato l'utilizzo di aree degradate o abbandonate e/o non più funzionali all'attività agricola.

7. La connessione alla rete elettrica esistente dovrà essere realizzata tramite linee interrate, salvo dimostrazione di impossibilità tecnica. Le costruzioni accessorie dovranno essere limitate alle opere ed alle infrastrutture strettamente necessarie all'esercizio degli impianti.

Capo I- Regolamento Urbanistico

Art. 75- Rapporto tra Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico

1. Nella redazione del Regolamento Urbanistico sono consentite parziali e limitate modifiche alle indicazioni contenute nel Piano Strutturale sulla base di conoscenze di dettaglio ed ulteriori approfondimenti. In particolare sono ammesse variazioni conseguenti all'uso di basi cartografiche a scala maggiore.

2. La definizione dei sistemi funzionali, per quanto attiene ai sistemi della residenza, dei luoghi centrali e della produzione, potrà essere modificata in sede di Regolamento Urbanistico tenendo conto delle previsioni di completamento ed espansione delle aree insediate attuabili secondo le prescrizioni, le limitazioni ed criteri individuati al Titolo IX.

Art. 76- Aree di trasformazione

1. Per la trasformazione degli assetti urbanistico-edilizi dovranno essere stabilite norme di dettaglio, anche attraverso la redazione di schede-norma, per orientare la progettazione dei nuovi interventi verso una maggiore qualità degli spazi urbani con particolare riferimento all'inserimento nel contesto ed alle relazioni con la morfologia dei luoghi, alla disposizione e fruizione degli spazi pubblici e collettivi, alla corretta esposizione ed in generale alle prestazioni di comfort e benessere ambientale, al risparmio energetico ed alla accessibilità.

2. Per la definizione delle aree di trasformazione da inserire nel quadro previsionale quinquennale del Regolamento Urbanistico l'Amministrazione Comunale potrà avvalersi dello strumento dell'avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali finalizzate all'attuazione degli obiettivi e delle strategie del Piano Strutturale da parte dei soggetti interessati.
In tale caso nell'avviso dovranno essere esplicitati i criteri di selezione e valutazione delle proposte, che dovranno privilegiare in particolare la qualità progettuale in relazione agli elementi citati al comma precedente ed i benefici collettivi attesi, tenendo altresì conto della fattibilità tecnica ed economica e degli impegni assunti a garanzia della corretta e completa realizzazione degli interventi proposti.

Art. 77- Perequazione

1. Al fine di garantire un'equa distribuzione dei diritti edificatori ed il perseguimento degli obiettivi individuati dal Piano, in termini di dotazione di infrastrutture, di attrezzature e di standard e di un corretto sviluppo insediativo, secondo i principi di sostenibilità precedentemente richiamati, il Regolamento Urbanistico adotterà specifici criteri di perequazione. Attraverso tali criteri saranno in particolare disciplinate le modalità di cessione delle aree da acquisire al patrimonio pubblico, e quelle di trasferimento delle potenzialità edificatorie.

2. La perequazione urbanistica si applicherà alle aree interessate da interventi di trasformazione urbanistica secondo il principio per il quale i proprietari, indipendentemente dalle specifiche destinazioni assegnate alle singole aree, partecipano, in misura proporzionale alle proprietà possedute, sia alla capacità edificatoria sia agli oneri derivanti dalla realizzazione delle dotazioni territoriali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità urbana.

3. La perequazione fondiaria permetterà di acquisire al patrimonio comunale terreni da destinare alla realizzazione di infrastrutture, attrezzature e dotazioni ambientali.

4. Nel caso di situazioni di degrado appartenenti al territorio rurale, in presenza di edifici incongrui e/o fatiscenti per i quali non sia ipotizzabile una riconversione funzionale nella stessa posizione, nell'ambito delle destinazioni d'uso ammesse, il Regolamento Urbanistico potrà disciplinare con meccanismi di perequazione operazioni di trasferimento verso le aree urbane o quelle ad esse limitrofe nel rispetto delle prescrizioni del precedente Titolo IX.
Il Regolamento Urbanistico potrà prevedere l'istituzione del "registro dei crediti edilizi" al fine di riconoscere i diritti edificatori derivanti dalla demolizione senza ricostruzione di edifici incongrui e/o fatiscenti, autorizzati o comunque risultanti da atti pubblici, da utilizzare nelle aree candidate ad accogliere la superficie in trasferimento; l'efficacia del credito edilizio sarà comunque condizionata alla realizzazione di interventi di riqualificazione e di ripristino dello stato dei luoghi nelle aree cedenti capacità edificatoria.

Art. 78- Edilizia sociale

1. Il Regolamento Urbanistico dovrà individuare meccanismi procedurali ed amministrativi ed eventuali incentivi che agevolino la realizzazione di alloggi in affitto concordato con l'Amministrazione comunale o altre forme di edilizia convenzionata, sia negli interventi di trasformazione sia di recupero.

2. Potranno inoltre essere adottati criteri di perequazione integrata al fine di coinvolgere il privato nel finanziamento dell'edilizia sociale, così come delle attrezzature collettive.

Art. 79- Criteri per gli standard urbanistici e dotazioni di parcheggi

1. Per la verifica delle dotazioni di standard urbanistici nei nuovi insediamenti - derivanti da interventi di nuova edificazione e/o di ristrutturazione urbanistica - oggetto di piano attuativo il Regolamento Urbanistico dovrà prevedere i seguenti parametri minimi:

  • - per insediamenti prevalentemente residenziali 30 mq./37 mq. di SUL, dei quali 5 mq. per parcheggi pubblici;
  • - per insediamenti prevalentemente terziari 80 mq./100 mq. di SUL, dei quali 40 mq. per parcheggi pubblici;
  • - per insediamenti prevalentemente produttivi 20 mq./100 mq. di ST, dei quali 10 mq. per parcheggi pubblici.

2. Il Regolamento Urbanistico definirà inoltre le dotazioni minime di aree per gli standard urbanistici richieste per gli interventi che comunque comportino incremento del carico urbanistico.

3. Analogamente le quantità minime richieste per la dotazione di parcheggi privati pertinenziali e di parcheggi per la sosta di relazione saranno stabilite tenendo conto dell'incremento di carico urbanistico. Nel caso di destinazione residenziale dovrà essere di norma assicurata la dotazione di un posto auto per ogni alloggio.

Art. 80- Aree connotate da condizioni di degrado

1. Il Regolamento Urbanistico dovrà individuare le aree connotate da condizioni di degrado da sottoporre ad interventi di recupero secondo i seguenti criteri:

  1. a) degrado urbanistico, dove ci sia carenza della funzionalità dell'impianto urbano, dovuta all'insufficienza delle opere di urbanizzazione primaria o secondaria presenti;
  2. b) degrado edilizio, dove ci siano ridotte condizioni di abitabilità o d'utilizzazione degli edifici a causa di precarie condizioni statiche, fatiscenza di finiture ed impianti o inadeguatezza tipologica;
  3. c) degrado socioeconomico, dove sussistano condizioni di abbandono o sovraffollamento degli immobili oppure siano presenti destinazioni improprie e non compatibili con l'intorno insediativo;
  4. d) degrado ambientale, dove sussistano condizioni di dissesto fisico legate alle risorse essenziali del territorio o nei casi di presenza di ampie aree libere impropriamente utilizzate e abbandonate.

Capo II- Altri atti di governo del territorio

Art. 81- Piani attuativi

Art. 81 Piani attuativi

1. I piani attuativi danno attuazione alle previsioni di massima del Regolamento Urbanistico e dettagliano principi insediativi, morfologia dell'edificato, conformazione e prestazioni degli spazi pubblici, procedure e tempi, rapporti tra i diversi operatori coinvolti, compresa l'Amministrazione Comunale.

2. Il Regolamento Urbanistico definisce gli ambiti che devono e che possono essere interessati da piani attuativi d'iniziativa pubblica, privata o mista.

Art. 82- Piani di settore

1. Il Piano strutturale costituisce il riferimento generale per l'esercizio ed il coordinamento delle politiche comunali di governo del territorio: tutti i piani, i programmi e i regolamenti comunali di settore sono elaborati o aggiornati in conformità con i contenuti del Piano Strutturale.

2. I piani di settore devono essere valutati sulla base della loro conformità al Piano Strutturale, da esplicitare all'atto di approvazione.

3. Il Piano della distribuzione e localizzazione delle funzioni ha l'obiettivo di definire la disciplina relativa ai cambi di destinazione d'uso, nel rispetto di quanto previsto in particolare al precedente Titolo VII.
Esso dovrà tutelare gli insediamenti storici, consentire l'integrazione delle destinazioni residenziali con attività compatibili e promuovere operazioni di riqualificazione dei tessuti insediativi degradati o sottoutilizzati, verificando la disponibilità di adeguati spazi ed infrastrutture di supporto.
Esso sarà elaborato sulla base di un quadro conoscitivo dettagliato degli usi esistenti, in particolare ai piani terra, e dovrà prevedere una specifica attività di monitoraggio in fase di gestione.

4. Per la Programmazione urbanistica commerciale ed il Regolamento del commercio in sede fissa, sulla base di un quadro conoscitivo dettagliato delle risorse e della struttura commerciale dovranno essere effettuati la valutazione delle esigenze di mobilità indotte e la definizione delle esigenze di parcheggi pubblici e privati, facendo riferimento a quanto previsto in particolare al Capo III (Luoghi centrali) del precedente Titolo VII.

5. Il Piano Strutturale recepisce, quale parte integrante del proprio quadro conoscitivo il Piano Comunale di Classificazione Acustica approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 45 del 28/07/2004.
In fase di revisione o aggiornamento dovranno essere prodotte campagne fonometriche specifiche in relazione alle infrastrutture viarie e dovranno essere individuati indirizzi per la mitigazione del rumore prodotto dal traffico veicolare, principale fonte di rumorosità.

6. Il Piano Comunale d'Emergenza per la Protezione Civile dovrà definire direttive integrate con quelle relative alla trasformazione ed alla tutela del territorio predisponendo la classificazione complessiva dei rischi e delle aree interessate dagli stessi; in particolare dovrà valutare i rischi connessi con le risorse essenziali del territorio ed i rischi derivanti dagli insediamenti produttivi.

Ultimo aggiornamento
29/05/2023, 11:34