Norme tecniche di attuazione del Regolamento Urbanistico

Art. 151 I centri e nuclei antichi

1. Comprende aree il cui recupero funzionale ed architettonico rende possibile la valorizzazione, la rivitalizzazione e la tutela del patrimonio architettonico antico del territorio di Casole d'Elsa, attraverso un insieme sistematico di interventi finalizzati alla salvaguardia statica ed architettonica degli edifici in muratura, con il recupero delle tecniche costruttive originarie nella loro migliore esecuzione, ovvero con il recupero della regola d'arte.
2. Interventi complessivi o parziali di recupero di contesti storici, complessi o insieme di edifici, compresi nello schema direttore SD5, potranno essere sviluppati nell'ambito della redazione del Programma Integrato degli Interventi, anche a seguito di richiesta dei singoli operatori pubblici e privati che intendono realizzarli.
3. Per le aree comprese nello Schema Direttore SD5 l'Amministrazione Comunale, in occasione dell'adeguamento del Regolamento Edilizio di cui al successivo art. 163, valuterà l'opportunità di redigere una "guida agli interventi" sul patrimonio edilizio esistente che integri e sviluppi le indicazioni riportate al Titolo IX delle presenti norme.
4. Lo schema direttore SD5 comprende una Unità Minima di Intervento.

Art. 152 UMI S.D. 5A

superficie territoriale mq.28.675
totale Sn (mq.)
nuova edificazione R200200nuova edificazione

Indirizzi per il Programma Integrato di Intervento:

La riqualificazione dell'insediamento rurale di Casa al Prato è legata alla prospettiva di graduale dismissione dell'attività agricola vera e propria; ciò potrà avvenire recuperando buona parte degli edifici esistenti, tranne alcuni annessi di scarsa qualità; pertanto l'intervento non significherà un'alterazione dell'impianto planivolumetrico esistente che, benchè esito di modifiche e aggiunte successive, presenta elementi di interesse. La casa colonica domina un ambito piuttosto esteso organizzato per fasce disposte a quota via via inferiore del terreno in pendio: la parte in alto è sistemata con muretti di sostegno in pietra e occupata dall'oliveta, la parte in basso invece, più pianeggiante, è quasi completamente priva di alberature e ospita tutti gli annessi principali, in particolare una serie di stalle e magazzini disposti quasi a formare una corte. Questa insolita "dispersione" degli oggetti può rappresentare un pregio siginificativo per l'insediamento e diventare elemento di grande interesse per il progetto.
Tema del Programma sarà la definizione di un progetto complessivo degli spazi aperti che valorizzi i caratteri salienti dell'impianto - come ad esempio i terrazzamenti - e la posizione panoramica del luogo, evitando modifiche rilevanti al paesaggio e quindi rimodellamenti del suolo. Sarà possibile comunque ridisegnare in parte il tracciato carrabile principale, in modo tale da rendere maggiormente fruibili gli spazi in prossimità della casa colonica, e ricavare dei locali interrati esclusivamente nel caso delle autorimesse dell'abitazione padronale (di superficie non superiore a 200 mq.).
Gli interventi specifici su ciascuno degli edifici saranno stabiliti dal Programma, con possibilità di realizzare piccoli ampliamenti degli annessi minori purchè ciò avvenga impiegando tecnologie, materiali e finiture omogenei all'esistente; per quanto riguarda la casa colonica si ritiene ammissibile un ampliamento contestuale alla riqualificazione dei prospetti principali, soprattutto quello rivolto a est, profondamente alterato dalla trasformazione delle aperture dei locali utilizzati come rimesse.
Il recupero della casa colonica e gli interventi ad esso strettamente correlati potranno essere realizzati tramite intervento edilizio diretto previa presentazione di un progetto unitario di massima relativo alla sistemazione del suolo dell'intera area individuata dalla U.M.I. S.D. 5A secondo modalità analoghe a quelle riportate al comma 4 dell'art. 117.