Norme tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

TITOLO VI INDICAZIONI PER IL TRATTAMENTO DEL SUOLO

CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 80 Elementi del progetto di suolo

1. Nelle Tavv. "Usi del suolo e modalità di intervento" sono indicati gli elementi semplici vegetazionali ed artificiali, che devono essere utilizzati nella realizzazione degli spazi aperti. Sono elementi semplici vegetali ed artificiali:
  • i percorsi pedonali;
  • i percorsi ciclo-pedonali;
  • le aree stradali;
  • gli spazi aperti attrezzati;
  • le aree pavimentate;
  • le aree pavimentate alberate;
  • le aree semipermeabili;
  • le aree semipermeabili alberate;
  • le aree permeabili;
  • le aree permeabili alberate;
  • i filari;
  • le barriere vegetali;
  • le fasce ripariali;
  • le masse boschive.
2. Vengono definiti elementi complessi gli spazi scoperti di uso pubblico a verde e pavimentati: giardini, parchi, piazze, impianti sportivi scoperti e orti urbani (come definiti ai precedenti artt. 57-58).
3. Quando nelle tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento" all'interno degli spazi scoperti di uso pubblico a verde e pavimentati di elementi complessi, vengono indicati elementi semplici vegetazionali ed artificiali, le indicazioni per il trattamento del suolo riferite a questi ultimi prevalgono su quelle generali riferite agli elementi complessi.
4. Nella realizzazione degli elementi semplici e complessi artificiali, dovranno essere rispettate le norme di riduzione dell'impermeabilizzazione superficiale di cui alla DCR 21 giugno 1994 n.230.
5. Gli articoli successivi forniscono i criteri di progettazione (dimensioni, caratteristiche geometriche, prestazioni ed elementi costitutivi) degli elementi semplici e degli elementi complessi.

CAPO II ELEMENTI COMPLESSI

Art. 81 Giardini

1. I nuovi giardini dovranno essere realizzati attraverso la sistemazione di prati, alberature, siepi, viali e spazi di sosta non pavimentati.
2. Non sono ammesse all'interno dei nuovi giardini aree attrezzate per lo sport.
3. Eventuali chioschi non potranno avere una Sc superiore a 4 mq.
4. Sono ammessi, all'interno dei nuovi giardini, spazi attrezzati per il gioco dei bambini e dei ragazzi.
5. Sono ammesse, nel caso le tavole "Usi del suolo e modalita d'intervento" riportano esplicitamente la destinazione d'uso, aree attrezzate per manifestazioni all'aperto subordinatamente alla stipula di una convenzione con l'Amministrazione Comunale che ne garantisca l'uso pubblico.
In tal caso è ammessa la realizzazione di strutture smontabili coerenti con il contesto paesistico, sono consentite esclusivamente opere di ancoraggio tali da garantire alla cessazione dell'attività il ripristino della situazione originaria dei luoghi. Tali aree devono avere le caratteristiche delle aree permeabili ai sensi dell'art. 91 delle presenti NTA.

Art. 82 Parchi

1. Nella eventuale riorganizzazione dei parchi esistenti e nella realizzazione di nuovi, si dovrà curare in particolare:
  • il rapporto con il contesto storico attraverso l'analisi critica delle permanenze e dei materiali naturali ed artificiali dell'impianto storico.
  • la coerenza della articolazione funzionale con le esigenze di tutela del paesaggio e con la morfologia naturale;
  • la selezione dei materiali naturali ed artificiali dal catalogo della tradizione rurale;
  • la coerenza dell'impianto vegetazionale e l'individuazione di logiche d'impianto e di accostamento sulla base di criteri ecologico-dimensionali, formali e funzionali;
  • la limitazione delle superfici a prato con alberi sparsi a favore dell'aumento di superfici a prato con erba non tagliata e superfici coperte da impianti boscati densi o arbusteti;
  • lo studio di una adeguata illuminazione;
  • la protezione della fauna selvatica attraverso sistemazioni del suolo, della copertura vegetazionale, dell'illuminazione, che tengano in dovuto conto le esigenze edafiche della fauna terrestre ed avicola (stanziale e di passo) nonché la predisposizione di passaggi per la piccola fauna.
2. Potranno essere realizzate strutture di tipo leggero per ospitare servizi di custodia e di ristoro, per attività didattiche e di informazione: queste potranno occupare una percentuale massima pari a 1% della superficie complessiva dell'impianto, e comunque non superiore a 300 mq. di Sc. L'altezza massima, ove non sia diversamente specificato, non deve superare 3,50 ml.
Tali strutture, da consentire se necessarie alla sicurezza, funzionalità e migliore fruizione degli spazi, dovranno avere posizione ed accessibilità tali da non richiedere la realizzazione di nuovi tratti stradali e da risultare compatibili con il contesto ambientale. A tali fini potranno anche essere recuperate le eventuali costruzioni agricole.
3. E' consentita la collocazione di isole ecologiche, previa verifica di inserimento nell'impianto spaziale complessivo dello spazio verde.

Art. 82bis Orti urbani

Per orti urbani si intendono aree nelle quali è ammessa la realizzazione di orti sociali non recintati per la produzione a fini di autoconsumo nonché per la salvaguardia delle risorse genetiche autoctone.
Tali aree dovranno avere le seguenti caratteristiche:
  • - avere posizione ed accessibilità tali da non richiedere la realizzazione di nuovi tratti stradali e da risultare compatibili con il contesto ambientale;
  • - è ammessa la realizzazione di manufatti ad uso ricovero attrezzi semplicemente appoggiati a terra. Sono consentite esclusivamente opere di ancoraggio che non comportino alcuna modificazione dello stato dei luoghi;
  • - allo scopo di minimizzarne l'impatto sul paesaggio, i manufatti devono essere realizzati utilizzando un'unica tipologia ed essere realizzati accorpati. Ogni manufatto, la cui superficie non può superare i mq. 4 (H max ml. 2.20), deve essere realizzato in legno e pavimento in terra battuta con copertura in legno o a coppi e tegole;
  • - nei casi nei quali l'area sia inferiore a mq. 500 è ammessa la realizzazione di un unico manufatto ad uso comune;
  • - non è ammesso l'utilizzo di materiali inquinanti, lamiere o altri materiali di riciclo.

Art. 83 Piazze

Il disegno delle nuove piazze dovrà garantire in primo luogo il confort del pedone e curare in particolare:
  • l'eventuale sistemazione di alberature
  • l'eventuale disposizione di spazi a parcheggio e di ingresso degli automezzi agli edifici, come eventuali spazi destinati al carico ed allo scarico delle merci, senza che questi ostacolino i percorsi pedonali né condizionino in modo forte il disegno e l'immagine della piazza
  • lo studio di una adeguata illuminazione della piazza.

Art. 84 Campi sportivi scoperti

1. Nella realizzazione di nuovi campi sportivi scoperti si dovrà prevedere che almeno il 30% dell'intera superficie dovrà essere sistemata a prato ed il 10% a parcheggio alberato.
2. I confini ed i perimetri dei campi dovranno essere segnati da alberature e le recinzioni dovranno essere realizzate in mattoni pietra o con siepi.
3. All'interno delle aree per campi sportivi sono previste solo costruzioni atte ad ospitare gli spogliatoi, i servizi di ristoro e l'accettazione.
4. Non sono ammessi palloni pressostatici anche se temporanei.

CAPO III ELEMENTI SEMPLICI

Art. 85 Percorsi pedonali

1. I nuovi percorsi pedonali dovranno garantire il passaggio e la sosta di persone e carrozzine. In ambito urbano dovranno inoltre consentire, ove possibile, anche il transito lento di automezzi di emergenza.
2. Gli elementi di ingombro (alberi isolati, impianti per l'illuminazione, sedute, cabine telefoniche, impianti tecnologici, pubblicità e informazione, punti di raccolta dei rifiuti) dovranno essere allineati e collocati in una fascia di larghezza costante.
3. Tutti i percorsi e le eventuali rampe inclinate dovranno essere realizzate nel rispetto delle norme per il superamento delle barriere architettoniche.

Art. 86 Percorsi ciclo-pedonali

1. Nella realizzazione dei nuovi percorsi dovranno essere privilegiate pavimentazioni realizzate in terra stabilizzata, mentre le canalette laterali saranno preferibilmente in pietra e porfido, acciottolato, laterizi pieni o erbose. L'eventuale uso di altri materiali è ammesso prevalentemente in contesto urbano (all'interno dei centri abitati).
2. La larghezza delle piste ciclabili non può essere inferiore a 1,50 ml se a senso unico, a 2,50 ml se a doppio senso.
3. Le piste ciclabili dovranno comunque essere realizzate tenendo conto dei "Principali criteri e standard progettuali per le piste ciclabili" pubblicate dal Ministero delle aree urbane con circolare n.432 del 31/3/93 e delle "Linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili" emanate dal Ministro dei Lavori Pubblici.

Art. 87 Area stradale

1. L'area stradale si compone: di carreggiate, spartitraffico, banchine, marciapiedi, piste ciclabili; di fasce di connessione verdi con alberature isolate, filari, siepi e barriere, di spazi pedonali, di bande polivalenti, corsie di servizio e di spazi per la manovra e l'inversione di marcia.
2. Per le strade di nuovo impianto dovranno essere osservate le dimensioni relative a ciascuno degli elementi costitutivi, così come indicate al Titolo V, Capo VI - "Sistema della mobilità (M)", delle presenti norme.
3. In caso di ristrutturazione le dimensioni esistenti, quando consentito, dovranno essere ricalibrate con allargamento dei marciapiedi e ridimensionamento delle carreggiate alle dimensioni minime consentite dalle presenti norme.

Art. 88 Spazi aperti attrezzati

1. Sono spazi, generalmente pavimentati, destinati in modo specifico allo svolgimento di funzioni riferite al tempo libero, al gioco ed allo sport.
2. Quando contenuti all'interno di giardini o parchi, tali spazi individuano l'area di riferimento per i chioschi di cui al punto 3 dell'art.81 e per le strutture di tipo leggero del punto 2 e delle isole ecologiche del punto 3 dell'art. 82.
3. Quando contenuti all'interno di campi sportivi scoperti, tali spazi individuano l'area di riferimento per le nuove costruzioni consentite dal punto 3 dell'art.84.

Art. 89 Aree pavimentate

1. Dovranno essere progettate e realizzate curando sia gli aspetti funzionali che quelli percettivi. Tra questi in particolare dovranno essere verificati: i caratteri delle superfici e le proprietà fisiche dei materiali utilizzati, la percorribilità, il sistema di drenaggio e di captazione delle acque meteoriche.
2. Nella realizzazione delle aree pavimentate, secondo i limiti stabiliti dalla tabella successiva è previsto l'utilizzo dei seguenti materiali:
  • pietra, con tipologie di materiali e di taglio riferite alla tradizione locale;
  • pietra artificiale;
  • cemento, posato mediante caldana, piastrelle autobloccanti e non;
  • materiali ceramici quali gres e klinker;
  • laterizi, con tipologie di materiali e di taglio riferite alla tradizione locale;
  • asfalto;
  • gomma e materiali sintetici.
SISTEMIPietraPietra artif.CementoCeramicaLateriziAsfaltoGomma
V1ammessotolleratoNONOtolleratoNONO
V2ammessotolleratoNONOammessoNONO
V3NONONONONONONO
V4tolleratoNONONOtolleratoNONO
V5ammessotolleratotolleratoNOammessotolleratotollerato
R1ammessotolleratoNONOammessoNONO
R2ammessoammessotolleratoNOammessoNONO
R3tolleratoammessoammessotolleratotolleratotolleratotollerato
L1ammessotolleratoNONOammessoNONO
L2tolleratoammessoammessotolleratotolleratotolleratotollerato
L3ammessotolleratoNONOammessoNONO
P1tolleratotolleratoammessoammessoNOammessoNO
P2tolleratotolleratoammessoammessoNOammessoNO

Art. 90 Aree pavimentate alberate

1. Valgono tutte le indicazioni e prescrizioni relative alle aree pavimentate riportate al precedente art.89, con l'obbligo di predisporre l'impianto di specie arboree per una parte non inferiore al 50% dell'intera superficie dell'area.
2. Nella realizzazione delle nuove aree pavimentate alberate, la disposizione degli impianti vegetazionali dovrà essere basata su definite geometrie di impianto con preferenza per il tipo a quinconce e bicoccato regolare o irregolare.

Art. 91 Aree permeabili

1. Le aree permeabili sono superfici che assorbono almeno il 70% delle acque meteoriche (dato ottenibile dai certificati prestazionali dei materiali impiegati) senza necessità che esse vengano convogliate altrove mediante opportuni sistemi di drenaggio e canalizzazione. Ove non diversamente prescritto la superficie delle aree di pertinenza delle alberature dovrà essere permeabile.
2. Nella realizzazione delle aree permeabili, secondo i limiti stabiliti dalla tabella successiva è previsto l'utilizzo dei seguenti materiali:
  • terra battuta;
  • ghiaia;
  • erba, anche con l'utilizzo di materassini di consolidamento.
SISTEMITerra battutaGhiaiaErba
V1ammessoammessoammesso
V2ammessoammessoammesso
V3ammessoammessoammesso
V4ammessoammessoammesso
V5tolleratotolleratoammesso
R1tolleratotolleratotollerato
R2tolleratotolleratotollerato
R3tolleratotolleratoammesso
L1tolleratotolleratotollerato
L2tolleratotolleratoammesso
L3ammessoammessoammesso
P1tolleratotolleratotollerato
P2tolleratotolleratotollerato

Art. 92 Area permeabili alberate

1. Valgono tutte le indicazioni e prescrizioni relative alle aree permeabili riportate al precedente art.91, con l'obbligo di predisporre l'impianto di specie arboree per una parte non inferiore al 70% dell'intera superficie dell'area.
2. Nella realizzazione delle nuove aree pavimentate alberate, la disposizione degli impianti vegetazionali dovrà essere basata su definite geometrie di impianto con preferenza per il tipo a quinconce e bicoccato regolare o irregolare.

Art. 93 Aree semipermeabili

1. Le aree semipermeabili sono superfici pavimentate che assorbono tra il 50% ed il 70% delle acque meteoriche (dato ottenibile dai certificati prestazionali dei materiali impiegati) senza necessità che esse vengano convogliate altrove mediante opportuni sistemi di drenaggio e canalizzazione.
2. Nella realizzazione delle aree semipermeabili, secondo i limiti stabiliti dalla tabella successiva è previsto l'utilizzo dei seguenti materiali:
  • autobloccanti in cemento "trasparenti" (tipo prato)
  • legno, riferito all'utilizzo di doghe o masselli appoggiati od annegati nel suolo.
SISTEMIAuto-bloccantiLegno
V1ammessotollerato
V2 ammessotollerato
V3NONO
V4 ammessotollerato
V5ammessotollerato
R1tolleratotollerato
R2ammessotollerato
R3ammessotollerato
L1tollerato tollerato
L2ammessotollerato
L3 ammessotollerato
P1tolleratoNO
P2tolleratoNO

3. Sono consentite realizzazioni che attraverso l'utilizzo combinato di materiali riferiti alle aree pavimentate (art.89) ed alle aree permeabili (art.91) mantengano le percentuali di assorbimento indicate al precedente punto 1.

Art. 94 Aree semipermeabili alberate

1. Valgono tutte le indicazioni e prescrizioni relative alle aree permeabili riportate al precedente art.91, con l'obbligo di predisporre l'impianto di specie arboree per una parte non inferiore al 50% dell'intera superficie dell'area.
2. Nella realizzazione delle nuove aree pavimentate alberate, la disposizione degli impianti vegetazionali dovrà essere basata su definite geometrie di impianto con preferenza per il tipo a quinconce e bicoccato regolare o irregolare.

Art. 95 Filare

1. A garanzia di un corretto inserimento paesistico si farà riferimento per i filari campestri e di margine fra città (centri abitati) e campagna alla tradizione rurale, privilegiando il ricorso a specie tipiche di percorsi e delimitazioni poderali, mentre per i filari urbani sarà privilegiato il ricorso a specie idonee alla realizzazione di viali.
2. Dal punto di vista del tipo di impianto i filari si distinguono in "fitti" e "radi". La scelta tra filari "fitti" e "radi" dovrà rispondere ad esigenze specifiche di progetto (trasparenza, creazione di barriera visiva).
3. Nei filari "fitti" la distanza minima tra gli alberi (misurata con riferimento alle chiome) è di 0,50 ml., la distanza massima di 1,50 ml. Nei filari "radi" la distanza minima è di 1,50 ml. La distanza dei filari dai bordi delle strade sarà disposta in riferimento alle disposizioni del Nuovo Codice della strada e successive integrazioni e modifiche.
4. Gli alberi utilizzati per la realizzazione di filari, in rapporto alla loro altezza, sono così classificati:
di I° grandezza le specie di altezza superiore ai 20 metri;
di II° grandezza le specie di altezza compresa tra 8 e 20 metri;
di III° grandezza le specie di massima altezza pari a 8 metri.
5. Nella ristrutturazione di filari urbani esistenti e nei casi di nuovo impianto dovranno essere particolarmente curati:
  1. la forma e la dimensione delle aree permeabili di impianto, privilegiando la messa a dimora su aiuola continua non pavimentata (larga minimo 2,50 m per alberi di I° e II° grandezza e 1,50 m per alberi di III° grandezza). In presenza di elementi che non consentano la realizzazione dell'aiuola continua, si dovrà prevedere al piede delle piante, una superficie non pavimentata coperta con un grigliato. In tali casi la superficie minima varierà in relazione alla grandezza: per alberi di I° e II° grandezza almeno 10 mq, per alberi di III° almeno 1,5 mq.
  2. gli interassi tra gli alberi da definire con la seguente regola:
    per alberi di I° grandezza 10-12 ml.;
    per alberi di II° grandezza 8 ml.;
    per alberi di III° grandezza 4 ml.
  3. le distanze dagli edifici da definire con la seguente regola:
    per alberi di I° grandezza 7 ml.;
    per alberi di II° grandezza 5 ml.;
    per alberi di III° grandezza 3 ml.
  4. le distanze dalle recinzioni da definire con la seguente regola:
    per alberi di I° grandezza 3,5 ml.;
    per alberi di II° grandezza 3 ml.;
    per alberi di III° grandezza 2 ml.
  5. le distanze da infrastrutture sotterranee (minimo 4 ml.).

Art. 96 Barriere vegetali

1. Le barriere vegetali sono costituite da fasce boscate ad alta densità (copertura pari al 100%) con impianto irregolare. Sono composte da specie arboree ed arbustive molto resistenti alle emissioni inquinanti atmosferiche e sonore, in grado di assorbire e trattenere polveri, fumi e rumore.
2. In relazione alle prestazioni richieste variano la composizione specifica, la densità e la morfologia di impianto delle barriere vegetali che, in rapporto alla funzione specifica che devono assolvere, si dividono in:
  • barriere visive
  • barriere frangivento
  • barriere antipolveri ed antirumore

3. Salvo specifica e diversa indicazione nelle tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento", nella realizzazione delle barriere vegetali si dovranno rispettare le seguenti indicazioni:
  1. barriere visive: dovranno essere costituite da fasce alberate, monofilare con sesto d'impianto fitto o rado e spessore minimo pari a 5-6 metri, o plurifilare con sesto d'impianto fitto o rado e disposizione a quinconce. In alcuni casi saranno da preferire specie a foglie persistenti;
  2. barriere frangivento: dovranno essere costituite da fasce alberate monofilare o plurifilare, composte dalle specie Tamerix gallica, Populus nigra, Populus nigra italica ed organizzate secondo le disposizioni previste per le barriere visive. Sono possibili integrazioni con specie arbustive;
  3. barriere antipolveri ed antirumore: dovranno essere costituite da fasce boscate di spessore minimo pari a 18 ml. (ottimale 30 ml.) ad alta densità di impianto. Le specie arboree ed arbustive dovranno essere selezionate in considerazione del portamento e delle caratteristiche dell'apparato fogliare, una quota parte delle quali dovrà essere a foglie persistenti per garantire l'efficacia della barriera durante tutto l'anno.

Art. 97 Fasce ripariali

1. Le fasce ripariali sono costituite da una copertura arborea ad alta densità, con impianto irregolare. Queste dovranno assolvere alla funzione di consolidare e proteggere il suolo e di mitigare e compensare gli impatti ambientali.
2. La scelta della densità deve essere compiuta in funzione del ruolo prevalente assegnato alla fascia ripariale: consolidamento e protezione del suolo, mitigazione e compensazione.

Art. 98 Massa boschiva

1. Per massa boschiva si intende un raggruppamento minimo di specie costitutive del bosco. Essa può assolvere la funzione di rinaturalizzare le aree incolte, di consolidare e proteggere il suolo, di mitigare e compensare gli impatti ambientali e di fornire una produzione lignea.
2. Il rapporto di copertura dello strato arboreo non potrà comunque scendere sotto il 50% (normalmente compreso tra 60 ed 80%).
3. La scelta della densità deve essere compiuta in funzione del ruolo prevalente assegnato alla formazione boschiva: rinaturalizzazione di aree incolte, consolidamento e protezione del suolo, mitigazione e compensazione, produzione lignea.

TITOLO VII INDICAZIONI PER L'EDIFICAZIONE

Art. 99 Disposizioni generali

1. Gli interventi di nuova edificazione, sono quelli finalizzati a creare una o più nuove opere autonome o dipendenti da altre preesistenti, secondo parametri riportati nelle presenti norme tecniche.
1bis. Gli interventi di nuova edificazione con destinazione turistico-ricettiva dovranno essere supportati da "piano industriale" che dia conto dell'efficacia di lungo periodo degli interventi proposti sia per gli effetti innovativi sia rispetto alla loro congruità economica, sociale e occupazionale.
2. Nelle tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento", per gli interventi di nuova edificazione, sono riportate particolari indicazioni riferite agli allineamenti ed agli assi geometrici di orientamento principali.
3. Negli interventi di nuova edificazione previsti dal Regolamento Urbanistico la Superficie accessoria del nuovo edificio, così come definita all'art.17 non potrà essere superiore al 20% della Superficie netta consentita.
4. Per gli edifici a destinazione esclusiva non residenziale, il limite di cui al precedente punto 3 è esteso fino al 30% della Superficie netta consentita.
4bis. L'eventuale quota di Sa eccedente i limiti di cui ai commi 3 e 4 è computata come Sn.
4ter. I nuovi edifici dovranno essere progettati secondo regole di sostenibilità energetica ed ambientale seguendo i criteri delle "Linee guida per l'edilizia sostenibile in Toscana" nonché secondo quanto previsto dai D.lgs 192/2005, D.lgs 311/2006 e s.m.i.
5. Negli interventi di nuova edificazione dovranno essere rispettate le norme di riduzione dell'impermeabilizzazione di cui alla DCR 21 giugno 1994 n.230 ed in particolare:
  • nella realizzazione di nuovi edifici si dovrà garantire il mantenimento di una superficie permeabile pari ad almeno il 25% della superficie fondiaria.
  • nella realizzazione di nuovi edifici produttivi dovranno essere verificate e rispettate le norme di cui al precedente art. 37 (bacini di accumulo) delle presenti norme.
6. Relativamente agli interventi di nuova edificazione residenziale, il dimensionamento massimo ammissibile e quello indicato nelle schede "Dimensionamento residenziale" rispetto all'UTOE di appartenenza (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 100 Allineamento

L'allineamento rappresenta il riferimento per la linea di proiezione in pianta della facciata di uno o più edifici; rispetto ad esso sono possibili arretramenti parziali, ma non sono ammessi sbalzi (ad eccezione di pensiline).

Art. 101 Asse geometrico di orientamento principale

Costituisce il riferimento planimetrico per l'orientamento degli assi principali delle nuove costruzioni. L'asse geometrico di orientamento principale non rappresenta linee di allineamento o fronti continui.

TITOLO VIII ZONE TERRITORIALI OMOGENEE

Art. 102 Disposizioni generali

1. Il Regolamento Urbanistico, per le aree sottoposte ad interventi di trasformazione, definisce la massima estensione planimetrica ed il massimo numero dei piani fuori terra realizzabili, in funzione della loro appartenenza ad una zona territoriale omogenea.
2. Il Regolamento Urbanistico prevede le seguenti zone territoriali omogenee:
  • A: zone del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale, comprese le aree circostanti che possono esserne considerarate parte integrante
  • B: zone del territorio totalmente o parzialmente edificate diverse dalle zone A
  • C: zone del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o scarsamente edificate ed infrastrutturate
  • D: zone del territorio destinate ad insediamenti industriali, artigianali e commerciali
  • E: zone territorio destinate ad usi agricoli e ad essi assimilabili
  • F: zone del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale.

Art. 103 zone A

Le zone A corrispondono alle parti del territorio nelle quali il processo di costruzione urbana è sostanzialmente terminato e sedimentato, dando luogo a stratificazioni più o meno complesse.
In linea generale tali zone sono soggette prevalentemente ad interventi di conservazione e di limitato, ma continuo adeguamento alle esigenze dei nuovi abitanti e delle loro attività.

Art. 104 zone B

Le zone B corrispondono alle parti della città nelle quali il processo di costruzione non può ancora considerarsi concluso, per la presenza di parti numerose parti edificabili, ma non ancora edificate od adeguatamente attrezzate.

Art. 105 zone C

1. Le zone C corrispondono alle parti di città nelle quali il processo di costruzione urbana non è ancora iniziato, ma è previsto dal Piano.
2. Le zone C, in funzione del numero dei piani e del rapporto di copertura in esse consentito, sono così articolate:
ZonaNumero piani%
mq/mq
(Rc)
C1 110
C2120
C32 10
C4220
C52 30
C6240

Art. 106 zone D

1. Le zone D corrispondono alle parti di città e di territorio, esistenti o di nuova costruzione, che il Piano destina prevalentemente e secondo quanto previsto dalla Disciplina dei Sistemi, alle attività produttive.
2. Le zone D, in funzione del numero dei piani e del rapporto di copertura in esse consentito, sono così articolate:
ZonaNumero piani%
mq/mq
(Rc)
D1110
D2 120
D3210
D42 20
D5230
D6240
D7130
D8140
D9150
D10160
D11260

Art. 107 zone E

Le zone E corrispondono alle parti del territorio che il Piano riserva alle attività agricole.
All'interno delle zone E vige il divieto di aperture di nuove cave (salvo quelle previste dal Piani Regionali) e di predisposizione di qualsiasi discarica, deposito e immagazzinamento di materiali di rifiuto e di rottami, fatte salve le discariche in atto regolarmente autorizzate.

Art. 108 zone F

1. Le zone F corrispondono alle parti di città e di territorio che il Piano riserva per attrezzature urbane.
2. Le aree appartenenti al patrimonio indisponibile del demanio ricadenti all'interno delle zone F non sono soggette ad esproprio, secondo quanto disposto dall'Art.828 del Codice civile.
3. Le zone F, in funzione del numero dei piani e del rapporto di copertura in esse consentito, sono così articolate:
ZonaNumero piani%
mq/mq
(Rc)
F1110
F2120
F3210
F4220
F5230
F6240

TITOLO IX INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE

CAPO I DISPOSIZIONI GENERALI

Art. 109 Interventi consentiti e vietati

1. Il Regolamento Urbanistico, nel rispetto dei contenuti e delle indicazioni dello "Statuto dei luoghi" di cui al Titolo VI delle norme del Piano Strutturale, stabilisce e definisce i singoli tipi di intervento relativi a tutti gli edifici e spazi aperti.
2. Per ciascun'area individuata nelle tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento", è indicata la categoria d'intervento e la sua eventuale articolazione, attraverso una sigla che rimanda alle disposizioni di cui al successivo Capo II "Aree Urbane".
3. Gli interventi consentiti nelle diverse aree fanno riferimento alle definizioni generali degli interventi di cui agli artt. 78 e 79 della L.R. 1/2005 e riportati all'art.112 delle presenti norme, salvo limitazioni e/o precisazioni riferite agli elementi costituivi degli edifici, eventualmente riportate nei successivi artt. 113, 114, 115 e 116 delle presenti norme.
4. Quando l'indicazione del tipo di intervento si riferisce ad una parte del territorio ogni area ivi inclusa è assoggettata a quel tipo di intervento, con esclusione delle strade per le quali valgono le prescrizioni relative ai sistemi e sottosistemi.
5. Gli interventi di manutenzione ordinaria sono estesi a tutti gli edifici e spazi aperti.
6. Gli interventi di manutenzione straordinaria sono estesi a tutti gli edifici e spazi aperti con esclusione di quelli sottoposti ad intervento di restauro.
7. I diversi tipi di intervento sono articolati in operazioni che possono riferirsi sia agli edifici (opere interne ed opere esterne), sia agli spazi aperti. Essi riguardano qualunque tipo di edificio e di spazio aperto qualunque sia la loro destinazione d'uso.
7bis. Nel caso di "ruderi" o comunque in presenza di interventi che comportino la ricostruzione di parti consistenti del fabbricato, si dovrà necessariamente procedere all'individuazione della presunta conformazione originaria, attraverso una accurata ricerca storico documentale.
Il progetto di "ricostruzione" dovrà comunque caratterizzarsi come operazione sostanziale di recupero dei caratteri, oltre che della conformazione originaria del complesso dal punto di vista volumetrico architettonico.
In assenza di dati certi riferiti alle originarie quantità volumetriche e/o alla struttura morfologica, anche se non esplicitamente indicato, l'attuazione dell'intervento dovrà avvenire previo piano di recupero nell'ambito del quale saranno valutati e stabiliti e precisati tutti i parametri quantitativi, quelli qualitativi e le condizioni generali per il completo recupero e ricostruzione del manufatto. Tali indicazioni valgono anche nel caso di edifici per i quali non sia stato indicato il tipo di intervento nelle tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento" o nelle schede normative di riferimento per gli interventi sugli edifici rurali e le case sparse di cui all'art. 118.
7ter. Nel caso di edifici per i quali siano indicati interventi di restauro o risanamento conservativo e venga dettagliatamente dimostrato che l'edificio si trova, al momento dell'intervento, in stato di "rudere"e quindi si dimostra l'impossibilità di sottoporlo ad interventi di restauro, si applica quanto previsto al precedente comma 7 bis.
8. Negli interventi sugli edifici esistenti è sempre vietato:
  • l'impiego di elementi e materiali per i quali non sia nota la compatibilità chimica, fisica e meccanica con gli elementi e materiali originari;
  • l'aumento consistente del peso proprio degli elementi strutturali o dei sovraccarichi, con pregiudizio della resistenza di alcune parti o dell'intero fabbricato;
  • l'inserimento di elementi la cui rigidezza, superiore a quella delle parti adiacenti, possa indurre effetti nocivi sulla stabilità dell'intero edificio o di sue parti.
8 bis. Nel Sistema ambientale e nei relativi Sottosistemi e Ambiti considerati zone a prevalente o esclusiva funzione agricola, non è ammessa la nuova edificazione a destinazione residenziale. Per gli edifici ricadenti in tale Sistema e nei relativi Sottosistemi ed Ambiti di cui agli artt. 60, 61, 62, 63,64, 65, 66, 67 delle presenti N.T.A. la funzione residenziale è esclusivamente legata ad interventi sul patrimonio edilizio esistente. 9. Per gli edifici ricadenti in aree da sottoporre ad interventi di conservazione e/o di riqualificazione, al solo scopo di agevolare il mantenimento delle funzioni residenziali in atto o l'eventuale recupero delle stesse nel rispetto delle caratteristiche, sono ammesse deroghe alle vigenti disposizioni in materia di altezze minime interpiano e di standard tecnologici e igienico sanitari, in riferimento ai disposti dell'art.4 della L.R. 21 maggio 1980 n.59.
10. Negli interventi sugli spazi aperti è sempre vietato:
  • l'impiego diffuso di specie vegetazionali non autoctone né consolidate rispetto agli spazi aperti in oggetto;
  • l'impiego di elementi e materiali per i quali non sia nota la compatibilità chimica, fisica e meccanica con gli elementi e materiali originari.
10 bis. Negli spazi aperti, all'interno delle aree urbane appartenenti ai Sottosistemi R2 e R3 e sottoposte ad interventi di riqualificazione rq4, rq5, è ammessa, una tantum, la realizzazione di piccole strutture di supporto alla residenza adibite a ricovero attrezzi e materiali per la manutenzione e gestione degli spazi aperti di pertinenza a condizione che:
  • - non siano già presenti manufatti adibiti a tale scopo;
  • - la superficie complessiva non superi i mq. 15 e l'altezza max i ml. 2,40. Tale superficie complessiva massima dovrà, comunque, essere valutata anche sulla base della dimensione e delle caratteristiche del lotto;
  • - tali manufatti siano posizionati in modo da ridurre al minimo l'impatto visivo e comunque nella parte tergale del lotto e non prospicienti pubbliche vie;
  • - vengano realizzati con caratteri coerenti con il contesto.
10 ter. Negli spazi aperti, all'interno delle aree urbane possono essere realizzate strutture temporanee destinate a serre, che non siano a servizio di attività agricola, solo alle seguenti condizioni:
  • - siano destinate a mera protezione delle essenze vegetali;
  • - siano strutture stagionali limitate al periodo invernale;
  • - siano di dimensioni (superficie complessiva max mq. 35) e tipologie tali da renderne inequivocabile la loro utilizzazione a serra;
  • - siano realizzate con materiale leggero che consenta il passaggio della luce in ogni sua parte;
  • - non siano ancorate stabilmente al suolo;
  • - siano rimosse al termine del periodo invernale.
11. In tutte le definizioni relative alle modalità di intervento contenute nelle presenti norme, compreso le schede degli "Schemi Direttori" e degli "Edifici rurali e case sparse", valgono le definizioni riportate nel glossario di cui al successivo art.110.

Art. 110 Glossario interventi

  1. Consolidamento: insieme di operazioni finalizzate al recupero della resistenza e della efficienza statica, anche con miglioramento delle caratteristiche meccaniche originarie;
  2. Modifica: insieme di operazioni che comporta l'introduzione di nuovi elementi e l'eliminazione di elementi esistenti o di parti di essi;
  3. Protezione: insieme di operazioni finalizzate alla tutela e alla conservazione delle condizioni esistenti di elementi architettonici o di parti di essi;
  4. Pulitura: insieme di operazioni finalizzate alla rimozione della patina superficiale di detriti, in genere riferito alle superfici lapidee (faccia a vista o di elementi decorativi), agli intonaci, alle superfici degli elementi metallici e lignei;
  5. Rifacimento (o rinnovo): operazione di sostituzione reimpiegando stessi materiali e stesse tecnologie dell'elemento sostituito;
  6. Ripristino (o riparazione): insieme di operazioni finalizzate al recupero delle condizioni originarie, senza alterazioni delle caratteristiche esistenti;
  7. Sostituzione: insieme di operazioni finalizzate alla messa in opera di nuovi elementi (o parti di essi) al posto di elementi esistenti, con l'uso di materiali e tecnologie anche differenti da quelli esistenti.

Art. 111 Definizione degli elementi costitutivi degli edifici

  1. sono elementi strutturali:
    • le strutture di fondazione;
    • le strutture verticali continue e puntiformi;
    • le strutture orizzontali piane: solai, terrazzi e balconi
    • le strutture voltate;
    • le strutture di collegamento verticale: scale, ascensori e montacarichi;
    • le strutture di copertura di qualsiasi tipo;
    • i porticati e le logge;
    • gli elementi di presidio statico catene, speroni, etc.
  2. sono elementi complementari interni:
    • le pareti non portanti;
    • le controsoffittature piane e voltate;
    • i soppalchi;
  3. sono elementi complementari esterni:
    • le aperture: finestre, porte, etc.
    • i lucernari
    • le pensiline;
  4. sono elementi di finitura:
    • le superfici parietali esterne: intonaci, coloriture esterne, superfici murarie faccia a vista;
    • gli elementi decorativi: marcapiani, elementi delimitanti le aperture, etc.;
    • gli infissi, i serramenti ed i sistemi di oscuramento;
    • le ringhiere e le inferriate;
    • gli elementi non strutturali della copertura;
  5. sono elementi tecnici:
    • gli impianti tecnologici;
    • i sistemi di protezione degli orizzontamenti e delle strutture verticali (gattaiolati, vespai, scannafossi, drenaggi, etc.).

Art. 112 Definizioni generali degli interventi sul patrimonio edilizio esistente (in riferimento agli artt. 78 e 79 della L.R. 1/2005)

  1. a) interventi di manutenzione ordinaria, ossia quelli riguardanti la riparazione, il rinnovamento e la sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti. Devono riguardare solo gli elementi di finitura e quelli tecnici, senza alterare gli elementi strutturali, la divisione dei locali, le caratteristiche originarie e la sua destinazione.
  2. b) interventi di manutenzione straordinaria, ossia le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico - sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari; detti interventi non possono comportare modifiche della destinazione d'uso;
  3. c) interventi di restauro e di risanamento conservativo, ossia quelli rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurare la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essa compatibili; tali interventi comprendono:
    c.1) il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio;
    c.2) l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso;
    c.3) l'eliminazione degli elementi estranei a l'organismo edilizio;
    c.4) gli interventi sistematici, eseguiti mantenendo gli elementi tipologici formali e strutturali dell'organismo edilizio, volti a conseguire l'adeguamento funzionale degli edifici, ancorché recenti;
  4. d) interventi di ristrutturazione edilizia, ossia quegli rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente; tali interventi comprendono:
    d.1) il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio;
    d.2) la eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti;
    d.3) le demolizioni con fedele ricostruzione degli edifici, intendendo per fedele ricostruzione quella realizzata con gli stessi materiali o con materiali analoghi, nonchè nella stessa collocazione e con lo stesso ingombro planivolumetrico, fatte salve esclusivamente le innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica;
    d.4) la demolizione di volumi secondari, facenti parte di un medesimo organismo edilizio, e la loro ricostruzione in diversa collocazione nella stessa quantità o in quantità inferiore ancorché sul lotto di pertinenza;
    d.5) le addizioni, anche in deroga agli indici di fabbricabilità per realizzare i servizi igienici e i volumi tecnici nonché le autorimesse pertinenziali all'interno dei centri abitati;
    d.6) il rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile senza che si costituiscano nuove unità immobiliari.
    d.7)interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all'adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili, anche in aggiunta ai volumi esistenti e in deroga agli indici di fabbricabilità.
  5. e) Sono, altresì, interventi di ristrutturazione edilizia, ai sensi dell'art. 79 comma 2 lettera d) della L.R. 1/2005, gli interventi per il recupero abitativo dei sottotetti ai sensi della L.R. 5/2010 "Norme per il recupero abitativo dei sottotetti". I progetti relativi a tali interventi sono sottoposti al parere preventivo delle Aziende USL competenti per il territorio.
  6. e) gli interventi di sostituzione edilizia, intesi come demolizione e ricostruzione di volumi esistenti non assimilabile alla ristrutturazione edilizia, anche con diversa articolazione, collocazione e destinazione d'uso, senza alcun intervento sulle opere di urbanizzazione.
  7. f) interventi di ampliamento volumetrico, ossia le addizioni volumetriche agli edifici esistenti non assimilate alla ristrutturazione edilizia.
  8. g) gli interventi di ristrutturazione urbanistica, cioé quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.

CAPO II AREE URBANE

Art. 113 Aree da sottoporre ad interventi di restauro

1. Sono edifici, complessi e spazi aperti che necessitano di interventi volti ad assicurarne, migliorarne e/o reintegrarne la funzionalità. Ad essi viene riconosciuto carattere urbanistico ed architettonico significativo e valore culturale ed ambientale, per connotazione tipologica o di aggregazione, per testimonianza storica.
2. In tali aree sono previsti e consentiti, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria, i seguenti interventi:
re - interventi di restauro e risanamento conservativo, così come definiti al precedente art.112, con le seguenti precisazioni:
  1. Gli interventi sugli edifici potranno comportare l'eliminazione di parti che ne alterano l'assetto, compromettendone stabilità, fruibilità e riconoscibilità mentre potranno essere compiuti interventi di consolidamento e ricostruzione delle parti crollate o demolite.
  2. Gli interventi sugli elementi strutturali degli edifici potranno comportare soltanto alterazioni non sostanziali del funzionamento statico dell'edificio e non dovranno modificare la gerarchia statica e la distribuzione delle sollecitazioni se non in porzioni limitate del fabbricato mantenendo in generale le caratteristiche strutturali esistenti. Gli interventi potranno prevedere l'impiego di tecniche non tradizionali, purché il ricorso ad esse sia strumentale alla conservazione del fabbricato o di una sua parte.
  3. Gli interventi sugli elementi complementari e di finitura degli edifici esistenti potranno comportare operazioni di pulizia e di limitato e parziale rifacimento, oltre che interventi di protezione e consolidamento, mentre gli interventi di sostituzione e nuova realizzazione, fermi restando quelli definiti alla lettera c.2 del precedente art.112, saranno limitati ai soli elementi complementari interni;
  4. Gli interventi sugli elementi tecnici degli edifici potranno comportare l'integrazione e la realizzazione di nuovi impianti tecnologici che non dovranno comunque alterare i volumi esistenti, la superficie netta di pavimento e la quota degli orizzontamenti e della copertura.
  5. Gli interventi di frazionamento negli edifici residenziali non dovranno comportare la realizzazione di unità immobiliari con Sn inferiore a 60 mq. Potranno essere concesse deroghe a tale limite, in sede di valutazione del progetto, quando la superficie complessiva dell'unità immobiliare da suddividere sia inferiore a 120 mq. o comunque si dimostri impossibile rispettare il limite minimo di 60 mq. per tutte le unità frazionate. In quest'ultimo caso la deroga è concessa relativamente ad una sola unità immobiliare. Condizione comunque indispensabile alla concessione di tale deroga è che in tale caso l'intervento di frazionamento non comporti la modifica sostanziale del sistema dei collegamenti verticali e delle aperture esistenti.
  6. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati a conservare lo spazio aperto esistente nei suoi caratteri tipologici e formali, nel rispetto dell'assetto storico e paesistico-ambientale.

Art. 114 Aree da sottoporre ad interventi di conservazione

1. Sono edifici, complessi e spazi aperti per i quali si rendono necessari interventi volti al mantenimento e/o al recupero della loro struttura morfologica, tipologica e materica.
2. In tali aree sono previsti e consentiti, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, i seguenti interventi:
3. cs1 - conservazione di tipo 1: interventi di restauro e risanamento conservativo, così come definiti al precedente art.112, con le seguenti precisazioni:
  1. Gli interventi sugli elementi strutturali degli edifici potranno comportare soltanto alterazioni non sostanziali del funzionamento statico dell'edificio, cioè interventi che non modifichino la gerarchia statica e la distribuzione delle sollecitazioni se non in porzioni limitate del fabbricato e che mantengano in generale le caratteristiche strutturali esistenti.
  2. Gli interventi sugli elementi di completamento e di finitura degli edifici esistenti potranno comportare operazioni di pulizia, protezione, rifacimento e consolidamento, mentre gli interventi di sostituzione e nuova realizzazione, fermi restando quelli definiti alla lettera c.2 del precedente art.112, saranno limitati ai soli elementi complementari interni;
  3. la realizzazione di soppalchi e di strutture di collegamento verticale interne è subordinata all'impiego di tecnologie leggere che garantiscano il minimo incremento di carico sulle strutture contigue;
  4. Gli interventi sugli elementi tecnici degli edifici potranno comportare l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi impianti tecnologici senza alterare i volumi esistenti, la superficie netta di pavimento e la quota degli orizzontamenti e della copertura.
  5. Gli interventi di frazionamento negli edifici residenziali non dovranno comportare la realizzazione di unità immobiliari con Sn inferiore a 60 mq. Potranno essere concesse deroghe a tale limite, in sede di valutazione del progetto, quando la superficie complessiva dell'unità immobiliare da suddividere sia inferiore a 120 mq. o comunque si dimostri impossibile rispettare il limite minimo di 60 mq. per tutte le unità frazionate. In quest'ultimo caso la deroga è concessa relativamente ad una sola unità immobiliare. Condizione comunque indispensabile alla concessione di tale deroga è che in tale caso l'intervento di frazionamento non comporti la modifica sostanziale del sistema dei collegamenti verticali e delle aperture esistenti.
  6. Potranno essere effettuati interventi di riapertura di porte e finestre esterne tamponate, senza modifica di forma, dimensioni e posizione. Solo nel caso in cui tali interventi sull'originario sistema delle aperture di un edificio o di parte di esso non consenta comunque il cambiamento di destinazione d'uso ammesso invece dalle presenti norme, sarà possibile valutare, in sede di rilascio di autorizzazione o concessione edilizia, la possibilità di introdurvi modifiche, esclusivamente nella misura minima sufficiente a rendere abitabile o agibile l'immobile, ai sensi delle attuali disposizioni normative e legislative e se salvaguardate l'integrità compositiva e le originarie caratteristiche architettoniche del complesso. Tale disposizione non si applica ai locali igienici sanitari ed in genere a tutti i locali di servizio e/o accessori.
  7. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati in generale a conservare lo spazio aperto esistente nei suoi caratteri tipologici e formali, nel rispetto dell'assetto storico e paesistico-ambientale.
4. cs2 - conservazione di tipo 2: interventi di ristrutturazione edilizia, limitatamente agli interventi del tipo d.1 e d.2, così come definiti al precedente art. 112, con le seguenti precisazioni:
  1. Gli interventi sugli elementi strutturali degli edifici potranno comportare soltanto alterazioni non sostanziali del funzionamento statico dell'edificio, cioè interventi che non modifichino la gerarchia statica e la distribuzione delle sollecitazioni se non in porzioni limitate del fabbricato e che mantengano in generale le caratteristiche strutturali esistenti.
  2. la realizzazione di soppalchi e di strutture di collegamento verticale interne è subordinata all'impiego di tecnologie leggere che garantiscano il minimo incremento di carico sulle strutture contigue;
  3. Gli interventi sugli elementi tecnici degli edifici non dovranno alterare i volumi esistenti, la superficie netta di pavimento e la quota degli orizzontamenti e della copertura;
  4. gli interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all'adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili non dovranno comportare aggiunte ai volumi esistenti;
  5. Gli interventi di frazionamento negli edifici residenziali non dovranno comportare la realizzazione di unità immobiliari con Sn inferiore a 60 mq. Potranno essere concesse deroghe a tale limite, in sede di valutazione del progetto, quando la superficie complessiva dell'unità immobiliare da suddividere sia inferiore a 120 mq. o comunque si dimostri impossibile rispettare il limite minimo di 60 mq. per tutte le unità frazionate. In quest'ultimo caso la deroga è concessa relativamente ad una sola unità immobiliare. Condizione comunque indispensabile alla concessione di tale deroga è che in tale caso l'intervento di frazionamento non comporti la modifica sostanziale del sistema dei collegamenti verticali e delle aperture esistenti.
  6. Potranno essere effettuati interventi di riapertura di porte e finestre esterne tamponate, anche con parziale modifica di forma, dimensioni e posizione. Solo nel caso in cui tali interventi sull'originario sistema delle aperture di un edificio o di parte di esso non consenta comunque il cambiamento di destinazione d'uso ammesso invece dalle presenti norme, sarà possibile valutare, in sede di rilascio di autorizzazione o concessione edilizia, la possibilità di introdurvi ulteriori modifiche, esclusivamente nella misura minima sufficiente a rendere abitabile o agibile l'immobile, ai sensi delle attuali disposizioni normative e legislative. Tale disposizione non si applica ai locali igienici sanitari ed in genere a tutti i locali di servizio e/o accessori.
  7. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati al ridisegno generale degli elementi costitutivi.

Art. 115 Aree da sottoporre ad interventi di riqualificazione

1. Sono edifici, complessi e spazi aperti per i quali si rende necessaria un'operazione generale di riqualificazione allo scopo di migliorarne l'assetto morfologico, tipologico e materico.
2. In tali aree sono previsti e consentiti, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, i seguenti interventi:
3. rq1 - riqualificazione di tipo 1: interventi di ristrutturazione edilizia, limitatamente agli interventi del tipo d.1 e d.2, così come definiti al precedente art.112, con le seguenti precisazioni:
  1. Gli interventi sugli elementi strutturali degli edifici potranno comportare soltanto alterazioni non sostanziali del funzionamento statico dell'edificio, cioè interventi che non modifichino la gerarchia statica e la distribuzione delle sollecitazioni se non in porzioni limitate del fabbricato e che mantengano in generale le caratteristiche strutturali esistenti. È ammesso il ricorso a materiali e tecnologie non tradizionali;
  2. Gli interventi sugli elementi tecnici degli edifici non dovranno alterare i volumi esistenti, la superficie netta di pavimento e la quota degli orizzontamenti e della copertura.
  3. gli interventi necessari al superamento delle barriere architettoniche ed all'adeguamento degli immobili per le esigenze dei disabili non dovranno comportare aggiunte ai volumi esistenti;
  4. Potranno essere effettuati interventi di riapertura di porte e finestre esterne tamponate, anche con modifica di forma, dimensioni e posizione. Solo nel caso in cui tali interventi sull'originario sistema delle aperture di un edificio o di parte di esso non consenta comunque il cambiamento di destinazione d'uso ammesso invece dalle presenti norme, sarà possibile valutare, in sede di rilascio di autorizzazione o concessione edilizia, la possibilità di introdurvi ulteriori modifiche, esclusivamente nella misura minima sufficiente a rendere abitabile o agibile l'immobile, ai sensi delle attuali disposizioni normative e legislative. Tale disposizione non si applica ai locali igienici sanitari ed in genere a tutti i locali di servizio e/o accessori.
  5. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati al ridisegno generale degli elementi costitutivi.
4. rq2 - riqualificazione di tipo 2: interventi di ristrutturazione edilizia, limitatamente agli interventi del tipo d.1, d.2, d5 e d7, così come definiti al precedente art.112 e con le seguenti precisazioni:
  1. La realizzazione di pensiline è consentita nella misura massima del 5% della Superficie coperta dell'immobile sul quale vengono apposte.
  2. Gli interventi sugli elementi tecnici degli edifici non dovranno comportare la modifica della quota di copertura.
  3. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati al ridisegno generale degli elementi costitutivi.
5. rq3 - riqualificazione di tipo 3: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art. 112 e con le seguenti precisazioni:
  1. La realizzazione di pensiline è consentita nella misura massima del 5% della Superficie coperta dell'immobile sul quale vengono apposte.
  2. Gli interventi sugli spazi aperti dovranno essere finalizzati al ridisegno generale degli elementi costitutivi.
6. rq4 - riqualificazione di tipo 4: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112 e con le precisazioni di cui al precedente punto 5 oltre ad interventi di ricomposizione volumetrica così come definiti al precedente art.112.
7. rq5 - riqualificazione di tipo 5: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112 e con le precisazioni di cui al precedente punto 5 oltre ad interventi di ampliamento per una superficie netta o accessoria massima pari al 15% della superficie netta esistente alla data di adozione del Regolamento Urbanistico o del 10% della superficie coperta nel caso di attività industriali e artigianali, così come definite al precedente art. 52. Sono, altresì, consentiti interventi ricomposizione volumetrica ossia quelli che comportano la parziale o totale demolizione di un edificio e la sua ricostruzione sullo stesso suolo, con il mantenimento del volume e del numero dei piani preesistente, anche con la modifica del rapporto preesistente tra superficie netta e superficie accessoria. Viene consentita una leggera traslazione dell'edificio.
8. rq6 - riqualificazione di tipo 6: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112 e con le precisazioni di cui al precedente punto 5 oltre ad interventi di ampliamento volumetrico, di ristrutturazione urbanistica o completamento edilizio, da attuarsi secondo le seguenti indicazioni e parametri:
  • lotto minimo 400 mq. (solo nel caso di più di un lotto)
  • altezza massima 2 piani
  • rapporto di copertura max. 30%
  • indice di edificabilità fondiaria (Ef=Sn/Sf) massimo = 0,5
  • in caso di terreno in pendio l'edificio dovrà aderire al dislivello con 1 piano a monte e 2 piani a valle.
  • l'attuazione dell'intervento avverrà per intervento diretto. Dovrà, comunque, essere presentato un progetto unitario nel caso l'intervento interessi l'intera area rq6.
  • in attesa di adeguamento alla disciplina paesistica contenuta nel Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT), gli interventi ricadenti nelle aree che interessano beni paesaggistici formalmente riconosciuti dovranno essere sottoposti a verifica paesistica attraverso la predisposizione di opportuna valutazione di inserimento paesaggistico.
9. rq7 - riqualificazione di tipo 7: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112, interventi di ampliamento volumetrico, interventi di ristrutturazione urbanistica o completamento edilizio, da attuarsi secondo le seguenti indicazioni e parametri:
  • altezza massima 2 piani
  • rapporto di copertura max. 30%
  • indice di edificabilità fondiaria (Ef=Sn/Sf) massimo = 0,20
  • in caso di terreno in pendio l'edificio dovrà aderire al dislivello con 1 piano a monte e 2 piani a valle.
  • l'attuazione dell'intervento avverrà per intervento diretto. Dovrà, comunque, essere presentato un progetto unitario nel caso l'intervento interessi l'intera area rq7.
  • in attesa di adeguamento alla disciplina paesistica contenuta nel Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT), gli interventi ricadenti nelle aree che interessano beni paesaggistici formalmente riconosciuti dovranno essere sottoposti a verifica paesistica attraverso la predisposizione di opportuna valutazione di inserimento paesaggistico.
10. rq8 - riqualificazione di tipo 8: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112, interventi di ampliamento volumetrico, interventi di ristrutturazione urbanistica o completamento edilizio, da attuarsi secondo le seguenti indicazioni e parametri:
  • altezza massima 2 piani
  • rapporto di copertura max. 30%
  • indice di edificabilità fondiaria (Ef=Sn/Sf) massimo = 0,15
  • in caso di terreno in pendio l'edificio dovrà aderire al dislivello con 1 piano a monte e 2 piani a valle.
  • l'attuazione dell'intervento avverrà per intervento diretto. Dovrà, comunque, essere presentato un progetto unitario nel caso l'intervento interessi l'intera area rq8.
  • in attesa di adeguamento alla disciplina paesistica contenuta nel Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT), gli interventi ricadenti nelle aree che interessano beni paesaggistici formalmente riconosciuti dovranno essere sottoposti a verifica paesistica attraverso la predisposizione di opportuna valutazione di inserimento paesaggistico.

Art. 116 Aree da sottoporre ad interventi di trasformazione

1. Sono edifici, complessi e spazi aperti per i quali si rende necessaria un'operazione di profonda trasformazione dell'attuale assetto morfologico, tipologico e materico.
2. In tali aree sono previsti e consentiti, oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria, i seguenti interventi:
3. tr1: interventi di ristrutturazione edilizia così come definiti al precedente art.112 e con le precisazioni di cui al precedente art.115 punto 5 oltre ad interventi di ampliamento volumetrico, di ristrutturazione urbanistica o di completamento edilizio, da attuarsi secondo le seguenti indicazioni e parametri:
  • lotto minimo 400 mq. (solo nel caso di più lotti)
  • altezza massima 2 piani
  • rapporto di copertura max. 30%
  • indice di edificabilità fondiaria (Ef=Sn/Sf) massimo = 0,5
  • in caso di terreno in pendio l'edificio dovrà aderire al dislivello con 1 piano a monte e 2 piani a valle.
  • l'attuazione dell'intervento avverrà per intervento diretto. Dovrà, comunque, essere presentato un progetto unitario nel caso l'intervento interessi l'intera area tr1.
4. In attesa di adeguamento alla disciplina paesistica contenuta nel Piano di Indirizzo Territoriale regionale (PIT), gli interventi ricadenti nelle aree che interessano beni paesaggistici formalmente riconosciuti dovranno essere sottoposti a verifica paesistica attraverso la predisposizione di opportuna valutazione di inserimento paesaggistico.

CAPO III EDIFICI RURALI E CASE SPARSE

Art. 117 Criteri generali di intervento

1. Gli interventi sugli edifici rurali e sulle case sparse sono disciplinati attraverso schede normative riportate al successivo art.118. In esse sono riportati i tipi di intervento relativi ai singoli edifici, riferiti alle definizioni di cui al Capo II "Aree urbane", le prescrizioni particolari da rispettare, le modalità d'attuazione e quando necessario le indicazioni per il trattamento del suolo e per l'edificazione.
1 bis. Relativamente alle singole Schede normative (SP), con destinazione turistico-ricettiva, il dimensionamento massimo ammissibile (posti letto) è quello indicato nelle schede "Dimensionamento turistico-ricettivo" rispetto all'UTOE di appartenenza. (Allegato B presenti N.T.A.).
2. I testi ed i disegni in esse contenuti dovranno essere utilizzati con le precisazioni riportate al precedente art. 6.
3. Negli spazi aperti compresi all'interno delle aree di pertinenza degli edifici rurali, fermo restando il rispetto delle prescrizioni particolari riportate in ciascuna scheda, sono ammessi interventi di riassetto generale dell'area, pur nel rispetto dei caratteri tipologici e formali e nel rispetto dell'assetto storico e paesistico-ambientale esistente.
4. Per gli interventi sugli spazi aperti diversi da quelli di manutenzione ordinaria o straordinaria, è richiesta la redazione di un progetto, almeno in scala 1:500, relativo all'intera area di pertinenza, basato su di un rilievo dettagliato di tutti gli elementi vegetazionali e artificiali che la costituiscono, con l'indicazione di tutti gli interventi previsti.
5. Nelle aree di pertinenza è consentita la realizzazione di nuove recinzioni e piscine (nella misura di una per ogni area, salvo diversa prescrizione), previa presentazione di un progetto complessivo dell'area redatto con le modalità di cui al punto precedente, salvo diversa esplicita indicazione.
5 bis. Le aree di pertinenza individuate nelle schede normative possono subire lievi modifiche di perimetro sulla base di dimostrata impossibilità di realizzare, per motivi collegati alla morfologia e all'accessibilità, le necessarie opere funzionali ammesse dalla scheda normativa. In tal caso l'Amministrazione Comunale, nello spirito di salvaguardare l'integrità fisica, paesaggistica e funzionale del territorio, può, comunque, subordinare il rilascio del titolo abilitativo all'individuazione di un'area di pertinenza ritenuta più idonea di quella proposta.
6. Per gli edifici rurali e le case sparse disciplinate dalle schede normative, se non diversamente in esse riportato, sono consenti volumi interrati con solo accesso interno e nella misura massima del 30% della superficie coperta dell'edificio. Per tali edifici inoltre, anche se ricadenti nei sottosistemi V1, V2 e V4, non valgono le disposizioni degli artt. 43 e 44 della L.R. 1/2005 e successive modifiche ed integrazioni.
6 bis. Nel caso di edifici con destinazione d'uso agricola contenuti nelle schede normative e ricadenti nei Sottosistemi V1, V2 e V4 se il richiedente dimostra di essere imprenditore agricolo (IAP), valgono le disposizioni di cui al Titolo IV - Capo III - "Il territorio rurale", con le prescrizioni che seguono in riferimento all'art. 43 della L.R. 1/2005:
  • -la sostituzione edilizia di cui all'art. 43 comma 1 punto c) è limitata ai soli annessi e purchè questi non presentino caratteri di interesse architettonico o documentale;
  • - gli interventi di cui all'art. 43 comma 4 punti a) e b) sono limitati ai soli annessi e purchè questi non presentino caratteri di interesse architettonico o documentale;
  • - per gli edifici principali (case coloniche, ville, castelli etc.) nel caso in cui nella Scheda normativa siano attribuite categorie riconducibili al restauro, alla conservazione, alla riqualificazione di tipo 1, gli interventi sono limitati secondo quanto prescritto rispettivamente dagli artt. 112 comma 3, 114, 115 comma 3 delle N.T.A. Previa dimostrata impossibilitaà di realizzare impianti tecnici all'interno degli edifici o in interrato, è consentita la realizzazione di un locale tecnico della dimensione minima indispensabile e purchè realizzato con tecnologie, materiali e finiture tradizionali e coerenti con l'edificio ed il contesto nonchè posizionato in modo da non compromettere il valore e l'immagine complessiva dell'edificio;
  • - nel caso di redazione di PAMAA, ai sensi dell'art. 42 della L.R. 1/2005 e del Regolamento d'attuazione 5R/2007, gli edifici devono essere in esso compresi.
    In questo caso non si applica il comma 6 del presente articolo e non si applica quanto disciplinato dalla scheda normativa.
7. Per gli edifici esistenti non compresi in schede normative e ricadenti nei sottosistemi V1, V2 e V4, valgono le disposizioni degli artt. 43, 44 e 45 della L.R. 1/2005 e successive modifiche ed integrazioni, fermi restando i criteri di intervento riportati nel presente articolo ovvero:
  • - nel caso di patrimonio edilizio con destinazione d'uso agricola si applica l'art. 43 della L.R. 1/2005 e s.m.i.,
  • - nel caso di patrimonio edilizio con destinazione d'uso non agricola si applicano gli artt. 44 e 45 della L.R. 1/2005 e s.m.i., in questo caso, sono, inoltre, ammessi interventi di ristrutturazione edilizia con esclusione delle addizioni funzionali d6 di cui all'art 112 delle presenti N.T.A.
7bis. Per gli edifici di cui al precedente punto 7. aventi alla data di adozione del Regolamento Urbanistico destinazione d'uso non agricola, ad esclusione di quelli ricadenti nel sottosistema V1, sono inoltre ammessi interventi di ampliamento "una tantum" pari al 20% della Superficie netta esistente e comunque entro un massimo di 90 mq. di Superficie netta.
8. Per tutti gli altri edifici non compresi nei precedenti punti e per i quali le tavv. "Usi del suolo e modalità d'intervento" non riportano nessuna indicazione, sono consentiti oltre gli interventi di manutenzione, quelli di riqualificazione di tipo 2 di cui al precedente art. 115 comma 4.
9. In aggiunta alle disposizioni particolari riportate nelle schede normative, valgono comunque le seguenti precisazioni:
10. Per gli edifici nei quali siano stati disposti interventi di conservazione, gli orizzontamenti devono essere realizzati in legno o acciaio, con elementi dell'orditura principale ben inseriti nelle murature portanti e ad esse collegati mediante legature metalliche o bolzoni; le tecniche impiegate per l'impalcato devono garantire, oltre a una sufficiente rigidezza, la massima leggerezza;
11. Per gli edifici nei quali siano stati disposti interventi di riqualificazione possono essere impiegati orizzontamenti in laterizio armato o latero-cemento, purché essi siano il più possibile leggeri e purché il cordolo di ancoraggio eventualmente necessario sia dimensionato in modo da essere il minimo possibile; è possibile realizzare inoltre coperture con struttura portante in laterizio armato o in latero-cemento, purché essi siano il più possibile leggeri; il manto deve comunque essere realizzato in laterizio.
12. Nel caso siano ammessi interventi di ampliamento e/o ricostruzione di edifici rurali in muratura, oppure nel caso in cui si realizzino nuove edificazioni in prossimità di preesistenti edifici in muratura, valgono le seguenti disposizioni:
  • gli edifici devono essere muniti di fondazioni adeguate, anche in relazione alla natura del substrato;
  • le strutture verticali, salvo diversa e specifica indicazione, devono essere realizzate in muratura di pietrame regolare o di mattoni pieni o semipieni, con esecuzione a regola d'arte, ossia con spessori pieni, cantonali ben ammorsati e giunti di malta ridotti;
  • le superfici, se intonacate, devono essere realizzate con intonaci a base di calce o, solo nelle parti basamentali o in presenza di forte umidità, intonaci misti;
  • le aperture devono avere forma e dimensioni analoghe a quelle degli edifici preesistenti, devono essere allineate in verticale garantendo il mantenimento di adeguati maschi murari e non devono comunque interessare parti staticamente rilevanti delle murature (cantonali, incroci a T, ecc.);
  • le coperture debbono essere a falde e avere struttura portante in legno e manto in coppi;
  • gli elementi di finitura devono essere analoghi a quelli degli edifici preesistenti; i pluviali dovranno essere in rame a sezione tonda.
  • nel caso di ampliamenti, deve essere verificata l'interazione con il fabbricato preesistente, eventualmente adeguandone le fondazioni; deve essere inoltre garantito l'ingranamento con le strutture preesistenti, mediante conci passanti e legature in legno (radicamenti) o metallo (grappe e catene).
13. Il cambio di destinazione agricola viene subordinato alla redazione di Programma Aziendale (PAMAA) con l'individuazione della "non strumentalità" degli immobili all'utilizzo dell'azienda nel caso si tratti di imprenditori agricoli (IAP), negli altri casi si applica la procedura dell'art. 45 della L.R. 1/2005.

Art. 118 Schede normative di riferimento per gli interventi

TITOLO X INTERVENTI STRATEGICI DI RECUPERO E/O TRASFORMAZIONE

CAPO I PRESCRIZIONI GENERALI

Art. 119 Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento STRALCIATO

Art. 119bis Attuazione di specifiche aree comprese negli Schemi Direttori

1. Quando specificamente indicato nelle presenti Norme Tecniche d'Attuazione, gli interventi compresi negli Schemi Direttori, come specificato all'art.70 del Piano Strutturale, possono essere attuati per intervento diretto o subordinati a Piano attuativo.

CAPO II SCHEMA DIRETTORE SD1

Art. 120 Casole il versante est

1. Raccoglie le aree il cui riassetto rende possibile la riqualificazione del versante est di Casole d'Elsa, attraverso la conferma ed il potenziamento del suo carattere prevalentemente residenziale. La conferma e l'incremento di funzioni turistico-ricettive contribuiscono al consolidamento ed al rafforzamento dell'identità urbana del luogo.
2. Lo schema direttore SD1 comprende otto Unità Minime di Intervento.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) relativamente alle singole UMI interne allo Schema Direttore SD1 "Casole il versante est" è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).
Il dimensionamento turistico-ricettivo massimo (posti letto) relativamente alle singole UMI interne allo Schema Direttore SD1 "Casole il versante est" è quello indicato nella scheda "Dimensionamento turistico-ricettivo" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato B presenti N.T.A.).

Art. 121 UMI S.D. 1A

superficie territoriale mq.29.908
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R2.5002.500nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti756756parcheggi
Vg - giardini8.8368.836spazi pubblici o collettivi

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

Il nuovo insediamento residenziale a nord della Corsina pone i temi della ridefinizione del margine tra urbano ed extraurbano e quello del completamento della maglia di spazi aperti di interesse collettivo introdotti attraverso i recenti progetti per il versante rivolto verso il centro antico di Casole. Rispetto al principio insediativo proposto finora nella zona, nella nuova espansione la rete delle strade carrabili dovrà essere ridotta al minimo in modo tale che ciascun edificio sia raggiungibile agevolmente in auto da un lato ma dall'altro sia in diretto contatto con gli spazi aperti verdi, prima privati e poi collettivi. Quasi tutte le strade di servizio all'insediamento si dovranno configurare semplicemente come adeguamento di tracciati già esistenti; la conseguente necessità di allargamento della sezione potrà implicare delle modeste opere di rimodellamento del terreno con eventuale realizzazione di muri di contenimento anche coincidenti con elementi costitutivi degli edifici stessi. Le nuove abitazioni saranno edifici di massimo due piani con rapporto di copertura inferiore al 30%, dunque a bassa densità, con tipi edilizi mono oppure plurifamilari (fino ad un massimo di quattro alloggi), ad eccezione del lotto nella parte più orientale dove, in continuità con le case di via Belvedere, potrà essere previsto un edificio in linea oppure a schiera. Le tipologie edilizie dovranno essere progettate rispetto alla conformazione del suolo, in modo da ricavare spazi accessori seminterrati e da facilitare ad esempio l'accesso alle autorimesse, limitando l'impiego di lunghe rampe carrabili esterne. Insieme all'intervento di espansione residenziale dovranno essere realizzate le sistemazioni degli spazi verdi di uso pubblico. A nord, sul poggio, gli spazi verdi dovranno essere trattati in modo naturalistico e dunque attrezzati in maniera minimale.

Art. 122 UMI S.D. 1B

superficie territoriale mq.107.275
totale Sn (mq.)
nuova edificazione T4.0004.000nuova edificazione
50posti letto Tr

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Obiettivo del progetto è il recupero e la riqualificazione di un'area di dimensione piuttosto considerevole dismessa dall'attività di cava che l'ha fortemente caratterizzata e modellata; la ritrazione funzionale ha lasciato il luogo in uno stato di notevole degrado urbanistico, paesistico e ambientale.

All'interno dell'area è presente l'ex fornace, ormai fatiscente e in avanzato stato di degrado. L'intervento è finalizzato al recupero e ripristino ambientale dell'area della ex cava con funzioni turistico-ricettive (ai sensi della L.R. 42/2000 e s.m.i. e del relativo Regolamento d'attuazione) per un totale massimo di 50 posti letto e dei relativi servizi di supporto. Sono, inoltre, ammesse le destinazioni coerenti con il Sottosistema di appartenenza ad esclusione della residenza.
L'intervento dovrà avere carattere unitario, pertanto, viene subordinato alla redazione di Piano di Recupero esteso a tutta la UMI SD 1B come perimetrata sulle tavole "Usi del suolo e modalità d'Intervento".
Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.
Il progetto dovrà essere supportato da "piano industriale" che renda conto dell'efficacia di lungo periodo degli interventi proposti sia per gli effetti innovativi sia rispetto alla loro congruità economica, sociale e occupazionale.

Prescrizioni generali per gli interventi:

In considerazione dello stato di fatiscenza e di degrado, il progetto potrà prevedere la completa demolizione dei manufatti presenti con interventi di nuova edificazione per una Superficie netta (Sn) massima di mq. 4.000. I nuovi manufatti dovranno essere disposti nella zona attualmente occupata dalla vecchia fornace e comunque nelle aree a ridosso dell'attuale sedime.
Il progetto dovrà essere connotato della massima attenzione all'inserimento paesaggistico, alle sistemazione esterne e al trattamento di suolo, tenendo conto dei dislivelli del terreno nel rispetto della morfologia esistente e evitando, in generale, opere che comportano eccessivi movimenti di terra e che ne possano alterare la conformazione attuale.
L'accesso carrabile avverrà utilizzando le strade esistenti, opportunamente risistemate e adeguate; dovranno essere individuati percorsi pedonali di collegamento con il centro della frazione e con le attrezzature sportive.
Le aree di parcheggio dovranno essere localizzate lungo il margine della Strada Provinciale, verso la cava, con parti alberate, sfruttando il dislivello di quota tra il piano stradale e quello di campagna è ammessa la realizzazione di un quota di parcheggi coperti con accesso diretto dalla strada.

Modalità di attuazione:

Piano di Recupero.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Recupero sono ammessi:

  • interventi di manutenzione degli edifici con esclusione di ogni nuova edificazione;
  • tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri).

Dimensionamento:

Il dimensionamento massimo (relativamente ai posti letto) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento turistico-ricettivo" relativa all'UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato B presenti N.T.A.).

Art. 123 UMI S.D. 1C

superficie territoriale mq.7.486
totale Sn (mq.)
nuova edificazione T1.0001.000nuova edificazione
40posti letto Tr
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti251251parcheggi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Obiettivo dell'intervento è la riqualificazione della zona del Merlo, adiacente all'area della ex cava di Liggiano. Ciò comporta la sistemazione del bordo ovest della strada principale del centro abitato con inserimento di nuove funzioni turistico ricettive di tipo alberghiero (albergo/RTA ai sensi della L.R. 42/2000 e s.m.i. e del relativo Regolamento d'attuazione) per un totale massimo di 40 posti letto e dei relativi servizi di supporto. Sono, inoltre, ammesse le destinazioni coerenti con il Sottosistema di appartenenza ad esclusone della residenza.
L'intervento dovrà avere carattere unitario, pertanto, viene subordinato alla redazione di Piano di Recupero esteso a tutta la UMI SD1C come individuata sulle tavole "Usi del suolo e modalità d'Intervento". Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.
Il progetto dovrà essere supportato da "piano industriale" che renda conto dell'efficacia di lungo periodo degli interventi proposti sia per gli effetti innovativi sia rispetto alla loro congruità economica, sociale e occupazionale.

Prescrizioni generali per gli interventi:

In questo caso il progetto dovrà sviluppare il progetto di una attrezzatura turistico-ricettiva di dimensioni contenute (comprensiva di ristorante e strutture di supporto): oltre al recupero degli edifici esistenti si prevede una nuova edificazione di Sn massima pari a mq. 1.000. Nella realizzazione del nuovo volume, destinato ad albergo oppure a residenze turistico alberghiere, si dovrà contestualmente prevedere comunque l'eliminazione di tutte le strutture precarie e degradate oggi situate sul retro della cortina edificata. Il Piano di Recupero, nel rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche e paesaggistiche, dovrà individuare, sulla base di un'attenta valutazione critica dello stato dei luoghi e dell'analisi dei degradi, categorie di intervento, nell'ambito della riqualificazione, aderenti alla reale situazione dei luoghi e degli edifici.
L'accesso carrabile avverrà utilizzando in parte un tracciato esistente, opportunamente risistemato e adeguato, con il ridisegno dell'intersezione con la strada provinciale in modo da rendere la circolazione sicura e scorrevole; lo stesso ingresso/uscita del parcheggio, a servizio anche del ristorante, sarà indiretto, sul retro, al fine di evitare immissioni diffuse sulla viabilità principale. Un nuovo percorso carrabile, di sezione con dimensioni minime, servirà l'edificio per l'attività ricettiva; la collocazione della strada in posizione arretrata, dove la quota del terreno è inferiore, potrà consentire soluzioni interessanti per l'accesso diretto alle eventuali autorimesse interrate, evitando rampe di forte impatto; allo stesso tempo questo assetto facilita la continuità dello spazio pedonale tra l'area del ristorante ed il nuovo insediamento.
Il trattamento degli spazi aperti dovrà assicurare adeguate prestazioni nella protezione rispetto alla viabilità e rispetto all'introspezione, anche per quanto concerne la localizzazione di eventuali attrezzature di uso collettivo come una piscina scoperta; si dovranno comunque evitare rilevanti opere di scavo/riporto che possano alterare la morfologia del suolo che proprio nelle vicinanze presenta alcuni importanti punti critici.

Modalità di attuazione:

Piano di Recupero.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Recupero sono ammessi:

  • interventi di manutenzione degli edifici con esclusione di ogni nuova edificazione;
  • tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri).

Dimensionamento:

Il dimensionamento massimo (relativamente ai posti letto) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento turistico-ricettivo" relativa all'UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato B presenti N.T.A.).

Indicazioni progettuali per questa Unità Minima d'Intervento

Art. 124 UMI S.D. 1D

superficie territoriale mq.6.149
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R900900nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti348348parcheggi
Vp - parchi2.3822.382spazi pubblici o collettivi

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

Il progetto per la gesseria rappresenta l'occasione di una importante operazione di riqualificazione di un'area di dimensione considerevole quasi dismessa e di forte rilievo nell'immagine e nell'identità della zona del Merlo. Viste le rilevanti risorse che dovranno essere mobilitate, risulta opportuno suddividere l'area in due unità minime di intervento, anche se resta comunque necessario che i due interventi siano strettamente coordinati.
Nell'unità situata immediatamente a ridosso dell'abitato il progetto prevede un nuovo insediamento residenziale ed il recupero ambientale come spazio verde di uso pubblico di una parte della fascia retrostante la gesseria. Nelle sistemazioni a verde potranno essere individuate delle aree attrezzate, ma le superfici dovranno essere prevalentemente alberate.
L'accesso alle abitazioni non sarà diretto dalla strada provinciale ma dovrà essere realizzato una sorta di controviale parallelo alla viabilità principale. I parcheggi di uso pubblico saranno localizzati lungo questa strada interna. Lungo la provinciale dovrà essere realizzato un percorso pedonale che collega tutti i luoghi centrali.
Nella scelta delle tipologie edilizie e nella definizione dell'impianto planivolumetrico dovrà essere attentamente valutata la conformazione altimetrica del terreno, che non dovrà in linea di massima essere alterata sensibilmente.

Art. 125 UMI S.D. 1E

superficie territoriale mq.32.328
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R/T5.8006.300nuova edificazione
nuova edificazione S500
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.4191.419parcheggi
Vp - parchi8.29210.259spazi pubblici o collettivi
Vg -giardini1.967

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il progetto per la gesseria rappresenta l'occasione di una importante operazione di riqualificazione di un'area di dimensione considerevole quasi dismessa e di forte rilievo nell'immagine e nell'identità della zona del Merlo. L'intervento dovrà avere carattere unitario, pertanto, viene subordinato alla redazione di Piano di Recupero esteso a tutta la UMI SD1E come individuata sulle tavole "Usi del suolo e modalità d'Intervento". Viste le rilevanti risorse che dovranno essere mobilitate, il Piano di Recupero potrà individuare due unità minime di intervento, anche se resta comunque necessario che i gli interventi siano strettamente coordinati. Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Il Piano di Recupero, nel rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche e paesaggistiche, dovrà individuare, sulla base di un'attenta valutazione dello stato di conservazione, delle effettive possibilità di riuso dei singoli manufatti (in rapporto alle specifiche funzioni compatibili con i sottosistemi ai quali le aree appartengono) dell'analisi dei degradi, categorie di intervento aderenti alla reale situazione dei luoghi e degli edifici. Dovrà essere verificata l'opportunità di conservazione della ciminiera. Dovrà essere anche verificata l'opportunità di conservazione della ciminiera.
Sulla base di tali analisi e proposte sarà dunque possibile mettere a punto un progetto che potrà comprendere anche interventi di demolizione e ricostruzione o di nuova edificazione; le quantità indicate in tabella sono riferite complessivamente alla somma degli interventi di recupero e di trasformazione.
L'intervento sarà esteso anche alla riqualificazione con sistemazioni a verde del terreno accidentato dietro alla gesseria; le attrezzature dovranno essere minimali. Al margine nord si dovrà prevedere l'impianto di una barriera vegetale come filtro rispetto alla viabilità principale; la profondità in sezione non dovrà essere inferiore a 15 ml. e le specie impiegate dovranno essere adeguate alla funzione secondo un impianto conforme alle esigenze della sicurezza della circolazione stradale.
L'accesso non sarà diretto dalla strada provinciale ma dovrà essere realizzato un nuovo tracciato viario interno. I parcheggi di uso pubblico saranno localizzati prevalentemente lungo la viabilità interna. Lungo la provinciale dovrà essere realizzato un percorso pedonale che collega tutti i luoghi centrali.
Nella scelta delle tipologie edilizie e nella definizione dell'impianto planivolumetrico dovrà essere attentamente valutata la conformazione altimetrica del terreno, che non dovrà essere alterata sensibilmente.

Modalità di attuazione:

Piano di Recupero.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Recupero sono ammessi:
- interventi di manutenzione degli edifici con esclusione di ogni nuova edificazione;
- tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri).

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 126 UMI S.D. 1F

superficie territoriale mq.7.804
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R119119nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti388388parcheggi
Vg - giardini1.4301.430spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'area è frutto di un intervento unitario a destinazione residenziale, all'estremità nord di Cavallano dovrà essere caratterizzato da tipologie a bassa densità e dalla valorizzazione dell'andamento altimetrico del terreno.
L'intervento è stato realizzato sulla base dell'art.19 del Programma Integrato di Intervento. Rispetto al dimensionamento complessivo che era pari a mq. 1.500 di Superficie netta (Sn) rimane un residuo di mq. 119 di Sn. Nel progetto era prevista ed è stata realizzata una nuova strada di servizio sia al nuovo nucleo edificato sia a quello esistente, creando un percorso alternativo per raggiungere le zone retrostanti il fronte antico lungo la viabilità principale e liberando così alcuni spazi di un certo interesse soprattutto dal punto di vista pedonale all'interno del tessuto più denso.
Le nuove abitazioni sono costituite da edifici di uno oppure di due piani, unifamiliari o bifamiliari, garantendo in ogni caso opportune prestazioni di privacy e di disponibilità di spazi aperti di pertinenza del singolo alloggio.
I parcheggi di uso pubblico sono disposti lungo la strada.
Nell'intervento sarà inoltre definito il trattamento degli spazi verdi di uso pubblico, eventualmente attrezzati.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Nell'area insiste un ex annesso del quale appare opportuno il recupero. Al fine di recuperare tale edificio a destinazione residenziale sono ammessi interventi fino alla ristrutturazione edilizia. Inoltre, è ammesso, nel caso in cui le altezze esistenti non rendessero possibile l'abitabilità, l'eventuale adeguamento delle altezze al fine di rendere l'edificio abitabile e la possibilità di un eventuale ampliamento realizzato in modo da rendere, comunque, riconoscibili le caratteristiche originarie e peculiari dell'ex annesso. La superficie totale derivante dal recupero con destinazione residenziale non deve superare i mq. 119.
Dovranno contestualmente essere realizzati gli interventi di adeguamento della strada interna al fine di migliorare il raccordo con la strada SP 27, nonché la cessione del lotto residuo, così come individuato nella Tavola b1 "Usi del suolo e modalità di intervento", al fine di realizzarvi un'area di verde pubblico. La sistemazione dell'area destinata a verde pubblico deve essere realizzata mantenendo, il più possibile, gli olivi esistenti, eventuali ulteriori essenze vegetali dovranno essere scelte tra quelle coerenti con il contesto ecologico locale.
Per gli edifici esistenti, di nuova realizzazione, sono ammessi interventi di riqualificazione di tipo 3 (rq3).

Modalità di attuazione:

intervento diretto.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 127 UMI S.D. 1G

superficie territoriale mq.6.023
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R450450nuova edificazione
totale (mq.)
Pz - piazza275275spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'area è divisa in due interventi unitari S.D.1G.1, S.D.1G.2 oltre agli interventi relativi alla sistemazione degli spazi aperti di uso collettivo.
L'UMI S.D. 1G riguarda il nucleo antico di Cavallano nel quale una lunga stratificazione di operazioni e soprattutto di aggiunte ha determinato una situazione di scarsa qualità dove gli spazi non sono commisurati agli utilizzi ma nemmeno possiedono grande valore storico o insediativo, è basato sulla ridefinizione di una più chiara struttura per gli spazi aperti con la costruzione di una sequenza di piccoli luoghi raccolti di relazione e di collegamento, differenziando le tipologie di fruizione (pedonale, carrabile, carrabile di servizio), di luoghi di socialità, sulla riqualificazione e caratterizzazione funzionale del nucleo.

Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.

Inquadramento cartografico dell'intervento

Prescrizioni generali per gli interventi:

L'intervento S.D.1G.1 è finalizzato alla realizzazione di uno spazio-piazza all'interno dell'area individuata nelle tavole "Usi del suolo e modalità di Intervento" dalla sigla L2 Pz. Tale intervento comprende, oltre alla realizzazione della piazza, il recupero con destinazione residenziale degli edifici esistenti individuati con il n°001 e la realizzazione di un edificio residenziale all'interno dell'area libera individuata. La realizzazione del nuovo edificio residenziale (Superficie netta mq. 150, altezza massima non superiore a due piani) è ammessa solo previa demolizione del manufatto esistente nell'area contrassegnata con la sigla L2 Pz e la cessione, all'Amministrazione comunale, dell'area per la realizzazione della piazza. Il nuovo edificio dovrà essere progettato con criteri e materiali che favoriscano il rispetto e l'integrazione con i caratteri generali del borgo. L'intervento di recupero dell'edificio 001, contribuendo comunque al comparto, potrà essere realizzato anche in tempi diversi rispetto alla piazza e all'intervento di nuova edificazione.
Per l'edificio 001 sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia con le seguenti prescrizioni:
- l'altezza potrà essere adeguata alle normative vigenti; per il corpo più alto è consentita la modifica della copertura con falda unica con pendenza verso il fronte principale;
- dovranno essere impiegati materiali e finiture tradizionali e omogenei con le caratteristiche dell'edificio e con i caratteri generali del borgo;
- nel caso di dimostrata impossibilità di recupero con interventi di ristrutturazione edilizia sono ammessi interventi di demolizione con ricostruzione purché siano mantenute le proporzioni tra i due corpi di fabbrica che costituiscono l'edificio. Nella ricostruzione dovrà essere mantenuto l'allineamento rispetto al percorso carrabile di servizio;
- l'aia dovrà essere mantenuta nella sua destinazione, l'attuale pavimentazione dovrà essere recuperata o sostituita, per quelle parti non recuperabili, utilizzando gli stessi materiali e la stessa finitura.
L'intervento S.D.1G.2 è finalizzato al recupero e al riuso, a destinazione residenziale, di alcuni manufatti secondari e non di pregio, che delimitano ad ovest il borgo. Sulla base di un'attenta valutazione dello stato di conservazione, della tipologia e delle effettive possibilità di riuso dei singoli manufatti, contrassegnati con il n° 002, sono ammessi interventi di demolizione con ricostruzione con le seguenti prescrizioni:
- l'altezza potrà essere adeguata alle normative vigenti; fino a raggiungere l'altezza massima di un piano (h max ml. 3.50);
- dovranno essere impiegati materiali e finiture tradizionali e omogenei con le caratteristiche dell'edificio e con i caratteri generali del borgo;
- nella ricostruzione dovrà essere mantenuto l'allineamento rispetto al percorso carrabile di servizio.

Al fine di migliorare l'abitabilità degli edifici e tenendo presente che la superficie totale derivante dal recupero con destinazione residenziale non deve superare complessivamente i mq. 300 di Sn, sono ammessi eventuali piccoli ampliamenti, fino ad un massimo del 10% della Sn esistente.
Per quanto riguarda gli interventi di sistemazione degli spazi aperti collettivi, questi sono rappresentati da un percorso carrabile di servizio che circonda il nucleo e dalla nuova piazza. Gli interventi consistono nella realizzazione di una pavimentazione omogenea, sia per la piazza che per il percorso carrabile di servizio, realizzata in pietra o in altri materiali comunque coerenti con i contesti. Potranno, inoltre, essere collocate attrezzature di arredo urbano al fine di rendere gli spazi accoglienti e vivibili.

Modalità di attuazione:

intervento diretto.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 127bis UMI S.D. 1H

superficie territoriale mq.8.413
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R1.2001.200nuova edificazione
rapporto di copertura30% 
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti200200parcheggi
Vg - giardini2.2582.258spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il completamento del nuovo insediamento residenziale della Corsina pone i temi della ridefinizione del margine tra tessuto insediativo e territorio aperto. L'obiettivo è quello di creare un nuovo insediamento residenziale a bassa densità in grado di realizzare la connessione tra gli spazi aperti di interesse collettivo e gli spazi residenziali.
Il progetto dovrà porsi in continuità con il principio insediativo prevalente nella zona, proseguendo la rete delle strade carrabili in modo tale che ciascun edificio sia raggiungibile agevolmente e nello stesso tempo sia in diretto contatto con gli spazi verdi privati e collettivi.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Considerando l'andamento orografico del terreno, saranno ammesse opere di rimodellamento del suolo per consentire la realizzazione del tracciato carrabile di accesso al lotto. L'intervento sarà realizzato, secondo la morfologia del terreno, con edifici di altezza massima di due piani escludendo il livello seminterrato o interrato delle autorimesse.
Non sono ammesse rampe carrabili esterne per l'accesso ai parcheggi.
Dovranno essere previsti tipi edilizi mono o plurifamilari
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Dovranno essere, inoltre, realizzate le sistemazioni degli spazi verdi di uso pubblico, che potranno essere attrezzati con strutture leggere per il gioco dei ragazzi e dei bambini, ed i parcheggi pubblici a supporto delle aree attrezzate. Le essenze vegetali per la sistemazione degli spazi verdi dovranno essere scelte tra quelli quelle coerenti con il contesto ecologico locale.
Il progetto dovrà essere connotato della massima attenzione all'inserimento paesaggistico, alle sistemazione esterne e al trattamento di suolo, tenendo conto dei dislivelli del terreno nel rispetto della morfologia esistente.
Data la delicata situazione paesistica, la valutazione Integrata dovrà porre particolare attenzione alla valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc. ).

Modalità di attuazione:

Piano di Lottizzazione.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Lottizzazione sono ammessi:
- tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri) con esclusione di ogni nuova edificazione.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).

CAPO III SCHEMA DIRETTORE SD2

Art. 128 Casole il versante ovest

1. Raccoglie le aree il cui riassetto rende possibile il rafforzamento del carattere di luogo centrale del versante ovest di Casole d'Elsa, attraverso la riorganizzazione strutturale del complesso delle aree a verde, la riorganizzazione delle strutture sportive esistenti e la realizzazione di nuove attrezzature di servizio a valenza territoriale.
2. Lo schema direttore SD2 comprende nove Unità Minime di Intervento.

Art. 129 UMI S.D. 2A

superficie territoriale mq.28.135
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R2.7502.750nuova edificazione
totale (mq.)
Vg - giardini12.70112.701spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'area è divisa in tre interventi S.D.2A, S.D.2A.2, S.D.2A.3.
L'intervento SD.2A è relativo ad un nuovo insediamento residenziale a Poggio ai Bimbi, tema che coinvolge l'intera estremità nord-est del crinale del centro antico di Casole, ridefinendone il ruolo e l'impianto. Requisito prioritario sarà il corretto inserimento nel paesaggio dei nuovi edifici che dovranno essere disposti lungo il versante orientale, lasciando libero il crinale vero e proprio. Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.
La ridefinizione degli spazi aperti avrà come obiettivo la costruzione di una sequenza di luoghi messi in relazione e collegamento da una parte con quelli del centro antico, prevalentemente pavimentati e raccolti, e dall'altra con l'aperta campagna, dove lo spazio è dilatato. In particolare la realizzazione di un giardino sul crinale, che prosegue alcuni altri interventi puntuali recentemente attuati in prossimtà della strada che costeggia le mura a ovest, consentirà la riqualificazione di un'area attualmente piuttosto degradata soprattutto a causa della presenza di manufatti precari; gli spazi saranno attrezzati in maniera da permetterne l'utilizzo temporaneo per attività collettive all'aperto; sono pertanto ammissibili modesti rimodellamenti per regolarizzare il pendio e mettere in comunicazione i vari livelli.

Data la delicata situazione paesistica dovranno essere effettuate specifiche valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc. ) verificando l'effettiva incidenze sulle risorse degli interventi.
I ruderi dei castri andranno recuperati e mantenuti all'interno dell'area a verde pubblico a memoria della continuità storico-culturale dei luoghi.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Relativamente all'intervento S.D.2A le tipologie edilizie delle abitazioni (massimo 45 alloggi) dovranno essere sviluppate specificamente sulla base della conformazione altimetrica del suolo, gli edifici saranno, quindi, disposti ortogonalmente alla linea di massima pendenza in modo da seguire il naturale declivio del terreno. L'articolazione dei volumi dovrà favorire il rapporto di continuità tra gli spazi aperti e gli alloggi. I nuovi edifici avranno altezza non superiore a due piani, oltre ad un eventuale livello parzialmente o totalmente interrato. Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Le essenze vegetali per la sistemazione degli spazi verdi dovranno essere scelte tra quelli quelle coerenti con il contesto ecologico locale.
L'accesso ai parcheggi privati dovrà avvenire dalla viabilità interna evitando l'uso di lunghe rampe carrabili; i parcheggi pubblici saranno a raso e disposti lungo le strade di nuova realizzazione.
Per quanto riguarda la viabilità, il progetto dovrà sostanzialmente limitarsi a riconfigurare tracciati esistenti, adeguando la sezione e i materiali ad una diversa e relativamente maggiore mole di traffico; in particolare dovrà essere riqualificato il tratto finale di via Roma, per rendere più sicura la circolazione. Tutte le opere dovranno rispettare il criterio del minimo impatto ambientale, evitando sensibili scavi/riporti di terreno; ove indispensabile sarà comunque consentito l'impiego di muri di sostegno di altezza contenuta. I muri di sostegno esistenti dovranno essere recuperati per quanto possibile.
L'intervento S.D.2A.2 interessa un edificio residenziale, di scarso valore architettonico, nella parte nord dell'area.
L'intervento consiste nel consentire di realizzare al massimo due ulteriori unità immobiliari ampliando l'edificio esistente per una superficie netta massima di mq. 150 con altezza massima due piani compreso l'eventuale interrato.
Sono ammessi interventi di riqualificazione di tipo 5 nonché di adeguamento delle altezze ove non si rispettassero i requisiti igienico-sanitari.
Non è ammessa la realizzazione di rampe carrabili.
L'intervento S.D.2A.3 situato nella parte nord-ovest dell'area, appena fuori le mura,oggi degradata ed occupata da alcuni manufatti di pessima fattura, interessa l'edificio degli ex macelli. Allo scopo della riqualificazione dell'area si prevede la sostituzione dei volumi degradati con un edificio a destinazione residenziale da collocare al posto dell'edificio ex macelli in continuità con il muro che individua la pertinenza.
Il nuovo edificio, che sarà costituito da un volume compatto e forme semplici, avrà altezza massima a valle due piani e Sn massima mq. 160.
La rimanente parte, costituita da un'ordinata oliveta e conclusa da un muro in pietra dovrà essere mantenuta a pertinenza della residenza, restaurando il muro esistente e mantenendo l'oliveta. Eventuali nuove essenze vegetali per la sistemazione degli spazi verdi dovranno essere scelte tra quelle coerenti con il contesto ecologico locale.

Modalità di attuazione:

Piano di Lottizzazione per l'intervento S.D.2A.
Intervento diretto per gli interventi S.D.2A.2 e S.D.2A.3.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Lottizzazione sono ammessi: - interventi di manutenzione degli edifici con esclusione di ogni nuova edificazione;
- tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri).

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE II "Casole Capoluogo" (Allegato A presenti N.T.A.).

Indicazioni progettuali per questa Unità Minima d'Intervento Indicazioni progettuali per questa Unità Minima d'Intervento

Art. 130 UMI S.D. 2B

superficie territoriale mq.10.647
totale Sn (mq.)
nuova edificazione e ampliamento S1.6001.600nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.3771.377parcheggi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Gli spazi per l'istruzione saranno riqualificati ed ampliati, come previsto dai programmi dell'Amministrazione comunale, attraverso la ristrutturazione con parziale ampliamento della attuale scuola e la costruzione di un nuovo edificio, collegato a quello esistente; in questo senso è già stato elaborato un progetto specifico per le scuole media ed elementare, per la mensa, la palestra e la biblioteca e per la nuova scuola materna che prevede la costruzione di un fronte edificato molto articolato affacciato verso la valle; le attrezzature saranno evidentemente accessibili sia da ovest, in alto, che da est.
L'intervento potrà contemporaneamente consentire la riorganizzazione degli spazi aperti di pertinenza delle attrezzature collettive ed in particolare la viabilità carrabile sarà modificata in modo da evitare il traffico di attraversamento in prossimità delle scuole: via del Pacchierotto diventerà una sorta di piazza pedonale allungata e parte di una passeggiata verso il parco, gli impianti sportivi ed il quartiere di Orli; alcune aree di parcheggio, infine, sono previste in prossimità delle strade carrabili.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto da parte dell'A.C. sulla base di progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.

Art. 131 UMI S.D. 2C

superficie territoriale mq.11.803
totale (mq.)
Ss - servizi sportivi coperti9.4339.433spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

In località le Colonne è individuato un ampio spazio in adiacenza all'area scolastica con l'obiettivo di rafforzare l'impianto scolastico esistente attraverso la formazione di un'area sportiva a supporto sia della scuola che del capoluogo. L'area sarà collegata, pedonalmente, alla scuola attraverso un sottopasso strutturato della Via Pachierotti.
L'intervento comprende, inoltre, l'ampliamento della Via degli Etruschi e il suo collegamento attraverso un tracciato appoggiato sul terreno e che ne segue la naturale pendenza con la via Pacchierotto al fine di formare un anello che possa migliorare l'accesso sia all'area scolastica che alle aree limitrofe.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Nella progettazione dei nuovi edifici dovranno essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Per la sistemazione dell'area e la realizzazione di percorsi e di eventuali rampe pedonali o di ascensori sono ammissibili alcune operazioni di leggera modifica del pendio con l'introduzione di muri di sostegno che ne potranno costituire, allo stesso tempo, elementi di arredo (sedute, supporti per manifesti o accessori ecc). Il resto dell'area sarà sistemata a verde utilizzando alberature coerenti con i contesti ecologici e parti trattate a prato.
Potranno essere collocati, all'interno dell'area individuata con la sigla L2 Ss, eventuali parcheggi di supporto all'attrezzatura sportiva.
Lungo via della Rimembranza sarà realizzato un percorso pedonale alberato a margine dell'area, all'interno del quale si dovranno comunque predisporre idonei strumenti di protezione e di filtro rispetto al traffico automobilistico.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto da parte dell'A.C. sulla base di progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.

Art. 132 UMI S.D. 2D

superficie territoriale mq.12.694
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R550630nuova edificazione
nuova edificazione S80
totale (mq.)
Ps - campi sportivi2.6022.602spazi pubblici o collettivi

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

L'operazione che riguarda l'area in prossimità della piscina ha carattere di grande delicatezza: l'impianto dovrà avere un impatto lieve sul paesaggio, modellandosi sul pendio esistente in continuità con i volumi della piscina.
Obiettivo prioritario è migliorare l'accessibilità e la fruizione degli impianti sportivi, da una parte attraverso l'adeguamento del tracciato stradale esistente, che costeggia l'area del parco previsto nell'unità S.D. 2C, dall'altra risistemando il pendio alle spalle della piscina in modo da ricavare percorsi pedonali e una sorta di gradinata quasi naturale - data dai terrazzamenti - per gli spettatori e per gli utenti in genere degli impianti sportivi, protetta dalla strada da adeguate alberature con ruolo anche di filtro nei confronti delle emissioni inquinanti. A supporto degli impianti stessi potrà essere previsto un piccolo edificio per servizi e/o per il bar ad un solo livello, preferibilmente seminterrato, disposto accanto alle "gradinate", a lato della piscina.
Il completamento residenziale adiacente sarà costituito da due abitazioni mono o bifamiliari articolate su tre livelli; i volumi degli ambienti principali delle case saranno impostati su un basamento destinato alle autorimesse e a locali di servizio, con accesso carrabile dalla strada interna. Per la messa a punto di un progetto correttamente impostato sarà evidentemente indispensabile predisporre un dettagliato rilievo planialtimetrico.

Art. 133 UMI S.D. 2E

superficie territoriale mq.7.101
totale Sn (mq.)
nuova edificazione T400400nuova edificazione
totale (mq.)
Vg - giardini2.3662.366spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il riordino del margine a nord di via della Rimembranza e della strada provinciale in prossimità del centro antico di Casole è completato da un intervento che prevede la realizzazione di un nuovo edificio a destinazione terziaria, presumibilmente a carattere commerciale.
Nel progetto dovrà essere accuratamente studiata una soluzione efficace per consentire l'accesso carrabile all'area di pertinenza dalla strada principale, visto il rilevante dislivello tra le quote, e per far sì che l'accesso stesso non interferisca negativamente, dal punto di vista della circolazione, con l'intersezione con via Mugnaini.
Il progetto riveste comunque un ruolo determinante nella individuazione di spazi verdi di uso pubblico che si ricollegano agli impianti sportivi e al recente quartiere di Orli, realizzando una sequenza ininterrotta di luoghi di interesse collettivo agevolmente fruibili dai pedoni e adeguatamente protetti dal traffico e dalle emissioni inquinanti dovute alla viabilità carrabile.
L'area d'intervento è limitrofa al cimitero dovrà, quindi, essere verificata la compatibilità con il vincolo cimiteriale ai sensi della L. 166/2002.

Prescrizioni generali per gli interventi:

L'impianto dei nuovi edifici dovrà avere carattere unitario e compatto utilizzando materiali coerenti con il delicato contesto. Dovrà essere messo a punto un progetto organico degli spazi aperti limitando al minimo possibile le superfici impermeabili.
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico;
Per le sistemazioni a verde devono essere utilizzate essenze tipiche dei luoghi coerenti con il contesto ecologico locale.

Modalità di attuazione

Intervento diretto sulla base di specifica convenzione con l'A.C. per la cessione delle opere pubbliche.

Art. 134 UMI S.D. 2F

superficie territoriale mq.7.085
totale Sn (mq.)
nuova edificazione (ampliamento) R100100nuova edificazione
totale (mq.)
Vg - giardini595595spazi pubblici o collettivi

Il recupero degli edifici alla Concia è innanzitutto l'occasione per la risistemazione di una serie di spazi aperti verdi, di uso collettivo o individuale e privato, di cospicuo rilievo nell'immagine del centro antico di Casole, appartenendo ad una fascia di margine che ne rappresenta quasi il "basamento", appena sotto alle mura.
Gli interventi dovranno essere mirati alla riqualificazione complessiva dell'insediamento.
Dovrà dunque essere valutato lo stato di conservazione attuale dei manufatti e di conseguenza il loro grado di possibile riutilizzo o di trasformabilità.
Tutte le opere che possano comportare rilevanti scavi/riporti di terreno e rimodellamenti del pendio tali da alterare il paesaggio attuale sono, comunque, vietate.

Descrizione dell'intervento:

per l'edificio principale sono ammessi interventi di riqualificazione di tipo 2 (rq2) con la possibilità di cambio di destinazione d'uso del piano secondo sotto strada attualmente adibito a magazzino;
demolizione dei volumi attualmente adibiti a serra e magazzino e loro ricostruzione all'interno dell'area di pertinenza;
per l'ex fienile sono ammessi interventi di riqualificazione di tipo 1 (rq1). È ammessa, nel caso che l'altezza attuale lo consenta, la realizzazione di scale interne e soppalchi che comportino solo alterazioni "leggere" del sistema strutturale. È ammesso, inoltre, un ampliamento una tantum pari a 100 mq.di Superficie netta (Sn);
sistemazione degli spazi di pertinenza.

Prescrizioni per l'attuazione dell'intervento:

Il nuovo edificio, in sostituzione della serra e del magazzino, dovrà essere realizzato nell'area dove attualmente e collocato il magazzino e, comunque, all'interno dell'area L2B; dovrà avere al massimo due piani fuori terra per un numero massimo di due alloggi.
Gli eventuali soppalchi, ammessi nell'edificio ex fienile, devono essere realizzati nel rispetto della percezione dello spazio in cui la costruzione viene realizzata e con tecniche che utilizzino materiali leggeri, differenziati dalle murature e senza incidere sulle parti strutturali.
L'ampliamento dell'ex fienile deve essere realizzato nel rispetto dei caratteri formali e architettonici dell'edificio, salvaguardandone le sue caratteristiche peculiari.
L'accesso ad eventuali autorimesse seminterrate o interrate deve essere realizzato sfruttando il dislivello naturale del terreno.
Tutti gli interventi devono essere realizzati nel rispetto del contesto storico e paesistico circostante mantenendo i caratteri originari di riconoscibilità.
Tutte le specie arboree facenti parte del contesto ecologico locale vanno salvaguardate e mantenute ed eventualmente reintegrate con specie dello stesso tipo.
L'attuazione dell'intervento è subordinata alla sottoscrizione di specifica convenzione con l'Amministrazione Comunale per la cessione e/o la manutenzione dell'area V5 Vg F e dell'area V5 B.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto subordinato a progetto unitario.

Elaborati specifici da presentare a corredo del progetto:

Rilievo accurato degli edifici esistenti almeno in scala 1:100 con verifica dello stato di conservazione e degli elementi costitutivi degli edifici così come definiti all'art.111 delle presenti norme.
Progetto del suolo redatto sulla base di un rilievo strumentale realizzato in scala non inferiore ad 1:500 indicando la sistemazione, il disegno e gli usi degli spazi esterni. In particolare, deve contenere il rilievo delle specie vegetali presenti con specifico riguardo al progetto delle nuove sistemazioni a verde che dovranno privilegiare specie facenti parte del contesto ecologico locale, l'indicazione del sistema di illuminazione adottando soluzioni per la riduzione dell'inquinamento luminoso; l'indicazione dei materiali utilizzati per le parti pavimentate esterne e per eventuali recinzioni.
Profili altimetrici trasversali e longitudinali in scala non inferiore a 1:200 degli spazi aperti di pertinenza e degli edifici.

Art. 135 UMI S.D. 2G

Articolo soppresso in sede di controdeduzioni alle osservazioni.

Art. 136 UMI S.D. 2H

superficie territoriale mq.114.660
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.7281.728parcheggi
Ps - campi sportivi31.60438.780spazi pubblici o collettivi
Vp - giardini7.176
St1Ps - servizi tecnici, campi sportivi58.82758.827servizi tecnici e spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'area di progetto dovrà rappresentare un polo di grandissimo interesse nella mappa dei luoghi centrali del territorio di Casole d'Elsa, visto che si prevede il completamento della dotazione di spazi pubblici attrezzati intorno all'attuale area sportiva che viene ulteriormente ampliata e la realizzazione di un campo fotovoltaico comunale.

Prescrizioni generali per gli interventi

Le prestazioni principali che dovranno essere assicurate sono una adeguata difesa rispetto alla viabilità principale che è tangente all'area, sia dal punto di vista della sicurezza degli utenti sia dal punto di vista del filtro nei confronti delle emissioni inquinanti.
I parcheggi sono stati individuati lungo la strada interna di servizio; la fascia lungo la strada provinciale dovrà essere opportunamente alberata utilizzando essenze vegetali coerenti con il contesto ecologico.
Gli impianti a terra, saranno opportunamente sistemati secondo un disegno coerente e ordinato rispettando la morfologia del terreno e la trama del paesaggio. E' possibile, al fine di minimizzarne l'impatto, ricorrere anche a piccoli movimenti di terra e all'utilizzo di essenze vegetali coerenti con il contesto paesaggistico.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto da parte dell'A.C. sulla base di progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.

Art. 137 UMI S.D. 2I

superficie territoriale mq.48.951

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Gli interventi previsti nell'area costituiscono intervento complementare alla realizzazione del parco fotovoltaico e sportivo e delle attrezzature di interesse collettivo della unità minima S.D. 2H; la sua attuazione è inoltre subordinata all'adeguamento della viabilità esistente.
Il progetto comprende dunque la risistemazione dell'impianto viario oltre alla realizzazione di un'ampia zona per la realizzazione di un impianto fotovoltaico in rapporto di continuità con l'area adiacente.

Prescrizioni generali per gli interventi:

L'impianto dovrà avere carattere unitario e compatto mettendo a punto un progetto organico degli spazi aperti limitando al minimo possibile le superfici impermeabili.
Il progetto dovrà essere realizzato in modo da non interferire con la trama dei fossi e delle scoline presenti nella zona o dovranno essere predisposti adeguati sistemi che impediscano l'interruzione di tale trama. Gli impianti a terra, saranno opportunamente sistemati secondo un disegno coerente e ordinato rispettando la morfologia del terreno e la trama del paesaggio. E' possibile, al fine di minimizzarne l'impatto, ricorrere anche a piccoli movimenti di terra e all'utilizzo di essenze vegetali coerenti con il contesto paesaggistico.
Per le sistemazioni a verde devono essere utilizzate essenze tipiche dei luoghi coerenti con il contesto ecologico locale.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto sulla base di specifica convenzione con l'A.C. per la cessione delle opere pubbliche.

CAPO IV SCHEMA DIRETTORE SD3

Art. 138 La "traversa" Maremmana

1. Raccoglie le aree il cui riassetto rende possibile il consolidamento ed il rafforzamento del ruolo primario della traversa Maremmana quale asse privilegiato di attraversamento del territorio di Casole d'Elsa, mediante la riqualificazione delle strutture turistico ricettive esistenti ed il recupero a tale scopo delle strutture edilizie pregiate presenti.
2. Lo schema direttore SD3 comprende tre UnitÓ Minime di Intervento. 3. Per quanto riguarda l'area di Querceto, la gestione culturale dell'azienda dovrà il più possibile utilizzare il criterio dell'agricoltura biologica e l'accessibilità viaria e la fruibilità del territorio dovranno essere comunque assicurate attraverso una specifica convenzione da sottoscrivere con il Comune.

Art. 139 UMI S.D. 3A

superficie territoriale mq.15.950
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R/T1.0001.000nuova edificazione
30posti letto Tr

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'intervento nella parte sud del nucleo di Mulino dell'Elsa si dovrà configurare in primo luogo come riqualificazione degli spazi aperti, sia a carattere collettivo e pubblico che privato. Il progetto dovrà pertanto essere incentrato sulla ridefinizione degli spazi di pertinenza delle case esistenti, attualmente costituiti per lo più da semplici slarghi o spiazzi, scarsamente mantenuti e curati, individuando anche spazi verdi e piccoli parcheggi, delimitando inoltre in maniera più chiara le aree per la circolazione carrabile.
Il tema fondamentale da affrontare sarà il recupero di quelli che sono correntemente interpretati come i retri e sono come tali fortemente trascurati.
Dovranno essere messi a dimora elementi vegetali idonei a costituire un filtro di tipo visivo rispetto alla viabilità principale.
Dato il considerevole frazionamento delle proprietà nell'area, al fine di conseguire l'obiettivo di riqualificazione, dovrà essere messo a punto una sorta di progetto-quadro di iniziativa pubblica o privata sulla base del quale potranno successivamente essere attuati i singoli interventi in più fasi. Tale progetto quadro potrà essere proposto anche relativamente ad ambiti ridotti rispetto all'intera UMI S.D.3A purché le proposte siano adeguatamente organiche ed integrate e non inficino l'obiettivo primario di riqualificazione.
Data la particolare natura dell'intervento il progetto-quadro verrà sottoposto alla valutazione della Commissione Edilizia.

Prescrizioni generali per gli interventi:

I progetti proposti, relativamente ai singoli edifici, alle relative aree di pertinenza e agli spazi aperti dovranno essere adeguatamente organici e integrati al fine di non inficiare l'obiettivo primario di riqualificazione generale.
I manufatti più degradati dovranno in ogni caso essere demoliti.
I nuovi volumi previsti per le attività ricettive (ai sensi della L.R.42/2000 e s.m.i. e del relativo Regolamento d'attuazione) o pubblici esercizi dovranno essere collocati nella parte a quota più alta, caratterizzata da una buona visuale panoramica.
L'impianto dei nuovi edifici dovrà avere carattere unitario e compatto utilizzando materiali coerenti con il delicato contesto e dovranno essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Data la delicata situazione paesistica dovranno essere effettuate specifiche valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc. ) verificando l'effettiva incidenze sulle risorse degli interventi.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto sulla base di progetto quadro.

Norme transitorie:

In attesa della definizione del progetto-quadro, per gli edifici esistenti sono ammessi interventi fino alla riqualificazione di tipo 3 (rq3).

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE VI "La Valle dell'Elsa" (Allegato A presenti N.T.A.).
Il dimensionamento turistico ricettivo massimo (posti letto) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento strutture turistico- ricettive" UTOE VI "La Valle dell'Elsa" (Allegato B presenti N.T.A.)

Art. 140 UMI S.D. 3B

superficie territoriale mq.35.179
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R500500nuova edificazione

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'intervento per il nucleo di Mulino dell'Elsa si dovrà configurare in primo luogo come riqualificazione degli spazi aperti, sia a carattere collettivo e pubblico che individuale e privato. Il progetto dovrà pertanto essere incentrato sulla risistemazione degli spazi di pertinenza degli edifici esistenti, attualmente poco definiti e scarsamente curati. In particolare dovrà essere migliorato il trattamento del suolo dell'area di pertinenza del ristorante. Dovranno comunque essere previsti elementi vegetali idonei a costituire un filtro almeno di tipo visivo rispetto alla viabilità principale.
L'obiettivo è quello di individuare attrezzature legate al tempo libero e in grado di realizzare un elemento di aggregazione e di valorizzazione turistica del territorio. Dovranno a tale scopo essere predisposte adeguate aree di parcheggio.
Si prevede inoltre la possibilità di realizzare una modesta quantità di nuova edificazione di tipo residenziale a bassa densità nella zona più "interna", lungo la strada secondaria, assecondando quanto avvenuto in prossimità di Osteria delle Macchie.
Dato il considerevole frazionamento delle proprietà nell'area, al fine di conseguire l'obiettivo di riqualificazione, dovrà essere messo a punto una sorta di progetto-quadro di iniziativa pubblica o privata sulla base del quale potranno successivamente essere attuati i singoli interventi in più fasi. Tale progetto quadro potrà essere proposto anche relativamente ad ambiti ridotti rispetto all'intera UMI S.D.3B purché le proposte siano adeguatamente organiche ed integrate e non inficino l'obiettivo primario di riqualificazione. Data la particolare natura dell'intervento il progetto-quadro verrà sottoposto alla valutazione della Commissione Edilizia.

Prescrizioni generali per gli interventi:

I progetti proposti, relativamente ai singoli edifici, alle relative aree di pertinenza e agli spazi aperti dovranno essere adeguatamente organici e integrati al fine di non inficiare l'obiettivo primario di riqualificazione generale.
I manufatti più degradati e spesso a carattere precario dovranno in ogni caso essere demoliti.
Per i nuovi edifici dovranno essere utilizzati materiali coerenti con il delicato contesto e metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Data la delicata situazione paesistica dovranno essere effettuate specifiche valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc. ) verificando l'effettiva incidenze sulle risorse degli interventi.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto sulla base di progetto quadro.

Norme transitorie:

In attesa della definizione del progetto-quadro, per gli edifici esistenti sono ammessi interventi fino alla riqualificazione di tipo 3 (rq3).

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE VI "La Valle dell'Elsa" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 140bis UMI S.D. 3C

SUPERFICIE TERRITORIALE mq. 175.914
  SITO Sn nuova edificazione mq Realizzato PdC rilasciato
N° - Tav 3 PRP Toponimo Sn specifica Sn aggregata    
UTOE IV Mensano 13 S.Caterina (Monterotondo) 405 405  
9Le Tre Querci3351340 
10Poggio Corona335 
19Le Macie335 
20Campo al Doccio335 
11Il Campino3351005 
15San Isidoro335 
UTOE VI La Valle dell'Elsa 5 Miniera 335  
6San Tommaso3501750 
7San Damiano350 
UTOE IV Mensano 16 San Pietro 350  
17Poggio Marino350 
21Santa Lucia350 
UTOE VI La Valle dell'Elsa 1 Querceto (Case Mendini) 900 900  
  Totale Sn nuova edificazione mq. 5.400  

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il progetto riguarda una vasta porzione di territorio comunale intorno al nucleo storico del Castello di Querceto, l'area è delimitata a nord dal confine comunale, a sud-ovest dalla Strada provinciale delle Galleraie e dalla Strada provinciale di Mensano, ad ovest dal torrente Senna.
Si prevede, in coerenza con l'Area problema 3.3 del Piano Strutturale e in recepimento dei contenuti della Variante al PRP approvata con DCC 82 del 05.05.2009, la realizzazione di alcuni piccoli nuclei destinati a completare le attrezzature ricettive appartenenti al castello di Querceto in alcuni luoghi caratterizzati da radure riparate e collegati dalla rete dei percorsi rurali esistenti.
Come precisato all'art. 3 delle Norme tecniche d'attuazione della Variante del PRP approvato, il Piano Particolareggiato, come modificato dalla Variante, ha validità dieci (10) anni dalla stipula dell'originaria Convenzione, pertanto, relativamente agli edifici di nuova edificazione, per i quali è stato rilasciato il permesso di costruire, se i relativi lavori non vengono iniziati entro un anno dalla data del rilascio, decadono i diritti all'edificazione in quell'area.

Fattibilità geologica:

Nelle nuove aree la Fattibilità geologica è così definita:
classe 2 per le nuove aree di Poggio Marino, S. Lucia, La Cava, S. Pietro, Le Macie, Il Campino;
classe 3 per le nuove aree di S. Tommaso e, S. Damiano, San Isidoro, Miniera.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Gli interventi di nuova costruzione previsti dal Piano Particolareggiato devono rispettare i limiti dimensionali riepilogati nella tabella.
Il valore indicato per la Sn nella colonna Sn specifica, in sede di progettazione architettonica, può variare del 10% in diminuzione o del 20% in aumento. Il valore indicato per la Sn nella colonna Sn aggregata costituisce il valore massimo ammissibile per ciascun sito o gruppo di siti, ed è suscettibile, in sede di progettazione architettonica, di sola diminuzione e non è suscettibile di incrementi. Al fine di assicurare il rispetto di tali valori prescrittivi, ciascun progetto architettonico che risulti dimensionalmente correlato ad altri dovrà essere corredato da uno specifico elaborato dal quale risulti che le eventuali variazioni della Sn, entro i limiti di cui sopra, siano tali da rispettare il valore massimo ammesso che assume valore prescrittivo per il complesso di siti considerato.
Nelle sistemazioni degli spazi aperti dovranno essere limitate le opere di rimodellamento del suolo; le aree di pertinenza potranno essere attrezzate con strutture leggere e compatibili con il contesto;
Per i singoli edifici vale quanto indicato nell'allegato B "schede edifici di nuova costruzione ad uso ricettivo" delle Norme tecniche d'attuazione della Variante al PRP approvato. Per quanto riguarda l'articolazione della destinazione d'uso turistico-ricettiva (in applicazione della L.R. 42/2000 e s.m.i.) vale quanto indicato all'art.29 delle Norme tecniche d'attuazione della Variante al PRP approvato. Per quanto riguarda gli elementi di compatibilità paesaggistica, i criteri insediativi e il linguaggio architettonico vale quanto indicato al Capo VI delle Norme tecniche d'attuazione della Variante al PRP approvato.
La relazione di Valutazione integrata della Variante al PRP approvato con le relative prescrizioni fa parte integrante delle presenti NTA.

Modalità di attuazione:

Piano particolareggiato di iniziativa privata approvato con DCC 82 del 05.05.2009.

CAPO V SCHEMA DIRETTORE SD4

Art. 141 La "nuova strada" di Pievescola

1. Raccoglie le aree il cui riassetto rende possibile il miglioramento del raccordo fra la dorsale di Mensano-Monteguidi, la traversa Maremmana e Pievescola, mediante il miglioramento dell'intersezione stradale ed il nuovo assetto dell'area produttiva contermine, il miglioramento del sistema viabilistico di attraversamento per Pievescola ed il conseguente rafforzamento del ruolo e dell'identità urbana della frazione.
2. Lo schema direttore SD4 comprende otto Unità Minime di Intervento.

Art. 142 UMI S.D. 4A

superficie territoriale mq.124.312
totale Sc (mq.)
nuova edificazione I4.694,84.694,8nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti4.1064.106parcheggi
Vg - giardini12.31412.314spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

I temi guida del progetto sono da una parte la riqualificazione dell'area industriale ed artigianale esistente e dall'altra la messa a punto di una rete viabilistica correttamente strutturata rispetto ad esigenze differenti - il traffico locale e quello di attraversamento -, in stretta correlazione con l'intervento previsto all'interno dell'unità minima S.D. 4B.
Il secondo punto costituisce in realtà l'aspetto prioritario e "indifferibile" del progetto; è necessario infatti, nella prospettiva della variante alla strada di collegamento con Pievescola e con la S.P. delle Galleraie, impostare accessi separati per le attività produttive e soprattutto evitare la commistione dei diversi tipi di traffico.
Dovranno sempre essere adottati le precauzioni e gli accorgimenti tecnici necessari ad assicurare che i nuovi manufatti abbiano minimo impatto ambientale soprattutto per il sistema di deflusso delle acque. I parcheggi di uso pubblico saranno disposti lungo le strade di servizio, costituendo la trama di riferimento per il consolidamento dell'insediamento. Contestualmente dovranno essere anche realizzate barriere vegetali lungo i margini dei lotti; questi impianti avranno profondità minima di 20 ml., con eccezione della fascia a ridosso della Traversa Maremmana che avrà spessore non inferiore a 32 ml.; le specie utilizzate dovranno essere compatibili e adeguate per il ruolo di filtro di polveri e rumore ed il profilo in sezione dovrà essere conformato in modo tale da non compromettere la sicurezza della circolazione stradale.
Per quanto riguarda l'edificazione, in considerazione della delicatezza del contesto dal punto di vista idrogeologico, i criteri sostanziali dovranno essere la limitazione del rapporto di copertura ad un massimo del 40% ed il mantenimento di una fascia libera della massima profondità possibile nelle aree verso il fiume che dovranno essere preferibilmente destinate a lavorazioni o depositi all'aperto, spazi di manovra ecc. In generale dovrà essere stabilita una congrua percentuale massima di impermeabilizzazione in grado di attenuare l'impatto ambientale dell'insediamento.
Per gli edifici esistenti il Programma dovrà definire gli interventi consentiti, sempre nell'ambito della riqualificazione.
Per quanto concerne infine l'attività di trattamento di marmo e pietre si prevede una complessiva razionalizzazione dell'impianto, con la risistemazione della viabilità interna, la creazione di un invaso per garantire un deposito di acqua sufficiente all'abbattimento delle polveri e la costruzione di alcuni nuovi edifici in aderenza e a completamento di quelli esistenti.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Gli interventi di urbanizzazione interni all'area sono in fase di completamento, a meno della nuova viabilità di raccordo con la Traversa maremmana. I nuovi edifici ancora da realizzare, (per un residuo di 694,80 mq di Superficie coperta in aggiunta alle superfici spostate in quest'area dall'area SD 4C stralciata) dovranno avere carattere unitario utilizzando materiali coerenti con il contesto. Dovrà essere messo a punto un progetto organico degli spazi aperti limitando al minimo possibile le superfici impermeabili.
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico;
Per gli edifici esistenti sono ammessi interventi fino alla riqualificazione di tipo 4.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto.

Art. 143 UMI S.D. 4B

superficie territoriale mq.36.438

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Obiettivo prioritario del progetto è la realizzazione di un assetto viabilistico più efficiente con il miglioramento dell'intersezione stradale sulla Traversa Maremmana e la separazione delle componenti di traffico interessate all'area industriale/artigianale da quelle di attraversamento e di destinazione di media o lunga distanza.
Il tracciato dovrà seguire, per quanto possibile rispetto alle prestazioni richieste dall'infrastruttura, l'andamento della pendenza naturale del terreno, in modo da evitare rilevanti operazioni di scavo/riporto; dovranno inoltre essere adottati le precauzioni e gli accorgimenti tecnici necessari ad assicurare che il nuovo manufatto abbia minimo impatto ambientale con particolare riguardo per il sistema di deflusso delle acque. In particolare il Programma dovrà approfondire le soluzioni tecniche migliori per quanto riguarda l'attraversamento del fiume Elsa, definendo di concerto con le autorità competenti tutti i dettagli del tracciato (ponti, rilevati, ...).
Le intersezioni saranno costituite da rotatorie a raso.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto da parte dell'A.C. sulla base di progetto preliminare, definitivo ed esecutivo.

Art. 144 UMI S.D. 4C STRALCIATO

Art. 145 UMI S.D. 4D

superficie territoriale mq.79.089
totale Sc (mq.)
nuova edificazione I2.5007.000nuova edificazione
nuova edificazione T4.500
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti4.0594.059parcheggi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'area si presenta con un'immagine di forte impatto dal punto di vista visivo, l'intervento deve infatti mirare in primo luogo ad un progetto di qualità architettonica che preveda organicamente sia la riqualificazione degli edifici esistenti che la realizzazione dei nuovi edifici utilizzando tecniche che sviluppino, il più possibile, gli aspetti legati al risparmio energetico e l'uso di energie rinnovabili e che allo stesso tempo siano compatibili con il delicato contesto paesistico.
L'intervento è subordinato alla realizzazione di, almeno una parte, di quanto previsto all'interno dell'unità minima S.D. 4B, cioè la variante alla viabilità nella direzione Galleraie/Pievescola.
Entro tale prospettiva si prevede dunque il consolidamento del polo artigianale ed il potenziamento di una sorta di polo commerciale in corrispondenza di un riconoscibile nodo viario.
Contestualmente dovranno essere anche previste barriere vegetali lungo i margini dei lotti e verso la strada; questi impianti avranno profondità minima di 25 ml.; le specie utilizzate dovranno essere compatibili e adeguate per il ruolo di filtro di polveri e rumore ed il profilo in sezione dovrà essere conformato in modo tale da non compromettere la sicurezza della circolazione stradale.
L'insediamento dovrà evidentemente essere dotato di cospicui spazi per il parcheggio e la sosta.
Per quanto riguarda l'edificazione, il rapporto di copertura non dovrà comunque superare il 40%; in generale dovrà essere stabilita una congrua percentuale massima di impermeabilizzazione in grado di attenuare l'impatto ambientale dell'insediamento.

Prescrizioni generali per gli interventi:

L'impianto dei nuovi edifici dovrà avere carattere unitario e compatto utilizzando materiali coerenti con il ccontesto tenendo conto degli allineamenti individuati sulle tavole "Usi del suolo e modalità di intervento" del Regolamento Urbanistico. Il Piano di Lottizzazione dovrà impostare sezioni-tipo al fine di verificare lo skyline complessivo del nuovo impianto. Gli edifici con destinazione commerciale potranno avere due livelli con il primo livello con altezza massima ml. 4.50.
Dovrà essere messo a punto un progetto organico degli spazi aperti limitando al minimo possibile le superfici impermeabili.
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Per gli edifici esistenti sono ammessi interventi fino alla riqualificazione di tipo 4.
Data la delicata situazione paesistica dovranno essere effettuate specifiche valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc. ).

Modalità di attuazione:

Piano di Lottizzazione.

Art. 146 UMI S.D. 4E

superficie territoriale mq.50.842
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R6.0006.000nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.0531.053parcheggi
Vg - giardini14.45414.454spazi pubblici o collettivi

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

Il nuovo insediamento residenziale nella parte nord di Pievescola dovrà essere caratterizzato da tipologie a bassa densità e dalla valorizzazione sia della morfologia del luogo sia della interessante posizione panoramica. Per questo la nuova strada di servizio - a fondo cieco per dare maggiore sicurezza e tranquillità all'ambito residenziale - e l'impianto planivolumetrico saranno delineati in modo da alterare il minimo possibile il pendio, mettendone in luce invece le caratteristiche.
Le nuove abitazioni saranno edifici di massimo due piani, unifamiliari o bi/trifamiliari al massimo, con rapporto di copertura inferiore al 30% e rapporto di impermeabilizzazione inferiore al 40%. La tipologia insediativa di riferimento sarà quella della casa isolata su lotto, anche secondo moduli che prevedano la combinazione e l'abbinamento, sempre garantendo opportune prestazioni di privacy e di disponibilità di spazi aperti di pertinenza del singolo alloggio.
Le tipologie edilizie potranno essere studiate, rispetto alla conformazione del suolo, in modo da ricavare spazi accessori seminterrati e da facilitare ad esempio l'accesso alle autorimesse, precedute da uno spazio di manovra o di sosta privata con pavimentazione semipermeabile ed evitando dunque l'impiego di lunghe rampe carrabili esterne.
I parcheggi di uso pubblico saranno disposti lungo le strade di servizio.
La realizzazione dell'intervento di espansione residenziale permetterà la riqualificazione ed il completamento degli spazi verdi di uso pubblico attualmente limitati in pratica al solo campo da calcio, dando luogo ad un'ampia area baricentrica alla quale sarà possibile accedere agevolmente dall'intera frazione con una rete di percorsi pedonali. Le parti più attrezzate corrisponderanno alle aree in prossimità del campo sportivo, che potranno eventualmente essere sistemate con terrazzamenti o gradoni erbosi per individuare opportuni spazi di gioco libero; la parte centrale, invece, ed in particolare la fascia in corrispondenza dell'impluvio saranno trattate con impianti di tipo più naturalistico e piantumate con specie caratteristiche del bordo ripariale, così da costituire una sorta di presidio ecologico.

Art. 147 UMI S.D. 4F

superficie territoriale mq.23.832
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R3.5003.500nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti833833parcheggi
Vg - giardini5.2935.293spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il nuovo insediamento residenziale dovrà essere caratterizzato da tipologie a bassa densità e dalla valorizzazione della morfologia del suolo.
Per questo la nuova strada di servizio - a fondo cieco per dare maggiore sicurezza e tranquillità all'ambito residenziale - e l'impianto planivolumetrico saranno delineati in modo da alterare il minimo possibile il pendio, mettendone in luce invece le caratteristiche. Nell'ambito del progetto si dovrà prevedere inoltre la riqualificazione del primo tratto di via Gramsci e di via I Maggio.
La realizzazione dell'intervento di espansione residenziale permetterà il completamento della maglia degli spazi verdi di uso pubblico individuati entro il tessuto edificato ed a servizio della residenza. In particolare la riqualificazione delle aree libere residuali, oggi gravemente trascurate consentirà la creazione di una importante connessione verde.
Dovrà, quindi, essere messo a punto un attento progetto di suolo e degli spazi aperti (tenendo presente la necessità di risanamento dell'area) con accurata definizione delle specie arboree e degli arbusti, che dovranno essere scelte tra quelli quelle coerenti con il contesto ecologico locale, salvaguardando, comunque, il più possibile, il contesto attuale e tutte le alberature esistenti, a ridosso del fosso, all'estremità ovest, dovrà essere mantenuta una fascia libera a verde ripariale.
Il progetto dovrà, quindi, essere connotato della massima attenzione all'inserimento paesaggistico, alle sistemazione esterne e al trattamento di suolo e evitando, in generale, opere che comportano eccessivi movimenti di terra e che possano alterare la conformazione attuale del terreno salvo i rimodellamenti necessari a migliorarne la stabilità.
L'intervento è subordinato alla realizzazione della nuova strada di supporto alle aree S.D.4E-F.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Il progetto dovrà essere impostato con l'intento di realizzare l'integrazione tra gli spazi costruiti e gli spazi aperti anche attraverso elementi di connessione sia visiva che pedonale tra il nuovo impianto e gli spazi aperti di interesse collettivo e residenziali esistenti.
L'impianto dei nuovi edifici dovrà avere carattere unitario con edifici di altezza massima due piani, unifamiliari o bi/trifamiliari, con rapporto di copertura inferiore al 30% e rapporto di impermeabilizzazione inferiore al 40%. La tipologia insediativa di riferimento sarà quella della casa isolata su lotto, anche secondo moduli che prevedano la combinazione e l'abbinamento, sempre garantendo opportune prestazioni di privacy e di disponibilità di spazi aperti di pertinenza del singolo alloggio.
Le tipologie edilizie potranno essere studiate, rispetto alla conformazione del suolo, in modo da ricavare spazi accessori seminterrati e da facilitare ad esempio l'accesso alle autorimesse, precedute da uno spazio di manovra o di sosta privata con pavimentazione semipermeabile ed evitando dunque l'impiego di lunghe rampe carrabili esterne.
I parcheggi di uso pubblico saranno disposti lungo le strade di servizio.
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.

Modalità di attuazione:

Piano di Lottizzazione.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Lottizzazione sono ammessi:
- tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri) con esclusione di ogni nuova edificazione.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE VII "La Montagnola" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 148 UMI S.D. 4G

superficie territoriale mq.22.931
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R2.4002.400nuova edificazione
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.6261.626parcheggi
Vg - giardini9.8729.872spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo insediamento residenziale che si pone a margine tra il centro abitato di Pievescola e la campagna.
Il principio insediativo per il nuovo nucleo residenziale dovrà essere coerente al carattere dell'area, in leggero pendio ed esposta a sud; si dovranno quindi valorizzare le qualità del paesaggio esistente evitando un pesante rimodellamento del suolo, sia nella realizzazione degli edifici che della strada di accesso che partendo dalla strada principale sarà a fondo cieco concludendosi in un'area di parcheggio pubblico a servizio della residenza e dei servizi locali; con questa sistemazione si dovrà anche garantire la protezione dell'ambito residenziale da traffico improprio di attraversamento;, garantendo la tutela del fosso che divide pressoché a metà l'area
L'intervento è subordinato alla realizzazione del completamento della rete fognaria.

Prescrizioni generali per gli interventi:

Il principio insediativo dovrà conformarsi con il carattere, in leggero declivio, dell'area.
L'impianto dei nuovi edifici dovrà avere carattere unitario con edifici di altezza massima due piani, unifamiliari o bi/trifamiliari (per un numero massimo di 34 unità abitative), con rapporto di copertura inferiore al 20% e rapporto di impermeabilizzazione inferiore al 40%.
Le tipologia edilizie dovranno essere progettate in modo tale da lasciare libere le visuali tra un edificio e l'altro e consentire il facile accesso alle autorimesse evitando l'uso di lunghe rampe carrabili esterne e comunque abbinando accessi a più unità.
I parcheggi di uso pubblico saranno a raso e disposti lungo le strade di nuova realizzazione.
Gli spazi verdi di uso pubblico saranno trattati a giardino utilizzando essenze vegetali coerenti con il contesto ecologico locale e potenziando la fascia di verde ripariale lungo il corso d'acqua con un' area a verde pubblico, il progetto dovrà essere realizzato attraverso il ricorso ad adeguate tecniche di ingegneria naturalistica, idraulica ed ambientale utilizzando adeguate essenze di tipo ripario in modo da garantire la continuità ecologica e il corretto deflusso delle acque. Tra il nuovo insediamento e la nuova strada saranno disposte alberature sufficientemente dense da ricoprire ruolo di filtro visivo e rispetto alle emissioni del traffico automobilistico.
Nella progettazione dei nuovi edifici devono essere utilizzati metodi per la produzione di energia rinnovabile adottando soluzioni progettuali integrate all'architettura e compatibili con il contesto paesistico.
Dovrà essere individuata una rete di percorsi pedonali di collegamento con gli spazi verdi uso collettivo e con i luoghi centrali di Pievescola.
Data la delicata situazione paesistica, la valutazione Integrata dovrà porre particolare attenzione alla valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc.).
Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.
L'edificio esistente alla fine di via dei Lavatoi dovrà essere recuperato a residenza o a servizio del nuovo insediamento, in questo caso sono ammessi interventi fino alla riqualificazione di tipo 3.

Modalità di attuazione:

Piano di Lottizzazione.

Dimensionamento:

Il dimensionamento residenziale massimo (Superficie netta - Sn) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento residenziale" UTOE VII "La Montagnola" (Allegato A presenti N.T.A.).

Art. 149 UMI S.D. 4H

superficie territoriale mq.30.106
totale (mq.)
Ms - parcheggi scoperti1.4981.498parcheggi
Vg - giardini13.15013.150spazi pubblici o collettivi

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

Obiettivo prioritario del progetto è la realizzazione di un assetto viabilistico più efficiente per il traffico non interessato a Pievescola come destinazione dello spostamento e più adeguato al carattere prettamente residenziale della frazione. Il nuovo percorso potrà, fra l'altro, consentire quando necessario un uso prevalentemente pedonale alla parte della vecchia strada tra la Pieve e l'ex-scuola, che costituisce una sorta di piazza allungata molto importante nell'identità del luogo.
Allo stesso tempo si propone il tema della ridefinizione del margine a sud attraverso il completamento degli spazi aperti di interesse collettivo e delle attrezzature che costituiscono i luoghi centrali di Pievescola.
Il tracciato dovrà seguire, per quanto possibile rispetto alle prestazioni richieste dall'infrastruttura, l'andamento della pendenza naturale del terreno, in modo da evitare rilevanti operazioni di scavo/riporto; dovranno inoltre essere adottati le precauzioni e gli accorgimenti tecnici necessari ad assicurare che il nuovo manufatto abbia minimo impatto ambientale con particolare riguardo per il sistema di deflusso delle acque. Le intersezioni saranno costituite da semplici incroci a raso.
Il nuovo giardino ed il completamento dell'area di parcheggio a servizio di Pievescola dovranno porsi in continuità ed in stretta relazione con gli spazi centrali; potranno essere eventualmente sistemati con terrazzamenti; gli spazi verdi saranno semplicemente attrezzati per la frequentazione con percorsi, sedute ed illuminazione. Lungo la nuova strada si dovranno prevedere adeguati elementi di protezione e di filtro dal punto di vista visivo e dell'inquinamento acustico/atmosferico, anche con impianti densi di alberature di specie appropriate al ruolo di barriera.

Modalità di attuazione:

Intervento diretto sulla base di specifica convenzione con l'A.C. per la cessione delle opere pubbliche.

Art. 150 UMI S.D. 4I

superficie territoriale mq.14.780
totale Sn (mq.)
nuova edificazione T1.0001.000nuova edificazione
40posti letto Tr

Descrizione generale dell'intervento e finalità:

L'intervento prevede un progetto di riqualificazione complessivo ed unitario in un contesto di notevole rilevanza e di grande pregio oggi in situazione di profondo degrado.
Pertanto andranno individuate fasi separate di attuazione, avendo come sfondo la riconversione di tutto il nucleo ad attività turistico ricettivedi tipo alberghiero (ai sensi della L.R. 42/2000 e s.m.i. e del relativo Regolamento d'attuazione).
L'obiettivo è quello di individuare attrezzature in grado di realizzare un elemento di aggregazione e di valorizzazione turistica del territorio.
Viene assunto come criterio costitutivo della progettazione la persistenza e la continuità della qualità del patrimonio paesaggistico considerato come continuità di risorsa ambientale, storica e culturale.
L'intervento dovrà avere carattere unitario, pertanto, viene subordinato alla redazione di Piano di Recupero esteso a tutto l'UMI S.D.4I.

Prescrizioni generali per gli interventi:

La casa colonica dovrà essere recuperata, eliminando le superfetazioni ed adeguandola al nuovo uso.
Il Piano di Recupero, nel rispetto delle caratteristiche storico-architettoniche e del contesto paesistico, potrà individuare, sulla base di un'attenta valutazione critica dello stato dei luoghi e dell'analisi dei degradi, categorie di intervento aderenti alla reale situazione dei luoghi e degli edifici.
Per la parte più propriamente adibita all'attività agricola e all'allevamento dovrà essere messo a punto un progetto di ristrutturazione urbanistica con la demolizione di tutti i manufatti esistenti e la loro ricostruzione per una superficie netta (Sn) massima di mq. 1.000 e con altezza massima due piani e comunque non superiore alla casa colonica esistente. I nuovi edifici dovranno avere una tipologia adeguata al nuovo uso nel rispetto del contesto paesaggistico e dei rapporti col nucleo preesistente; l'impianto dovrà mantenere la gerarchia ed i rapporti tradizionalmente instaurati nell'ambito del podere, lasciando il ruolo prevalente ed emergente all'edificio colonico originario recuperato. Le nuove costruzioni dovranno essere collocate nella zona di lieve pendio, in alto, senza intaccare l'area occupata dal bosco, in ripida discesa verso l'impluvio del Borro della Croce.
Il progetto di suolo sarà esteso a tutto l'ambito e dovrà sviluppare il tema del recupero ambientale e della riorganizzazione, ridefinizione e riqualificazione degli spazi aperti, sia a carattere collettivo che privato prevedendo adeguate attrezzature collettive di supporto all'attività (quale ad esempio la piscina).
Dovranno a tale scopo essere predisposte adeguate aree di parcheggio.
Il progetto dovrà essere connotato della massima attenzione all'inserimento paesaggistico, alle sistemazione esterne e al trattamento di suolo, in particolare dovranno essere salvaguardati gli aspetti relativi a vedute, punti panoramici, elementi antropici, quali i muri in pietra, e naturali che contribuiscono alla caratterizzazione dell'area, tenendo conto dei dislivelli del terreno nel rispetto della morfologia esistente eevitando, in generale, opere che comportano eccessivi movimenti di terra e che possano alterare la conformazione attuale dl terreno.
Le essenze vegetali per la sistemazione degli spazi verdi dovranno essere scelte tra quelli quelle coerenti con il contesto ecologico locale.
Data la delicata situazione paesistica, la valutazione Integrata dovrà porre particolare attenzione alla valutazioni di compatibilità paesistico-ambientale e di impatto sul paesaggio mirate alla verifica del corretto inserimento paesaggistico-ambientale nel rispetto delle sue caratteristiche complessive (morfologia, architettura, vedute, essenze vegetali, ecc.).

Modalità di attuazione:

Piano di Recupero.

Norme transitorie:

Fino all'attuazione del Piano di Recupero sono ammessi:
- interventi di manutenzione degli edifici con esclusione di ogni nuova edificazione;
- tutti gli interventi di manutenzione degli spazi esterni e della rete viabile (strade e sentieri).

Dimensionamento:

Il dimensionamento massimo (relativamente ai posti letto) è quello indicato nella scheda "Dimensionamento turistico-ricettivo" relativa all'UTOE VII "La Montagnola" (Allegato B presenti N.T.A.).

CAPO VI SCHEMA DIRETTORE SD5

Art. 151 I centri e nuclei antichi

1. Comprende aree il cui recupero funzionale ed architettonico rende possibile la valorizzazione, la rivitalizzazione e la tutela del patrimonio architettonico antico del territorio di Casole d'Elsa, attraverso un insieme sistematico di interventi finalizzati alla salvaguardia statica ed architettonica degli edifici in muratura, con il recupero delle tecniche costruttive originarie nella loro migliore esecuzione, ovvero con il recupero della regola d'arte.
2. Interventi complessivi o parziali di recupero di contesti storici, complessi o insieme di edifici, compresi nello schema direttore SD5, potranno essere sviluppati nell'ambito della redazione del Programma Integrato degli Interventi, anche a seguito di richiesta dei singoli operatori pubblici e privati che intendono realizzarli.
3. Per le aree comprese nello Schema Direttore SD5 l'Amministrazione Comunale, in occasione dell'adeguamento del Regolamento Edilizio di cui al successivo art. 163, valuterà l'opportunità di redigere una "guida agli interventi" sul patrimonio edilizio esistente che integri e sviluppi le indicazioni riportate al Titolo IX delle presenti norme.
4. Lo schema direttore SD5 comprende una Unità Minima di Intervento.

Art. 152 UMI S.D. 5A

superficie territoriale mq.28.675
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R200200nuova edificazione

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

La riqualificazione dell'insediamento rurale di Casa al Prato è legata alla prospettiva di graduale dismissione dell'attività agricola vera e propria; ciò potrà avvenire recuperando buona parte degli edifici esistenti, tranne alcuni annessi di scarsa qualità; pertanto l'intervento non significherà un'alterazione dell'impianto planivolumetrico esistente che, benchè esito di modifiche e aggiunte successive, presenta elementi di interesse. La casa colonica domina un ambito piuttosto esteso organizzato per fasce disposte a quota via via inferiore del terreno in pendio: la parte in alto è sistemata con muretti di sostegno in pietra e occupata dall'oliveta, la parte in basso invece, più pianeggiante, è quasi completamente priva di alberature e ospita tutti gli annessi principali, in particolare una serie di stalle e magazzini disposti quasi a formare una corte. Questa insolita "dispersione" degli oggetti può rappresentare un pregio siginificativo per l'insediamento e diventare elemento di grande interesse per il progetto.
Tema del Programma sarà la definizione di un progetto complessivo degli spazi aperti che valorizzi i caratteri salienti dell'impianto - come ad esempio i terrazzamenti - e la posizione panoramica del luogo, evitando modifiche rilevanti al paesaggio e quindi rimodellamenti del suolo. Sarà possibile comunque ridisegnare in parte il tracciato carrabile principale, in modo tale da rendere maggiormente fruibili gli spazi in prossimità della casa colonica, e ricavare dei locali interrati esclusivamente nel caso delle autorimesse dell'abitazione padronale (di superficie non superiore a 200 mq.).
Gli interventi specifici su ciascuno degli edifici saranno stabiliti dal Programma, con possibilità di realizzare piccoli ampliamenti degli annessi minori purchè ciò avvenga impiegando tecnologie, materiali e finiture omogenei all'esistente; per quanto riguarda la casa colonica si ritiene ammissibile un ampliamento contestuale alla riqualificazione dei prospetti principali, soprattutto quello rivolto a est, profondamente alterato dalla trasformazione delle aperture dei locali utilizzati come rimesse.
Il recupero della casa colonica e gli interventi ad esso strettamente correlati potranno essere realizzati tramite intervento edilizio diretto previa presentazione di un progetto unitario di massima relativo alla sistemazione del suolo dell'intera area individuata dalla U.M.I. S.D. 5A secondo modalità analoghe a quelle riportate al comma 4 dell'art. 117.

TITOLO XI INTERVENTI DIFFUSI DI TRASFORMAZIONE

Art. 153 Disposizioni generali

1. Nelle aree individuate nelle tavv. "Usi del suolo e modalità di intervento" contrassegnate con la sigla AT sono previsti interventi di nuova edificazione e di demolizione con ricostruzione e/o di assetto degli spazi aperti esistenti.
2. La realizzazione degli interventi previsti dovrà avvenire secondo le indicazioni specifiche desumibili dalle tavv. "Usi del suolo e modalità di intervento" e riferite alle indicazioni per il trattamento del suolo e per l'edificazione, riportate rispettivamente al titolo VI e VII delle presenti norme.
3. Le quantità edificabili sono espresse per ciascuna area di trasformazione secondo indici riferiti a:
  • la massima superficie netta di pavimento realizzabile, definita da un indice territoriale rapportato all'estensione dell'intera area di trasformazione e riferito all'articolazione delle aree di trasformazione AT come specificato al successivo art.154;
  • la massima estensione planimetrica realizzabile, definita da un indice di copertura rapportato all'estensione dell'area edificabile e riferito all'articolazione della zona omogenea C, D o F come specificato al Titolo VIII - Zone territoriali omogenee;
  • il massimo numero dei piani fuori terra realizzabili.
4. Per ciascuna area di trasformazione AT è previsto un intervento unitario da attuarsi attraverso adeguato Piano attuativo con i parametri di cui al successivo art.154. Il rilascio dell'autorizzazione è comunque subordinato alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria ed agli interventi sul suolo, previsti per ciascuna area di trasformazione ed indicate nelle tavv. "Usi del suolo e modalità di intervento".
5. Le opere di urbanizzazione primaria identificate all'interno delle aree di trasformazione AT non possono essere trasferite o monetizzate e la loro realizzazione, così come quella relativa agli interventi sul suolo, è a totale carico dei privati proponenti ai quali, secondo le disposizioni dell'art. 127 comma 5 della L.R. 1/2005, non è più dovuta la quota di oneri riferita alla urbanizzazione primaria.
6. Il ricorso al Piano attuativo non è obbligatorio nelle aree nelle quali siano già state realizzate le opere di urbanizzazione primaria e gli interventi sul suolo previsti per ciascuna area di trasformazione ed indicate nelle tavv. "Usi del suolo e modalità di intervento".

Art. 154 Articolazione delle aree di trasformazione

Le aree di trasformazione sono articolate secondo la seguente tabella che stabilisce per ciascuna articolazione l'entità dell'indice di edificazione territoriale così come definito all'art. 19 delle presenti norme
ATmq/mq (Sn/Sup.t)
AT10,01
AT20,05
AT30,1
AT40,15
AT50,2
AT60,25
AT70,3
AT80,35
AT90,4
AT100,45
AT110,5
AT120,55
AT130,6
AT14-